«Bambini, uccidete gli aggressori»

«Bambini, uccidete gli aggressori» «Bambini, uccidete gli aggressori» Nell'Iraq disperato i maestri incitano all'odio AMMAN DAL NÒSTRO INVIATO Un attimo di pausa, prima della grande esplosione finale: la mente rivolta a Mosca, lo sguardo alle bombe che continuano a cadere, quello che era stato il più potente e moderno Paese del Medio Oriente attende le prossime ore per conoscere il suo destino. Esistono davvero margini di trattativa, davvero quello scombinato «proclama al mondo» non conteneva condizioni, ma «legittimi argomenti di discussione», così come adesso dichiara l'ambasciatore dell'Iraq all'Onu? Per verificarlo, basterà attendere, questa sera, i primi commenti alla missione di Tareq Aziz, cui pochi sembrano attribuire speranze. Ancora un fallimento, e con l'offensiva di terra per l'Iraq sarà cominciato l'ultimo atto. Da Teheran, il premier Rafsanjani continua ad avvertire Saddam che «il ritiro dal Kuwait segnerebbe l'inizio della soluzione ai problemi del Medio Oriente», dice che in questo senso «le strade sono aperte». Ma intanto gli aerei alleati continuano a rovesciare tonnellate di bombe: «In un mese, fra i civili abbiamo avuto 250 morti e più di mille feriti», dichiara da Najaf, grande città del Sud, il governatore generale Sabeth Fahd. In Iraq le comunicazioni d°"ono essere davvero saltate, se * ipure su queste tragiche cifre le fonti ufficiali riescono a metterei d'accordo. Quasi negli stessi momenti, infatti, all'agenzia iraniana «Ima» il ministro per l'informazione Natif Al Jassem diceva che il bilancio di questo primo mese di guerra vede, in tutto il Paese, 585 morti fra i civili, di cui 314 nel tragico rifugio, 165 ad Hullah, 120 a Fallujali. La tv continua a inviare nella vicina Giordania immagini di quartieri distrutti: ma i commenti, fino a ieri scandalizzati, cominciano ad assumere toni imploranti. Rimane la Giordania, in queste ore, il solo piccolo alleato di Saddam. In un messaggio al potente vicino, re Hussein continua ad assumere posizioni sconcertanti. Ormai è il solo lerder arabo a dichiarare un'acquiescenza che non era mai stata così totale e supina: «Abbiamo appreso con gioia e felicità della vostra responsabile iniziativa per la pace - scrive - e questo dimostra come vi stiano sinceramente a cuore i più alti interessi nazionali arabi, la vostra preoccupazione per la salvaguardia della pace, la sicurezza, il diritto internazionale». Secondo il re di Giordania era stato così anche all'indomani dell'invasione quando, il 12 agosto, Saddam aveva dettato al mondo le sue folli condizioni. Solo che allora «purtroppo il vostro responsabile atteggiamento non venne apprezzato...». Chissà se lo stanno apprezzando le migliaia di abitanti di Ba¬ ghdad che, secondo il ministro della Sanità, Abdul Salam Saeed, oggi soffrono di diarrea ed altri mali per mancanza d'acqua. Il ministro ha incontrato una delegazione dell'Unicef, che è pronta a consegnare 54 tonnellate di medicinali, sufficienti alle esigenze di milioni di civili per i prossimi tre mesi. Dodici camion con le medicine aspettano in una città del Nord di poter raggiungere la capitale. In attesa degli aiuti, c'è chi continua a incitare la gente all'odio contro l'aggressore. Ieri in tutte le scuole del Paese gli «ulamas», gli insegnanti di religione, hanno incitato gli scolari a «uccidere tutti i diavoli, gli aggressori infedeli e gli apostati collaborazionisti», Bush, re Fahd e Hafez Assad in testa. «Questa è la legge che Dio vi ha dato perché l'applichiate». Andate, piccoli, e uccidete: quando avrete squartato almeno uno degli aggressori, «vi troverete più vicini a Dio», (g. z.]

Persone citate: Abdul Salam Saeed, Bush, Hafez Assad, Natif, Rafsanjani, Sabeth Fahd, Tareq Aziz