Un uomo chiamato capalbio

Un uomo chiamato capalbio SEGRETISSIMO Un uomo chiamato capalbio colpa della ERA un tipo molto capalbio fin da bambino, quando era la disperazione dei suoi genitori. All'asilo, ad esempio, si era messo in testa di diventare capoclasse con rito plebiscitario. Ma allorché scoprì di aver avuto soltanto il voto di tal Giglia Tedesco, una bambina dolce che si era innamorata perdutamente dei suoi baffetti da sparviero, scappò da casa per tre giorni urlando: tutta del fassino discreto borghesia. E fu da quel giorno che, secondo una sua autobiografia pubblicata dall'Unità e smentita soltanto due volte, ruppe con gli americani e diventò comunista. Ma non perse il vizio. La seconda occasione gli capitò infatti poco dopo, nelle elementari. In occasione della recita di Natale. Il maestro, certo Ingrao, gli aveva assegnato la parte di Baldassarre, ma lui non aveva voluto saperne di quello sporco arabo kuwaitiano che si era fatto i soldi col petrolio. Come minimo gli dovevano offrire la parte di Gesù Bambino. Anche se il fatto che fosse ebreo non deponeva certamente a suo favore. Indisse pertanto elezioni immediate, ma ottenne solo il voto di una certa Giglia Tedesco, una ragazzina molto dolce che si era perdutamente innamorata dei suoi baffetti da sparviero. Scomparve per tre giorni urlando: tutta colpa di quei Veltroni del Comintern. E fu da quel giorno che, secondo una sua rettifica a norma di legge pubblicata per una settimana intera dall'Unità, ruppe con Stalin, Beria e Malenkov, si abbonò a Playboy e divenne migliorista. Ma durò poco. Perché in prima media solo tal Giglia Tedesco, un'adoloscente perdutamente innamorata dei suoi baffetti da sparviero, lo votò come resposabile unico delle merendine Zuegg. Scomparve di nuovo per tre giorni urlando: ne ho abbastanza di tutta questa gente che non sa far altro che metterti Petruccioli sulla strada. E fu in quell'occasione che, 1 secondo un'accurata ricoI struzione di Lucio Manisco fatta qualche giorno prima della sua dichiarazione di guerra totale agli Usa e a Giuliano Ferrara, schiaffeggiò Amendola ed addentò con foga il compromesso storico. Anche questa volta però le cose non andarono per il loro verso. Ormai liceale incominciò infatti a sposarsi a più non posso, nel tentativo di ammorbidire un po' il suo ego presidenziale. Ma, quando si trattò di ottenere l'elezione a miglior marito dell'anno, solo tal Giglia Tedesco, una dolce debuttante perdutamente innamorata dei suoi baffetti da sparviero, gli offrì la sua preferenza. Se ne andò per i soliti tre giorni urlando: qui son tutti mussi, non mi meritano. E fu in quell'occasione che, secondo un servizio fotografico pieno di baci e di promesse pubblicato in esclusiva da Novella 2000, organo ufficiale di tutti i libertini scissionisti d'Italia, ruppe con lo zoccolo sordo & duro e diventò finalmente occhettiano. Decisa infine la via, pensò subito a mettere mano alle istituzioni. Ed incominciò con la più urgente: il Festival di Sanremo. Compose perciò una canzone bellissima, Sotto la quercia, con te!. E la spedì. Ma Giglia Tedesco, che dopo tutto quel tempo si era stufata di aspettare (ma che non aveva rinuciato ai baffettini), decise di crearsi uno sparviero di riserva. Per cui gli bocciò il testo e gli disse di prenderla più bassa: qualcosa alla Morandi, ad esempio. Lui scappò anche questa volta per i soliti tra giorni. Ma poi ritornò. Con un motivetto triste ed accorato, seppur nuovo di zecca: In ginocchio da tema... Naturalmente sussurra to in napolitano... i ieirra^J

Luoghi citati: Italia, Sanremo, Usa