Riprende la crisi morti i fallimenti

Riprende la crisi morti i fallimenti Dopo un miglioramento di tre anni Riprende la crisi morti i fallimenti L'inversione di tendenza, già avvenuta nell'89, è stata confermata nel '90. Aumentano i fallimenti. Sono stati 448 nell'89 e 471 nel '90. Si sta tornando, dopo un periodo di continua discesa durato tre anni, ai livelli di sei anni fa quando si registrarono alla sesta sezione civile del tribunale più di 500 fallimenti. Ma il dato preoccupante è un altro ancora: dal primo gennaio a tutto febbraio ci sono stati 88 fallimenti, contro 80 dell'anno scorso. Circa il 10 per cento in più. Se le proiezioni statistiche non mentono sarà un anno record. Recessione e depressione economica seguita alla guerra nel Golfo fanno sentire i loro effetti. Al terzo piano di via del Carmine 12, dove hanno sede giudici ed uffici della «fallimentare», da qualche mese continuano ad ammassarsi numerosi i fascicoli che raccontano storie di disastri economici. Nuvole minacciose si addensano sull'economia torinese, come negli anni «neri» per eccellenza - '85'86 - quando la crisi industriale faceva «saltare» le piccole e medie aziende che non erano riuscite ad aggiornarsi tecnologicamente. Questa volta però la crisi non è soltanto industriale. Dei tempi difficili risentono tutti, nel commercio specialmente, dove hanno chiuso piccoli negozi di abbigliamento e società di distribuzione. Colpiti pure i ristoranti, i bar, gli alimentari, le panetterie anche perché la nuova mappa della distribuzione è caratterizzata dai «mega» supermercati che non lasciano via di scampo alla piccola «concorrenza» del circondario. Qual è stato il fallimento più grosso l'anno scorso? Nella cancelleria della sesta sezione non hanno dubbi: «Il numero 403 del registro, la società Ipifim. Abbiamo visto arrivare creditori, gente davvero disperata, anche da Napoli e dalla Sicilia. E poi ci sono molte società di leasing e finanziarie che se non sono fallite restano in amministrazione controllata». Per la Ipifim del finanziere Marco Sobrito si parla (i conti sono ancora ben lontani dall'essere chiusi essendo stato decretato il fallimento ai primi dello scorso dicembre) di un passivo di 70 miliardi. La «piaga» delle finanziarie non è un fenomeno nuovo. Alcune di esse hanno già chiuso i battenti con buchi enormi nell'89, ma il fenomeno è continuato nel '90 lasciando nella disperazione migliaia di persone e famiglie. Si calcola anzi che negli ultimi tre anni siano stati 20 mila i piccoli risparmiatori, atratti dai miraggi degli interessi promessi da finanzieri senza scrupoli, coinvolti in crack finanziari. Aprirono la serie la «Mercurio» e l'«Istituto Fiduciario Centrale» nell'87 (che registrarono un passivo di 127 miliardi ingoiando i risparmi di 4 mila clienti) poi seguirono i fratelli Canavesio, la Kit Leasing (400 clienti), la Fundus ovvero la fiduciaria del gruppo Eurogest, la Tecnofiduciaria (48 miliardi con un migliaio di persone coinvolte), la Fidilising e Fidiborsa. In questi anni c'è stato un esercito di truffati da parte di manager rampanti e finanzieri d'asseto rivelatisi, alla resa dei conti, truffatori senza scrupoli. Molti si sono lasciati attrarre dalla trappola delle finanziarie per una semplice ragione: interessi altissimi che garantivano guadagni facili e rendimenti del 30 per cento l'anno. Marco Vaglietti A Palazzo di giustizia cresce il numero dei fallimenti

Persone citate: Canavesio, Marco Sobrito, Vaglietti

Luoghi citati: Napoli, Sicilia