Sotto la quercia con l'autonomia di donne

Sotto la quercia con l'autonomia di donne Intervista a Livia Turco, ultima responsabile femminile del pei: conquiste, timori e cambiamenti Sotto la quercia con l'autonomia di donne «Società a misura dei due sessi» ROMA. «Non è stato facile, ma alla fine l'abbiamo spuntata», ammette Livia Turco. «Il pds è un partito di donne e uomini»: ora sta scritto a chiare lettere anche nello Statuto, il documento base che stabilisce regole e valori del nuovo partito della quercia. Sconfitti, dunque, chi, come Paolo Flores d'Arcais, hanno cercato strenuamente di far passare il più neutro «cittadini». Ovviamente, non è solo un'apparente contesa formale. Nella sostanza c'è un diverso modo d'intendere ruolo e spazio della politica delle donne nel nuovo pds. Spiega Livia Turco: «Accettare la differenza sessuale significa, in termini politici, cercare di costruire una società a misura di donne e uomini, una vita più umana per tutti; e nel partito, riconoscere pari dignità ad entrambi i sessi». Il pds sarà presto chiamato alla prova dei fatti. Tanto per cominciare, a rispettare la norma antidiscriminatoria secondo cui i due sessi devono essere rappresentati in misura non inferiore al 40% e non superiore al 60%. Ma non si tratta né di politica delle «quote» né di tutela per le donne perché, se fosse necessario, si dovrebbe applicare anche per gli uomini, ci tiene a precisare la Turco. Ma in questa fase storica, si sa, il problema è far sì che il partito «sappia cogliere le molte energie femminili». Anche nella direzione del partito? «Già, perché no? Non ci bastano le dichiarazioni di principio. Il rispetto della rappresentanza democratica dei due sessi dovrà essere il primo atto del pds». Erano il 34 per cento le delegate al Congresso di Rimini, una schiera folta e qualificata, un numero storico per una svolta storica, e sono ora centonovanta le elette al Consiglio Nazionale (357 gli uomini). Ma l'ultima responsabile femminile del pei, a cui si riconosce il merito di aver fatto pesare e rendere più visibile la «forza» delle compagne, non sembra ancora del tutto soddisfatta. Il tentativo di ricacciare indietro le donne, dice, è sempre in agguato: «Dobbiamo "giocare alto", altrimenti rischiamo di essere schiacciate». Anche nel pds? «sì, anche nel pds c'è un gioco politico ad eliminarci». Ma questa visione pessimista si mescola poi a progetti che suonano aweneristici nell'attuale realtà politica italiana. Per le prossime elezioni Livia Turco già pensa a un simbolo del pds «sessuato», insomma la possibilità per le candidate del nuovo partito democratico della sinistra di presentarsi sotto la quercia con una propria carta d'identità. Logico traguardo di quanto è stato accettato a Rimini: «Per la prima volta nella nostra storia è passato un principio importante, un vero e proprio trasferimento di sovranità: la possibilità di creare strutture autonome e separate delle donne del pds, titolate a decidere propri progetti politici». Si volta pagina dunque, anche per le storiche commissioni femminili. Dopo un anno di sperimentazione - «vogliamo rispettare i nostri tempi» - è prevista una Conferenza delle donne che dovrà definire le regole dei rapporti tra donne e decidere organismi e indirizzi politici. «Ma la nostra forza dovrà essere radicata nella società femminile, in una pluralità di esperienze, dai Club, ai collettivi sui luoghi di lavoro, per tematiche...» A soli trentun anni nella segreteria nazionale, il massimo organo del pei (fino a poco prima era la responsabile femminile della Federazione torinese), questa cuneese tenace, dopo oltre quattro anni di battaglie segnate fortemente dal femminismo, non demorde. Certo gli scontri che hanno diviso in questi ultimi mesi anche le donne sono stati aspri, a volte dolorosi, «ma sono serviti a riconoscerci nei nostri diversi progetti; una pluralità e una ricchezza, non una frammentazione». La politica non esaurisce la vita di una persona; sono state proprio le comuniste a sbandierare la bandiera del rispetto dei «tempi», compresi quelli di «vita». Ma non è sempre facile: «Io spero di chiudere la mia esperienza femminile con la prima conferenza delle donne del pds, poi mi concederò una pausa». E si intuisce che c'è in progetto un figlio. In questo sta la «differenza» delle donne, anche in politica. La guerra non mette un po' in ombra i problemi delle donne? «Sarebbe : ' lt >t ica la politica dei due tempi. ' ..corre cambiare le regole della convivenza tra i popoli. E in questo noi donne possiamo dare un grosso contributo. Mi piace ricordare le parole del vescovo Bettazzi "non c'è pace senza giustizia"». Stef anella Campana Livia Turco, responsabile delle donne pci-pds

Persone citate: Bettazzi, Flores D'arcais, Livia Turco

Luoghi citati: Rimini, Roma