Un paese in festa per Bellini vivo

Un paese in festa per Bellini vivo A Crosare di Pressana la gente ha diviso la gioia con i genitori e i fratelli del pilota Un paese in festa per Bellini vivo //padre: «E' una grande gioia ma abbiamo ancora un po' di paura» VERONA. Le campane della chiesa di Crosare di Pressana si sono messe a suonare nella sera: era appena arrivata, attraverso la tv, la notizia che il maggiore Gianmarco Bellini è vivo, è tra i prigionieri in mano degli iracheni insieme con il navigatore del Tornado precipitato durante la prima missione italiana sul territorio del Kuwait. A Crosare di Pressana abitano i genitori e i fratelli di Bellini, in una villetta bianca che guarda la campagna. E ieri sera era un accorrere di gente davanti a questa casa, per far festa, per essere vicino ai familiari del pilota vero- ' nese in quel momento di enorme sollievo. E il sollievo è corso per tutto il paese, poco dopo che i telegiornali avevano dato l'annuncio che anche l'angoscia per Gianmarco Bellini e Maurizio Cocciolone era finita. Tanti abitanti di Crosare di Pressana sono usciti di casa, mentre le campane della parrocchiale continuavano a suonare, e si sono riversati nella piazza. Molti giovani a bordo delle auto, delle moto e dei ciclomotori hanno dato vita a una specie di carosello, creando un grande concerto di clacson. Così sta svanendo una lunga ansia, in questo paesino del Veronese. Il padre del pilota, Giulio, dice: «Questa è una grande gioia che vogliamo dividere con tutti quelli che ci sono stati vicini». All'emozione violenta, in casa Bellini, si accompagna un residuo di timore. Lo manifesta Nicola, il fratello di Gianmarco: «Un po' di paura l'abbiamo ancora. Sapete, fin che tutto non si è risolto, non si è proprio tranquilli. Però adesso tutte le speranze si sono riaccese: aspettiamo soltanto che Gianmarco ritorni a casa». La notizia che il pilota del Tornado è vivo è arrivata in casa Bellini poco prima che venisse data in tv: ha telefonato il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, Nardini, precisando che la conferma l'aveva avuta il generale Arpino, il quale aveva partecipato all'incontro per le modalità del cessate il fuoco tra gli alti ufficiali della coalizione e i rappresentanti militari iracheni. Pareva una giornata come tante altre, nella villetta dei Bellini. Poi, in serata, questa liberazione da un incubo. Un tormento che durava da oltre 40 giorni, un'altalena di speranze e di delusioni. I Bellini hanno vissuto questi giorni quasi sempre rinchiusi nella loro casa, tra contatti telefonici con lo Stato Maggiore dell'Aeronautica, con parlamentari, con il comandante dei piloti dei Tornado di base negli Emirati Arabi. La moglie di Gianmarco Bellini, Fiammetta, che abita con i figli a Borgosatollo nel Bresciano, è venuta più volte a rifugiarsi a Crosare di Pressana, in cerca di conforto, di aiuto. I familiari di Bellini hanno visto il capitano Maurizio Cocciolone, mostrato dalla tv irachena in condizioni pietose. Durante quel breve, drammatico interrogatorio cui il «navigatore» del Tornado era sottoposto dagli uomini di Saddam Hussein, hanno sperato che Maurizio dicesse qualcosa anche di Gianmarco, potesse raccontare che cos'era accaduto al suo compagno di volo. Invece, sulla sorte di Bellini, un silenzio opprimente. «Ma se si è salvato Cocciolone - ripeteva il padre del pilota veronese - dev'essersi salvato anche mio figlio. Anche lui s'è lanciato con il seggiolino paracadute: chissà dov'è finito». Gianmarco Bellini continuava ad essere dato, ufficialmente, per «disperso». E dopo che la guerra è finita, Giulio Bellini ci diceva: «Perché ancora questo silenzio? Da qualche parte, mio figlio sarà. Bisogna fare di più, insistere nelle ricerche». Nei giorni scorsi, una telefonata di Nardini: il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica assicurava che si sarebbe fatta un'inchiesta, che tutti i canali d'informazione erano attivati, e che qualcosa di più si sarebbe saputo quando il nostro ambasciatore fosse rientrato a Kuwait City. «Tra qualche giorno - diceva Giulio Bellini - sarà tutto finito: sapremo quale sorte ha avuto Gianmarco». E ieri sera s'è rotto felicemente un silenzio durato più di 40 giorni. Il paese in festa, l'accorrere del sindaco Gino Conterno, il parroco don Giorgio Villadora che dà di piglio alle campane. Poi, per i Bellini, finalmente una notte di quiete. Giuliano Marchesini li col. Mario Redditi (al centro) con altri due piloti italiani di Tornado non identificati

Luoghi citati: Borgosatollo, Emirati Arabi, Kuwait, Pressana, Verona