A Roma è rinato il pci...

A Roma è rinato il pci...Al «Brancaccio» il primo raduno nazionale dei «veri comunisti» di Cossutta, Garavini e Libertini A Roma è rinato il pci... Con schiaffi e sputi per Pannella ROMA. Non fosse stato l'incidente Pannella a macchiare la festa e rubare l'attenzione delle telecamere (quegli schiaffi, sputi e insulti con i quali il «vero» popolo comunista ha accolto il leader radicale, come ai bei tempi di Berlinguer), il raduno al Brancaccio della rifondazione, del no al pds e ancora sì al pei, si sarebbe concluso ieri in grande ed impeccabile trionfo: decine e decine di pullman da tutta la penisola, un turbinio incessante delle rosse e gloriose bandiere, una folla assiepata all'inverosimile, occhi commossi e orgogliosamente felici, Cossutta finalmente sereno e sicuro, Garavini che già tiene relazioni come un segretario di partito, la platea che scatta in piedi al ricordo di Berlinguer, i pacchi delle nuove tessere col vecchio simbolo presi a ruba dai militanti, il coro unanime e ritmato «pì-cì, pì-cì» a togliere ogni dubbio sul nome da darsi, l'annuncio del congresso costitutivo che si terrà tra il 25 aprile e il 1° maggio («le date storiche del movimento operaio italiano», infiamma Garavini), il patchwork di falci e martelli che s'innalza alle spalle dei dirigenti («lo abbiamo dovuto tagliare, ma era grande 1200 metri quadrati» assicurano i compagni di Orvieto), il canto liberatorio di Bandiera rossa che chiude la manifestazione, e come una promessa fa tremare mura e soffitto del vecchio cinema teatro. Così è praticamente rinato il pei, meno di una settimana dopo l'autoscioglimento riminese di Occhetto. Ma più del gruppo dirigente che aveva abbandonato quel congresso con un centinaio di delegati, e che ieri sedeva soddisfatto sul palco del Brancaccio, a decretarne la resurrezione immediata sono stati i seimila che premevano sulle 1470 poltroncine, tracimavano dalle ringhiere, si ammassavano nell'atrio, pazientavano sui marciapiedi del piazzale; «roba da palasport» mormoravano gli organizzatori, essi stessi sorpresi. Erano comunisti, orgogliosi d'esserlo, venuti in pullman fin da Trieste e da Brindisi, da Giulianova e da Gal- lipoli; già lì alle 7 del mattino, scesi sotto la pioggia sferzante, le antiche bandiere subito al vento. Erano giovani, tanti, con le sciarpe rosse e le coccarde, donne coi bambini, vecchi operai e facce da intellettuali. Tutti con le insegne da risollevare, gli striscioni «comunisti sempre», i gagliardetti delle sezioni irriducibili a tappezzare la sala, le sacre immagini di Gramsci, Lenin, Marx, Guevara e Berlinguer, i distintivi del servizio d'ordine che recitano «Pds? No, grazie». Pur annunciata alla vigilia, la delegazione ufficiale del pds non si è vista; Magri e la Castellina, ex compagni di corrente, erano in sala «a titolo personale». Uffi¬ ciale e massiccia invece, la presenza di dp, con Russo Spena, padre Melandri e Marida Bolognesi; ma i loro sguardi apparivano meno sicuri di un anno fa, quando sembrava facile annettere i cossuttiani: ora i ruoli sono invertiti. Ufficiale anche l'osservatore socialista, il direttore dell'Avanti Roberto Villetti. E ufficiale era anche l'invito rivolto ai radicali. Ma quando Pannella è riuscito a raggiungere l'atrio fendendo la folla, dopo che all'ingresso era stato accolto con calore dai comunisti abruzzesi, una voce di donna ha dato il via all'assalto generale, che è esploso improvviso: insulti, sputi, calci, gomitate e schiaffi. Il servizio d'ordine lo ha portato in salvo, e Pannella ha poi scritto una lettera alla presidenza per augurare comunque buon lavoro e invitarli tutti al congresso radicale che si apre giovedì. Quale futuro, per quello che ufficialmente si chiama ancora «Movimento per la rifondazione comunista»? Libertini assicura che gli 11 senatori diventeranno presto 16, e i 5 deputati 10; che le 30 mila tessere già sottoscritte «saranno 50 mila in poche settimane»; che a Torino hanno già 20 sezioni, e 15 sono i cìrcoli di Roma... Soldi da Botteghe Oscure per scongiurare liti laceranti? «Non abbiamo fatto accordi con nessuno», giura Libertini. Gianni Pennacchi PER LA UNIONE DEI CIRCOLI PER LA RIFONDANONE COMUNISTA Cog no me - Uzr.t Via n Cttti ■ „, Prov. Cm- —Tel.- _.. Participi all'Impiglio par li rHondnSorm comunista e contribuisce con La nuova tessera degli «irriducibili» che non aderiscono al pds di Occhetto

Luoghi citati: Brindisi, Giulianova, Orvieto, Roma, Torino, Trieste