Swing, il gusto della vita

Swing, il gusto della vita Swing, il gusto della vita Al gala Mondini, storia e passione TORINO. «Se non c'è swing che gusto c'è?» cantava Ella Fitzgerald, la grande. La canzone (di Duke Ellington) è ben nota ai signori della «Jazz Preservation Hall», associazione di amatori del jazz tradizionale, che propongono, ogni venerdì, nella hall del caffè Leri, in corso Vittorio 64, serate a base di swing e buone emozioni. L'associazione, il cui nome altisonante richiama l'omonima e più famosa operante a New Orleans, ha un degno obiettivo: far conoscere o riscoprire il jazz delle origini, quella particolare sintesi musicale nata a New Orleans ai primi del 900, in cui sono confluiti bluesragtime-spiritual-marce d'ispirazione bandistica. «E' una musica che i giovani d'oggi non conoscono», ci dice Renato Germonio, decano del jazz e fondatore dell'associazione, «ma certamente in grado di attirare il loro interesse. Il jazz moderno, zeppo di neologismi, s'è allontanato molto dalla tradizione, ma si trova spesso in un vicolo cieco». «La nostra associazione», continua Germonio, «nasce per legittima difesa, contro l'invasione di musica d'assalto, che si richiama impropriamente al jazz dimenticandone i capisaldi: armonia, melodia e molto swing». Swing che invece si sente alle serate organizzate da questa attiva alleanza. La Jazz Preservation Hall, ultimamente dà spazio, con serate ad hoc, anche a musicisti che non hanno un repertorio strettamente tradizionale ma che molto hanno fatto, soprattutto in anni di pionierismo, per la causa della buona musica. Ad iniziare la rassegna, con un gala ad honorem, è stato Franco Mondini, personaggio storico del jazz italiano. Drummer di qualità tra coloro che, negli anni del dopoguer¬ ra, del bop, scardinarono la concezione ritmica tradizionale, moderno quando di moderni se ne vedevano pochi, Mondini è un musicista che ha assimilato molto bene anche il linguaggio della tradizione. Con lui si sono esibiti Massimo Faraò, pianista dalle grandi doti e il talentoso Aldo Zunino al contrabbasso. Il trio ha alternato con creatività brani del «mainstream», la via maestra del jazz ad altri di ispirazione più recente. E' stata la dimostrazione pratica di fronte a un pubblico appassionato e attento di come tradizione e ricerca possano convivere. Prossimo appuntamento col jazz della tradizione è venerdì 15 febbraio. Si esibiranno Gigi Cavicchioli, clarinettista e ricercatore musicale e la «New Orleans Stompers Jazz Band» di Genova col tori nese Palmino Pila al pianoforte. Beppe De Paoli

Luoghi citati: Genova, New Orleans, Torino