Quel figlio di... una traduzione errata
Quel figlio di... una traduzione errata Dopo le polemiche del Quirinale contro Wallis, corrispondente dall'Italia della agenzia Reuter Quel figlio di... una traduzione errata SNEW YORK ENTO di dover esprimere le mie scuse, come cittadino italiano e come giornalista, al collega britannico Richard Wallis, dell'agenzia «Reuter», per l'ingiusto attacco che il Presidente della Repubblica gli ha rivolto nei giorni scorsi, definendolo «cialtrone» e «gran figlio di.., qualche cosa» e annoverandolo tra coloro che «dicono il falso per dispetto verso il nostro Paese». Non conosco Richard Wallis e non so cosa pensi dell'Italia e degli italiani. Ho letto però quello che ha scritto ed al testo scritto mi attengo per sostenere che le contumelie delle quali è stato bersaglio sono infondate nel loro merito, a prescindere da qualsiasi altra considerazione di opportunità. In una notizia di dieci righe trasmessa il 26 febbraio, alle ore 19 e 48, la «Reuter», nel riferire un giudizio di Cossiga sulla guerra, precisava che l'Italia (traduco alla lettera) «ha impegnato nel Golfo un contingente simbolico (token contingenti di navi e aerei, ma nessuna unità terrestre». Tutto qui. Dove sta l'insulto? Dove sta il falso? Certo, se il giornalista avesse elencato il numero degli aerei e delle navi, sarebbe stato — da un punto di vista contabile — perfettamente obiettivo ed irreprensibile. In un dispaccio brevissimo, ha usato l'espressione token contingenti che è sintetica ma non derisoria né oltraggiosa. , Anni fa, nella fase più virulenta del terrorismo, un settimanale americano dedicò la sua copertina all'Italia col titolo: Italy in agony. Apriti cielo. Reazioni di sdegno, proteste corrucciate da parte di uomini di governo e di partito, i quali semplicemente ignoravano che in inglese agony non è l'ango¬ scia che precede la sicura morte, ma — con maggior fedeltà etimologica, perché in greco «agonia» vuol dire «lotta» — indica un'intensa sofferenza o comunque una lotta con il dolore. Presumo che l'inconsulta reazione del Quirinale sia nata ancora una volta da un malinteso linguistico. Tofcerc significa anche (è un'accezione derivata e segnatamente americana) «gettone», «tagliando», «contromarca». A New York si chiama token, per esempio, il gettone della metropolitana. Qualcuno nel Palazzo sul colle deve aver pensato: come si permette la Reuter di paragonare i nostri piloti e marinai ad un gettone? Ma il vocabolo, in senso generale, ha significati diversi e piuttosto complessi: indica «qualcosa che serve come simbolo, come memento, come ricordo, come marchio distintivo, come garanzia» (citiamo l'Oxford Dictionary) e ancora «un segno esteriore, un emblema, una piccola parte che rappresenta il tutto» (citiamo il Merriam-Webster Dictionary). Insomma il termine non ha una connotazione spregiativa, come provano le espressioni token of mourning (segno di lutto) e love token (pegno d'amore) e l'uso che se ne fa nelle traduzioni bibliche nel senso di «segno». Resta che token indica una quantità piccola, che in quanto tale ha un valore simbolico. Ma era il caso di indignarsi? Affermo con tranquilla coscienza, e senza con questo esprimere un giudizio di merito, che la nostra partecipazione alla guerra del Golfo è stata «simbolica» in rapporto alle dimensioni del conflitto ed all'impegno di altri alleati; e che fosse prevalentemente simbolica è dimostrato dalle critiche mosse al governo da coloro (giornalisti e politici italiani) che avrebbero voluto una presenza più sostanziosa e visibile, meno simbolica per l'appunto. Il collega Wallis è rimasto coinvolto in beghe e suscettibilità tutte interne al mondo politico italiano. Ed anche per questo gli dobbiamo le nostre scuse. Se lavorasse a Washington, invece che a Roma, non correrebbe questi rischi. George Bush ha impegnato oltre mezzo milione di soldati nella guerra, ma non ha mai detto una parola sprezzante nei confronti dei pacifisti. Eppure li aveva sotto le finestre della Casa Bianca e sentiva che battevano giorno e notte i loro tamburi nel tentativo (a quanto pare vano) di impedirgli di prendere sonno. Preferisco non pensare a come avrebbe reagito, in circostanze analoghe, il Quirinale. Gaetano Scardoechia
Persone citate: Cossiga, George Bush, Richard Wallis, Webster
Luoghi citati: Italia, New York, Roma, Washington
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