La rissa sui capital gains di Emilio Pucci

La rissa sui capital gains Il progetto Formica, molto contestato, oggi al Consiglio dei ministri La rissa sui capital gains Ultimo tentativo per tassare i guadagni ROMA. Senza la guerra, la rissa sulla tassazione della Borsa avrebbe offerto un ottimo spunto per la crisi di governo. Ora, invece, per le tragiche vicende internazionali è solo una disputa senza fine che blocca il decreto (il terzo della serie), inasprisce i rapporti tra la maggioranza e alimenta confusione nei già depressi mercati finanziari. Si rischia una ripetizione della riforma dell'equo canone che, a causa dei veti incrociati delle forze politiche, è al palo da più di otto anni. Un ultimo tentativo per mandare avanti l'imposta sui guadagni di capitale si farà nel Consiglio dei ministri di domani. Il socialista Rino Formica, titolare delle Finanze, è furente. Il suo nuovo progcUo è stato bocciato dai liberali, dai democristiani e da parte dei suoi stessi compagni di partito, con in testa Francesco Forte, che addirittura parla di incostituzionalità del decreto. Il ministro ha deciso di non replicare pubblicamente agli attacchi, «anche per non fare involontariamente il gioco degli speculatori». Ma domani a Palazzo Chigi si farà sentire. Lo scontro sarà durissimo, perché Formica sembra intenzionato a difendere il provvedimento che, nelle linee generali, prevede un'imposta sostitutiva del 25 per cento sulle plusvalenze che il contribuen- te liquiderà al momento della denuncia dei redditi. Chi invece non vorrà confessare al fisco le proprie operazioni sui titoli potrà optare per il regime forfettario e in questo caso gli intermediari finanziari tratteranno una ritenuta secca del 20 per cento sulle plusvalenze realizzate. I critici della tassa della discordia sostengono che le aliquote sono troppo alte e che la procedura è alquanto macchinosa. Dalle Finanze si replica che il nuovo testo è il frutto di un'intesa raggiunta tra la maggioranza e che il meccanismo della nuova legge sarà più chiaro con la pubblicazione della direttiva esplicativa. Ma Mario Usellini, capogruppo de in Commissione finanze della Camera taglia corto: «Occorre approvare rapidamente il decreto, però in un testo corretto». Per questo motivo la democrazia cristiana «proporrà emendamenti per riportare le aliquote ai livelli concordati negli incontri della maggioranaza e per rimodulare le norme che regolano il sistema forfettario». Anche il pli è intenzionato a presentare una nutrita serie di emendamenti. Pollice verso al decreto viene pure dalla Confindustria: «La presentazione del terzo decreto sui capital gains rischia di complicare ulteriormente una vicenda gestita a livello istituzionale in modo assai discutibile». Gli imprenditori privati sottolineano poi «il virtuale blocco delle transazioni in un mercato già poco sviluppato, come quello italiano, e in una situazione economica generale in cui occorre incoraggiare l'afflusso diretto del risparmio privato al capitale delle imprese». Di questo passo la tassa sui capital gains resterà in sospeso per chissà quanto tempo ancora. Emilio Pucci

Persone citate: Formica, Francesco Forte, Mario Usellini, Rino Formica

Luoghi citati: Roma