ALTERNATIVA NEL LIBRO DEI SOGNI

ALTERNATIVA NEL LIBRO DEI SOGNI ALTERNATIVA NEL LIBRO DEI SOGNI LA trasformazione definitiva del partito comunista in partito democratico della sinistra ha costituito per quanti ritenevano necessaria, ai fini del rinnovamento di un sistema politico esausto, la costruzione di una alternativa di governo, un motivo di grande speranza. Ora il pei non esiste più; il nuoveepartito è finalmente nato, ed esso si è posto come obiettivo fondamentale la costruzione di una alternativa di governo. Ma l'andamento e l'èsito del XX congresso del pei, primo di fondazione del pds, sono stati tali da lasciare la prospettiva dell'alternativa allo stato di un desiderio: almeno per un periodo di cui non si intravede la fine. Chiunque non concepisca l'alternativa come una generica aspirazione, sa che essa, per assumere una dimensione concretamente politica, non può che poggiare quantomeno su una intesa fra il nuovo partito, i socialisti, i partiti laici minori in parte o nel loro insieme. Orbene, quel che esce dal congresso è una frattura fra le più aspre che vi siano state negli ultimi anni, la quale vede il pds da un lato e il psi (ma non solo) dall'altro. Se se ne vuole un segno sicuro, si pensi solo che gli applausi maggiori Occhetto li ha ricevuti quando si è domandato e ha domandato chi mai fosse Craxi per sottoporlo ad esame e D'Àlema quando ha dichiarato che, se il psi non è disponibile a percorrere la strada dell'alternativa con il nuovo partito, allora deve sapere che il pds potrebbe cercare altre vie. Il primo dato di fatto essenziale che emerge da questo congresso è perciò non il miglioramento, ma il peggioramento dei rapporti fra le forze che potrebbero mandare la de all'opposizione. Il secondo dato di fatto è che il congresso, ancora contrariamente alle speranze, non ha maggiormente unito, bensì ancor più diviso le sue componenti politiche a confronto. In luogo di una maggioranza riformista in grado di stabilire un ponte con i socialisti e i partiti laici e di fronteggiare, con gli strumenti della democrazia interna ma con la chiarezza della distinzione, la minoranza comunista, il congresso ha dato la sua consacrazione ad un ribaltamento di posizioni già in atto in precedenza. Questo ha ridotto in stato di isolamento la minoranza migliorista di Napolitano: e ha spostato lo schieramento di Occhetto-D'Alema su basi che hanno ristabilito un più forte legame, sull'onda della guerra del Golfo, fra occhettiani e la maggioranza dei fautori della «rifondazione comunista». Legame ritrovato, e testimoniato delle reazioni alla relazione introduttiva di Occhetto da parte di Tortorella, Bassolino e Ingrao (il quale, in particolare, ha visto nella posizione occhettiana sulla guerra e sull'Onu una convergenza con Massimo L.Salvadori CONTINUA A PAGINA 9

Persone citate: Bassolino, Craxi, D'alema, Ingrao, Massimo L.salvadori, Napolitano, Occhetto

Luoghi citati: Tortorella