Tripoli-Dublino, la via delle bombe di Gianni Bisio

Tripoli-Dublino, la via delle bombe Tripoli-Dublino, la via delle bombe Così Gheddafi riforniva il terrorismo irlandese Se è vero che l'Ira, l'esercito repubblicano irlandese, lavora «in proprio» e non prende ordini dalle organizzazioni terroristiche cugine, è altrettanto dimostrato che uno dei suoi fornitori più assidui è stato il colonnello Gheddafi. La «Libyan connection», cioè la via attraverso la quale in due anni sono giunte in Irlanda 114 tonnellate di armi ed esplosivi, non è più solo un'ipotesi dei servizi segreti. Oggi è una corposa indagine di un giudice francese, Jean-Louis Bruguière, un'inchiesta durata 26 mesi che chiarisce i metodi del traffico d'armi in partenza dalla Libia. Il lavoro del giudice incomincia il 30 ottobre '87, quando nelle acque territoriali francesi, al largo della Bretagna i doganieri fermano un piccolo cargo, l'Eksund, partito da Malta 18 giorni prima. A bordo trovano quel che sapevano esserci, secondo le informazioni dello spionaggio: cioè 75 tonnellate di armi ed esplosivi, due del micidiale Semtex, tutto materiale caricato da 50 soldati libici nel porto militare di Tripoli nella notte tra il 14 e il 15 ottobre sotto gli occhi di un agente della Dst francese. Nomi e origine dell'equipaggio la dicono lunga sulla destinazione del carico. Capitano è Adrian Hopkins, 49 anni, di Dublino, buon marinaio anche se dal passato burrascoso. Insieme a lui ci sono 4 personaggi noti ai servizi dell'antiterrorismo britannico come membri attivi dell'Ira: Boyle, Cairns, Friel e Finn. Boyle è il nome di battaglia di James Doherty, elettricista del Donegal, Henry Edward Cairns è un tecnico elettronico, Friel è James Coll, anche lui del Donegal, Finn è Gabriel Cleary, di Priorstown, uno dei migliori specialisti dell'Ira a fabbricare bombe. Oltre al comandante, solo Cairns ha documenti veri: gli altri tre hanno passaporti rubati nell'84 a Dublino. E' il quinto viaggio che fa il capitano Hopkins da Malta e ili giudice Bruguière, che opera per^ il Servizio centrale della lotta antiterrorismo, ricostruisce i precedenti, realizzando un romanzesco capo d'accusa. Tutto incomincia nel luglio 1985 quando uno yacht, il «Casamara», con bandiera britannica, attracca più volte a Malta mostrando di fare piccoli viaggi turistici con la Grecia. Ma il 7 agosto l'imbarcazione con tre grossi gommoni a bordo, lascia La Valletta, insieme con una nave libica, la «Samra Africa», proveniente da Tripoli, rimasta poche ore nel porto maltese. A bordo di questa ci sono due irlandesi (uno è Denis Boyle) e due libici. Uno, Naser Ashur, è il diplomatico mandato in Inghilterra nell'84 a «trattare» dopo l'assassinio di una donna poliziotto compiuto da un libico. Più che diplomatico, sembra un uomo-ombra dei servizi di Gheddafi. Vicino all'isola di Gozo, le due navi si affiancano e 10 tonnellate di armi (500 casse di mitra Ak47, pistole Taurus, granate e razzi anticarro belgi) passano dalla «Samra Africa» al «Casamara», che dieci giorni dopo li deposita - per mezzo dei gommoni - sulle spiagge di Clogga Strand, 40 miglia a Sud di Dublino. Il 2 ottobre '85 l'operazione si "ripete con personaggi, modalità e rotta identici: solo che il «Casamara», con due mani di biacca, è diventato il «Kula», e batte bandiera panamense. Ma l'appuntamento è sempre a Gozo con la «Samra Africa»: altre 10 tonnellate di armi prendono la via di Clogga Strand. Nel terzo viaggio, il 17 luglio '86, vengono caricati anche due missili antiaerei sovietici Sam-7. Il «Casamara» non basta più e i terroristi dell'Ira, soddisfatti dei successi, acquistano una piccola nave, la «Sjamor»: la ribattezzano «Villa» e la dotano di sofisticati apparecchi di comunicazione. E' un errore tattico, perché l'imbarcazione non passa inosservata né ai satelliti americani, né àgli agenti1 dello spionaggio francese che operano in Libia. Soprattutto quando, il 4 ottobre, carica, a largo di Tripoli, 80 tonnellate di materiale bellico. Ci sono anche mille chilogrammi di Semtex, l'esplosivo dei colpi terroristici. Ormai il gioco è scoperto. Ed è facile - seguendo Hopkins -identificare il battello che succede alla nave «Villa»: è l'«Eksund», una carretta arrugginita di 237 tonnellate, costruita 50 anni prima in Svezia, acquistata per 50 mila sterline. Il 12 ottobre '87 lascia Malta diretto a Gibilterra, ma devia su Tripoli: nella notte fra il 14 e il 15, nel porto militare, carica 75 tonnellate di materiale estremamente pericoloso. Fra l'altro ci sono 20 Sam-7, 2000 detonatori elettrici, 2 tonnellate di Semtex, 120 razzi anticarro. Ma i servizi francesi - anche con la ricognizione aerea - seguono costantemente l'«Eksund». Il 30 ottobre lo beccano in acque territoriali. La «Libyan connection» è finita. Ma le precedenti forniture restano: il Semtex dei tre proiettili sparati contro il n° 10 di Downing Street è sicuramente passato per Tripoli. Gianni Bisio t i H&3 » Downing Street 7 febbraio, l'Ira ha tentato di colpire la residenza del premier