Sono 7 le idee iraniane per la pace di E. St.

Sono 7 le idee iraniane per la pace Sono 7 le idee iraniane per la pace Arriva l'inviato russo: l'Iraq non sia distrutto MOSCA. Il viceministro degli Esteri sovietico Alexander Belogoriov è arrivato ieri sera a Teheran: qui avrà una serie di colloqui sulla guerra nel Golfo con le autorità iraniane che hanno proposto un piano di pace a Saddam Hussein. Prima di partire, l'esponente sovietico ha detto alla «Tass» che l'Urss mantiene stretti contatti con gli iraniani, perché sia Teheran che Mosca intendono porre fine al più presto alla guerra. Belogonov ha però ammesso che l'intransigenza «degli oltranzisti iracheni» ostacola la ricerca della pace e ha aggiunto che ogni iniziativa di mediazione deve contemplare «una proposta sul futuro del Kuwait». «Senza rispondere all'interrogativo su cosa fare dell'Emirato, è impossibile progredire sulla strada della pace», ha spiegato il viceministro, affermando che la situazione nel Golfo «sta rapidamente cambiando»: «La guerra sfugge a ogni controllo e infligge danni irreparabili al popolo iracheno». Belogonov - come ha reso noto il portavoce del ministero degli Esteri Vitaly Ciurkin - non ha proposte concrete né messaggi particolari del presidente Gor- baciov per la dirigenza iraniana, con la quale avrà tuttavia una serie di colloqui per un posssibile cessate-il-fuoco nel Golfo. A proposito dell'iniziativa di pace iraniana, Ciurkin ha sottolineato che Mosca non conosce i particolari del piano di Teheran, il quale prevede comunque come punto fermo il ritiro dell'Iraq dal Kuwait. Da parte sua, il presidente iraniano Hashemi Rafsanjani ha detto ieri di sperare in una risposta incoraggiante al messaggio inviato a Saddam Hussein che contiene - come ha rivelato ieri a Londra il quotidiano kuwaitiano «Sawt ai-Kuwait International» - un piano di pace in sette punti. Prima di tutto, l'Iraq dovrebbe accettare che il leader spirituale iraniano Ali Khamenei lanci un appello allo stesso Saddam affinché si ritiri dal Kuwait. Una volta pronunciato l'appello - e questo è il secondo punto - Khamenei o Rafsanjani, accompagnati da altri leader islamici, si recherebbero a Baghdad da dove lancerebbero un secondo appello per la pace, questa volta rivolto alla coalizione anti-Iraq. L'Iran promette - è il terzo punto - di fare tutto quanto è in suo potere per convincere gli Usa a ritirarsi dalla regione, un ritiro che dovrà avvenire contemporaneamente a quello delle forze irachene dal Kuwait, dove verrebbero schierate «forze islamiche». Il quarto punto prevede la costituzione di un comitato di personalità del Golfo e di altri Paesi islamici per discutere le «divergenze» esistenti tra Iraq e Kuwait. Verrà anche creato - è il quinto punto - un fondo islamico per coprire i costi della ricostruzione post-bellica delle regioni colpite dalla guerra. Il sesto punto prevede che l'Iraq, l'Iran e le nazioni del «Gulf cooperation council» (Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Oman, Qatar e Bahrein) e, se possibile, Turchia e Pakistan - firmino un patto di nonaggressione. Infine - è il settimo punto - verrà costituito un sistema regionale di sicurezza e cooperazione economica che comprenda tutti i Paesi del Golfo. Il Golfo, intanto, continua a essere al centro dell'attività diplomatica sovietica: il ministro degli Esteri Alexander Bessmertnykh - come ha reso noto ieri la «Tass» - ha rivelato al Comitato centrale del pcus che all'indomani dell'invasione del Kuwait, l'Urss intraprese una serie di iniziative per scongiurare una escalation del conflitto e per promuovere il ritiro iracheno. «Una delle preoccupazioni era quella di evitare la distruzione dell'Iraq», ha detto Bessmertnykh. Sottolineando che le risoluzioni dell'Onu non sanciscono la distruzione dell'Iraq, il ministro ha detto che «la nostra politica è quella di fermare il conflitto e di assicurare il ripristino dell'indipendenza del Kuwait». Bessmertnyk ha incontrato ieri a Mosca il ministro della Difesa siriano, il generale Mustafa Tlass. «L'Urss e la Siria ritengono che un impegno chiaro dell'Iraq a ritirarsi dal Kuwait in piena conformità con le risoluzioni dell'Onu permetterebbe di fermare i combattimenti nel Golfo e di arrestare lo spargimento di sangue», si dice nel comunicato finale. «In più, questo aprirebbe la possibilità di risolvere altri problemi del Medio Oriente e, in primo luogo, del conflitto araboisraeliano». Poco prima, il portavoce di Gorbaciov aveva dichiarato che Mosca è favorevole a un cessate-il-fuoco per consentire a Saddam di ritirarsi «con onore» dal Kuwait. [e. st.]