DA PARIGI, PENNAC CAPRO ESPIATORIO

DA PARIGI, PENNAC CAPRO ESPIATORIO DA PARIGI, PENNAC CAPRO ESPIATORIO Daniel Pennac: uno scrii lare a m Mi sono domandato se fosse possibile trasferire la sua intuizione in un personaggio di romanzo». Dopo 11 paradiso degli orchi, Malaussène torna a impietosirci in La Fée carabine (dove sgomina una banda che droga i vecchietti) e nel recente La petite marchande de prose (qui si piega alle avvilenti richieste di una casa editrice). I primi due, pubblicati originariamente in collane destinate a un pubblico «limitato» di lettori, hanno sfondato le porte della narrativa di genere. Promossi nelle collane bianche di Gallimard, hanno tutti superato l'asta delle 150 mila copie. A cosa deve questo successo? Pennac è modesto: «I successi nascono dal caso. I lettori devono essersi riconosciuti un po' nella stramba tribù che vive alle spalle di Malaussène. Lui, Benjamin, è un capo famiglia ideale. Solo che non ha figli: sono i suoi fratelli e sorelle più piccoli, figli dei tanti letti della madre. Questo focolare assomiglia forse in modo caricaturale alla famiglia di oggi: adottiva, affettiva, di elezione. Sono le nuove tribù dell'affetto e della necessità che si formano nelle metropoli». Scampato al ciclone del Grande Magazzino, Malaussène diventa il Capro in una casa editrice della rive gauche. Cosa pensa deeli editori francesi? veri sono dei maghi. 3ntato la pietra filoso¬ ela a fra Queneau e Celine fale. Sanno trasformare l'aria del tempo in un oggetto, il libro». Pennac vive ritirato nel genuino ventesimo arrondissement, protetto dalla sobria meraviglia del Père-Lachaise. Ai tavolini pieni solo di scrittori e manoscritti di Saint-Michel, preferisce - come Malaussène nei momenti neri - il conforto del duo maestro Gadda-Ingravallo. Quest'ultimo «Ubiquo ai casi, onnipresente su gli affari tenebrosi», come legge, beato tra le bombe, Malaussène sul lavoro. Oltre a Gadda, chi la rende felice? «Tutti gli scrittori che lavorano molto sulla lingua: e incoraggiano a fare altrettanto: Molière, Queneau, Celine». Nessuna dichiarazione artistica, dal padre di Malaussène: «Insegno al liceo, ho cresciuto una famiglia». Stanno per cominciare le riprese della Petite marchande de prose e Pennac non riesce proprio a «vederlo». Ma come non giurare che invece pensi al surreale manipolo di strambi che attraversa Parigi con Zazie, nel film di Malie? Ad accompagnare Malaussène, sarebbe una banda di fratellini bislacchi, amici e amanti farfalloni. E un cane, forse il più derelitto dei quadrupedi, il povero Julius. Vecchio, incontinente. Non basta: Pennac l'ha voluto anche epilettico. Michele Neri