Sanremo'91: che vincano gli sposi di Stefania Miretti

Sanremo'91: che vincano gli sposi Sanremo'91: che vincano gli sposi MAGARI il prossimo Festival di Sanremo lo vinceranno Al Bano e Romina, freschi autori, per la Rizzoli, di un'autobiografia di coppia. Magari la forzata assenza dei divi stranieri, che al momento preferiscono non correre rischi tra un aeroporto e una sala d'aspetto, spingerà la rassegna canora verso una scelta obbligata: Toto Cutugno presentatore, ma si parla anche di Raffaella Carrà, sul podio gli sposi prossimi alle nozze d'argento, per un bel festival nazional-popolare, all'italiana, come non lo si vedeva da tempo. Tra un telegiornale e l'altro, un segno di rassicurante stabilità, al Paese, bisognerà pur darlo. Eppure questo Sanremo che s'avvicina tra la distrazione di tutti, l'ennesima vicenda di bustarelle, la solita querelle sulla convenzione che sta per scadere, qualche buona intenzione, almeno sulla carta, deve pur avercela. La lista dei candidati lascia ipotizzare, prima ancora d'aver ascoltato le canzoni in gara, che non avremo forse punte altissime, ma neppure troppo basse. C'è un buon numero di cantautori eccellenti, Riccardo Cocciante, Enzo Jannacci, Amedeo Minghi, Pierangelo Bertoli, Renato Zero, Eduardo De Crescenzo, pur essendo chiaramente ancora lontano il giorno in cui Sanremo si aprirà ai cantautori nobili. Ci sono buoni artigiani della canzonetta, come Umberto Tozzi e Gianni Bella. Non c'è neppure una canzone scritta da Umberto Balsamo (quello che aveva fatto cantare ai Ricchi e Poveri «Nascerà Gesù / o supergiù»), c'è invece Mietta con un pezzo di Minghi: garanzie, per lo meno sulla carta. Si preannuncia un pizzico di trasgressione Anni Cinquanta, la sexy-contrapposizione tra Loredana Berte (che è una straordinaria interprete) e Sabrina Salerno (che non sa cantare), in coppia con Jo Squillo, con una canzone dall'inquietante titolo «Siamo donne». Per attirare l'attenzione dei ragazzi scendono in campo i Ladri di Biciclette, ma c'è subito un Riccardo Fogli pronto a funzionare da contrappeso. Infine, niente comici sul palcoscenico ma, sia pure a tarda ora, una rassegna di gruppi demenziali. Per la prima volta, forse anche a causa della guerra, Sanremo torna ad essere soltanto ciò che è, una gara di canzoni, né belle né brutte. Stefania Miretti

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