Ballard: «E se fosse solo un cyborg»

Ballarci: «E se fosse Ballarci: «E se fosse solo un cyborg» scoppio della terza guerra mondiale. Accadrà dove si congiungono i due grandi fiumi dell'Asia... Come non pensare ora al Tigri e all'Eufrate?». Sei anni dopo l'ardua confessione dell'Impero del sole, Ballard è tornato a fantasticare sulla violenza planetaria. Da poco pubblicata a Londra la sua raccolta intitolata War Fever (Febbre della guerra), il racconto che dà il titolo all'an- Di Ballard esce «Febbre della guerra» tologia è stato incluso nel quinto numero della rivista francese Gulliver, interamente dedicato alla narrativa e ai ricordi dei conflitti. (Il libro di Ballard verrà pubblicato da Rizzoli). Nel racconto War Fever Ballard opera con la sua tecnica garantita pura vertigine. Il mondo diventa un laboratorio infinito dove gli uomini sono cavie inavvertite di qualche esperimento inarrestabile. Nei vecchi racconti erano gli astronauti, costretti a credere di essere stati sulla Luna, mentre la Nasa non li aveva mai sganciati da terra. Ora Ballard immagina una Berirut piagata da una guerra civile lunga trent'anni e che vede fronteggiarsi - nell'indifferenza del resto del mondo crisitiani, nazionalisti, fondamentalisti, realisti e repubblicani, sotto la vigilanza di una brigata internazionale dell' Onu. Come l'Organizzazione mondiale della sanità mantiene dei focolai limitati di vaiolo per poter sempre aggiornare il vaccino, così l'Onu alimenta con ogni mezzo possibile il conflitto libanese, per mantenere sotto controllo il virus più devastante della guerra. Il protagonista è Ryan, un combattente diciassettenne: nella città sono rimasti così in pochi che ci si uccide tra amici... Per essere scrittore di fantascienza, non comincia ad avvicinarsi troppo alla realtà? «Le ripeto: io ho sempre scritto di guerra; ora però il mondo tende ad assomigliare a quello che scrivo. Per esempio, nella raccolta War Fever, sono diversi i racconti che trattano di attualità. Uno s'intitola The secret history of world war three (La storia segreta della terza guerra mondiale). E' basato sull'assunto, ora molto condiviso, che soltanto la minaccia stabilizza...». Lei che ha creato gli incubi suggestivi di La foresta di cristallo e di Crash, come giudica le immagini che provengono dal Golfo? «Fino a oggi la guerra si è mantenuta a un livello di pura irrealtà. Come un film con Rambo: da una parte la supertecnologia Usa che distrugge l'altra parte, il mondo iracheno, senza essere mai colpita. Sembra l'elicottero pilotato da Stallone. Ma questa fase finirà, temo». E le bombe? «I missili sono penetrati nella nostra testa. Con le telecamere che ne descrivono il viaggio, noi siamo diventati il missile Cruise. A milioni possiamo sognare di essere la superbomba, la macchina perfetta. Voliamo nella notte, mentre al tempo del Vietnam potevamo identificarci con un semplice marine». Michele Neri