Istituti privati, pianeta misterioso

Istituti privati, pianeta misterioso Istituti privati, pianeta misterioso Chi ha compilato l'elenco con 63 indirizzi? Anziani malati ospitati in cronicari assistenziali. Case di cura non autorizzate a funzionare come tali, ma spesso con la sola «patente» di locanda o poco più. Storie vecchie e nuove che si intrecciano. Magagne note da tempo agli amministratori pubblici (o forse solo a quelli più attenti, perché a sentire e a prendere per buone certe dichiarazioni si ha tanto l'impressione di vivere in un Paese di perenni distratti). Questo è, ad esempio, il testo di una circolare inviata il 9 dicembre '85 alle direzioni sanitarie e agli ospedali dall'allora presidente dell'Unità sanitaria locale 1-23, Giovanni Salerno. «Malgrado precedenti disposizioni è stato segnalato che si continua ad indirizzare, tramite elenchi, gli anziani non autosufficienti presso Istituti assolutamente non convenzionati. Si prega di voler impartire alle singole Divisioni e alle assistenti sociali le istruzioni che l'Ente pubblico non solo non è tenuto, ma non può proporre indirizzi su presidi non convenzionati o non pubblici». Nonostante le direttive, l'andazzo è continuato e continua. L'elenco delle case di cura - 63 indirizzi - c'era allora, c'è tuttora. E continua ad essere distribuito, come prima e più di prima, dalle assistenti sociali di alcuni ospedali (e non solo da loro). Chi ha stilato questo elenco? C'è analogia fra quanto già accadeva sempre negli ospedali con gli indirizzi delle imprese funebri passati sottobanco e consigliati amichevolmente? Se ci sia qualche interesse sospetto lo stanno verificando i carabinieri del Nucleo operativo al comando del maggiore Pasquale Muggeo. Dal canto loro, le case di cura finite sotto inchiesta continuano come niente fosse il lavoro. E continuano anche ad accettare prenotazioni. Dice una pseudoinfermiera che fa tuttora i turni in una di queste strutture finite sotto inchiesta e che è stata denunciata nei giorni scorsi come tante altre sue «colleghe»: «Cercavo lavoro, credevo di essere in regola. Ho sempre fatto del mio meglio per accudire i vecchietti.:. D'altronde c'è forse qualche altro posto dove metterli? C'è forse un giudice così coraggioso da obbligare gli ospedali ad accettare il ricovero?... I nostri titolari dei delinquenti? Ma no! Siamo in Italia. Finirà con una multa e basta». Finirà? C'è da rimarcare che fin dal 21 febbraio '84 una circolare dell'assessore alla Sanità e Assistenza, Sante Baiardi, ribadisce il diritto degli anziani cronici e non autosufficienti ad essere curati dal sistema sanitario nazionale e non dover ricorrere (spesso passando attraverso una vera e propria «via crucis») al settore assistenziale. Inoltre, il diritto agli interventi sanitari per gli anziani malati (come per qualunque altro cittadino) è sancito anche dalla Legge 132 votata dal Parlamento nel 1968: «Il calcolo dei posti-letto nei nosocomi deve essere fatto tenendo conto delle esigenze dei ricoverati acuti, lungodegenti e cronici». Ma, co¬ me si può ben vedere in questi giorni di nuovo scandalo, la realtà rimane sorda ai dettami legislativi. Il ragionamento in certe divisioni ospedaliere? Pressappoco questo: «Se si è vecchi e malati allora si è cronici. E se si è cronici non si ha il diritto di stare in un ospedale ad occupare per chissà quanto tempo un posto. Dunque, dell'anziano si facciano carico i parenti, oppure le case di riposo private e pubbliche». Avanti allora con le strutture private! A carico parziale o totale (ma, anche nel primo caso, la retta mensile è tutt'altro che lieve) del «paziente» e dei parenti. Eppure, la stragrande maggioranza di chi oggi è «vecchio» e malato ha pagato - per una vita - un contributo specifico trattenuto dalla busta paga per essere poi curato in vecchiaia, se necessario. Oggi, non è così... Con chi stanno gli amministratori pubblici che avrebbero dovuto controllare? Ivano Barbiero

Persone citate: Giovanni Salerno, Ivano Barbiero, Pasquale Muggeo, Sante Baiardi

Luoghi citati: Italia