I dieci «signori della guerra»

I dieci «signori della guerra» I dieci «signori della guerra» // più famoso è l'americano «Orso» Schwarzkopf Chi sono i cosiddetti «signori della guerra» nel Golfo? Eccone una breve biografia. Il generale Norman Schwarzkopf, 56 anni di cui 36 passati sotto le armi, conosciuto anche con i soprannomi di «l'orso» o «Norm della tempesta», è l'uomo che ha il compito di guidare gli oltre 500 mila soldati americani al combattimento. Dal punto di vista fisico, il comandante in capo dell'operazione «Tempesta del deserto» merita appieno il primo soprannome: alto 1,95, 120 chili e una fisionomia bonaria. Moralmente, merita il secondo: Schwarzkopf è conosciuto come una persona che mantiene ciò che promette, e il suo carattere di combattente è confermato dalle decorazioni ricevute: due «Purple hearts» per due ferite riportate in Vietnam, tre «Silver stars», tre «Bronze stars» e la «Distinguished service medal». La parlata franca di questo soldato è leggendaria. Si compiace egli stesso di ricordare come in Vietnam, quando era ancora capitano, prese su di sé la responsabilità di annullare una missione in cui dovevano essere impegnati i suoi uomini perché era venuto a conoscenza che non ci sarebbe stato il sostegno aereo e d'artiglieria che gli avevano promesso. Convocato davanti ai suoi superiori, con calma aveva spiegato che non intendeva mettere a repen¬ taglio la vita degli uomini che gli erano stati affidati in operazioni male organizzate. Schwarzkopf ha tratto insegnamenti preziosi dal trauma del Vietnam. «Io amo i miei soldati - ha detto - e non voglio mandarli a farli ammazzare. Se noi dobbiamo entrare in guerra, la voglio fare finita al più presto possibile. Non terrei nulla per riserva». Né colomba né falco, il generale Schwarzkopf si preferisce descrivere come una civetta, simbolo della saggezza. Schwarzkopf parla correntemente il francese e il tedesco, ma può anche proferire in dialetto delle ingiurie da far arrossire un sergente dei marines. E' uscito nel 1956 dalla scuola militare di West Point. Le forze della Gran Bretagna spiegate nel Golfo sono comandate sul campo dal più decorato dei generali britannici, sir Peter De La Billière. A 56 anni, il generale De la Billiere, soprannominato «Pongo Pete» (soldato Pete) dai suoi uomini, ex capo del «Sas» (special air service), servizi speciali incaricati in particolare delle operazioni antiterroristiche, ha trascorso 20 anni della sua carriera nel Golfo. Figlio di un chirurgo della Royal Navy morto nel 1941, questo generale dal nome ugonotto e dall'accento distinto, parla correntemente l'arabo. Il generale Michel Roquejeoffre, capo dei militari francesi impegnati nell'offensiva terrestre degli alleati contro l'Iraq, comanda dal 1990 la forza di intervento rapido, di cui 10.000 uomini sono ora con lui in Arabia Saudita. Appartenente all' arma del genio, generale a quattro stelle dal 1990, 57 anni, Roquejeoffre ha svolto funzioni molto diverse, dal 17° reggimento del genio paracadutisti di Montauban al prestigioso reggimento degli ussari paracadutisti di Tarbes, passando per posti di comando in Mali e nel Dahomey, o negli stati maggiori di Parigi. Il capo di Stato Maggiore dell'esercito iracheno, generale Ai-Hussein Rashid al Takriti, ha assunto le sue funzioni nel novembre 1990, dopo che il suo predecessore era stato brutalmente allontanato. Del generale Rashid al-Takriti si sa soltanto clie prima comandava la guardia repubblicana, un corpo scelto destinato a proteggere il presidente Saddam Hussein, come pure Baghdad e la sua periferia. La guardia repubblicana è stata la punta di lancia delle forze di invasione del Kuwait. Al-Takriti è considerato un «ufficiale politico». Il suo predecessore, il generale Nizar Abdel Karim al-Khazraji, era al contrario un ufficiale di carriera, dal passato brillante, distintosi particolarmente durante il conflitto Iraq-Iran. La nomina del capo della guardia repubbli- cana aveva significato il ritorno di quest'ultimo sotto il controllo del clan degli ufficiali baathisti. Secondo fonti diplomatiche occidentali, i privilegi di cui gode la guardia repubblicana hanno provocato attriti con gli ufficiali dell'esercito regolare, in particolare con il generale Maher Abdel Rashid, ufficiale dal passato prestigioso ed ex comandante del Terzo e del Quarto Corpo di Armata sul fronte Sud, dove si sono svolte le battaglie più accanite della guerra Iraq-Iran. Sembra che anche questo ufficiale sia stato allontanato nel 1988. L'esito dell'offensiva terrestre contro le truppe irachene in Iraq e Kuwait, non dipende solo dal generale Norman Schwarzkopf e dagli altri generali alleati, ma anche da altri sei «uomini chiave» americani che condividono parzialmente questa responsabilità: cinque di questi devono prendere «sul campo» le decisioni più immediate a seconda dell'andamento delle operazioni; il sesto è il responsabile, importantissimo, dei rifornimenti. Si tratta di sei generali, quasi tutti veterani della guerra del Vietnam: Robert Johnston, capo di Stato Maggiore del comando centrale (Centcom); Calvin Waller, generale dell'esercito; Charles Horner, generale dell'aviazione; l'ammiraglio Stanley Arthur; il generale dei marines Walter Boomer e il generale William «Gus» Pagonis, a capo delle operazioni logistiche. I principali protagonisti della guerra del Golfo. A sinistra, il generale inglese sir Peter De La Billière, in alto l'ormai noto Norman Schwarzkopf, americano, detto «L'orso», in basso il francese Michel Roquejeoffre e qui sopra il ra'iss iracheno Saddam Hussein