Uccide bambina e due donne di Marco Marelli
Uccide bambina e due donne Strage a Como. Svegliato dalle vicine si arma e grida: «Le faccio fuori» Uccide bambina e due donne Poi si ammazza con un colpo alla tempia COMO. Una strage dietro la quale non può esserci che il raptus omicida di un uomo che dopo aver ucciso due donne, una ragazzina e ridotto in fin di vita una giovane, si è tolto la vita. E' accaduto ieri pomeriggio a Como in via Nino Bixio 26, alle porte della città. Le vittime sono le gemelle Laura e Ornella Ricci, di 46 anni; Sara Colombo, 12 anni, figlia della prima delle sorelle, e Silvano Lucini, 58 anni, l'omicida-suicida. All'ospedale di Lecco in fin di vita si trova ricoverata Elisabetta Madasi, 18 anni, figlia di Ornella Ricci. Le speranze di strapparla alla morte sono ridottissime, anche se ieri sera è stata sottoposta ad un delicatissimo intervento chirurgico per estrarle dalla testa due proiettili. La strage si è consumata in un locale caldaia, adibito anche a cantina, di pochissimi metri quadrati, dove le due donne con le rispettive figlie si erano ritrovate per sistemare alcune cose. Locale caldaia che si trova adiacente alla camera da letto di Silvano Lucini. L'uomo stava dormendo quando le sue vittime hanno iniziato a sistemare il locale. I rumori hanno svegliato il Lucini: questa la molla della strage, dietro la quale si può cogliere solo la follia. Racconta la moglie dell'o- micida-suicida Renata Taroni: «Quando si è svegliato si è messo a gridare: "Ora le faccio fuori". Da un cassetto ha preso la pistola. Ho cercato di fermarlo, ma mi ha schiaffeggiato, mi ha spintonato via, non sono riuscita a trattenerlo». L'uomo, ormai fuori di sé, incapace di controllarsi, ha raggiunto il locale caldaia dove ha iniziato a far fuoco da posizione ravvicinatissima con la sua Smith and Wesson calibro 38: sei colpi in rapida successione che hanno raggiunto le quattro donne alla testa e al collo. Poi Lucini è tornato in casa, ha fatto pochi passi, ha nuovamente caricato l'arma per ritornare sui suoi passi e raggiungere di nuovo il locale caldaia. Ha sparato ancora due volte con agghiacciante determinazione contro una delle sue vittime, prima di rivolgersi l'arma contro la tempia. Un solo colpo, un micidiale colpo che lo ha ucciso immediatamente. I vicini di casa hanno raccontato di aver sentito solo un paio di colpi. A lanciare l'allarme è stata la moglie del custode. Quando sul posto sono giunti carabinieri e polizia ai loro occhi si è presentata una scena agghiacciante, anche per i più incalliti degli investigatori. «Una spietata esecuzione» l'ha definita il sostituto pro¬ curatore della Repubblica di Como Romano Dolce, il magistrato che ha condotto le prime indagini, anche se in questo tragico fatto di sangue c'è forse poco da scoprire, se non capire il motivo che ha spinto l'omicida-suicida a compiere la strage. Ma per rispondere a questo quesito non resta che tentare di entrare nella mente dell'uomo, cosa che appare impossibile. Insomma, non resta che la follia. L'uomo era conosciuto come un tipo tutto sommato tranquillo, che non aveva mai creato problemi. Da qualche anno era pensionato. Possedeva legalmente la pistola. Era sposato e padre di tre figli. Conosceva molto bene le sue vittime, anche perché Ornella Ricci abitava nell'elegante stabile in cui è stata consumata la strage. L'altra sorella Ricci abitava invece a Cernobbio. Ieri aveva raggiunto la sorella in quanto dovevano sistemare insieme il locale caldaia. Le sorelle Ricci a Como sono molto conosciute: appartengono infatti ad una nota famiglia di Setaioli comaschi. La notizia della strage in città si è diffusa in un baleno, suscitando sgomento, attoniti interrogativi, oltre che molto dolore. Marco Marelli
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