Aiuti ai più deboli, i bimbi della guerra
Aiuti ai più deboli, i bimbi della guerra Domani sera al Sermig una veglia per la pace Aiuti ai più deboli, i bimbi della guerra Echi di pace dall'ex Arsenale di piazza Borgo Dora. Ernesto Olivero, fondatore e animatore del Ser.mi.g., lancia un appello per la raccolta di fondi a favore dei bimbi segnati dal conflitto del Golfo: «Stiamo lavorando per portare medicinali e aiuti in Iraq e negli altri Paesi colpiti dalla guerra. Siamo disponibili ad andare laggiù per costruire qualcosa che diventi un vero simbolo di pace, un segno di solidarietà e di speranza offerto dalla gente comune. Quella che sa come le armi uccidano anche sottraendo cibo ai popoli». Olivero spiega come, durante l'ultima «rifondazione» del Servizio missionario giovanile, alla base dell'impegno sia stata posta l'infanzia più debole. «E la gente, come sempre, ha risposto alla nostra chiamata. Per questo abbiamo già potuto raccogliere un miliardo a favore dei bimbi poveri e abbandonati del Brasile. Ora rivolgiamo gli sforzi alle vittime della violenza delle armi». Il denaro che si sta accumulando per i piccoli abitanti delle nazioni in cui la distruzione ha fatto il suo ingresso, arriva dalle rinunce (anche quelle dei bambini italiani), dalla generositàdi tutti coloro che hanno sensibilità per comprendere la sofferenza di chi ha poco o nulla. Di chi sa di vivere, in Occidente, in una condizione di privilegio. Domani sera, dalle 20,30, le sale dell'Arsenale della Pace accoglieranno ancora una volta una grande veglia per la pace. «Perché - dice Olivero - sono importanti i piccoli gesti di solidarietà. Bisogna avere il coraggio della pace, che è qualcosa di profondamente diverso dalla paura della guerra. La strada da percorrere per cancellare le ragioni della diffidenza è una: ritrovare le radici dello stesso Dio».
Persone citate: Ernesto Olivero, Olivero
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