Tre grandi dall'America in un club tutto jazz

Tre grandi dall'America in un club tutto jazz Il Cedar Walton Trio a Torino, con Walton al piano, Reggie Johnson al basso e il geniale Billy Higgins alla batteria Tre grandi dall'America in un club tutto jazz Insieme costituiscono la più apprezzata sezione ritmica oggi nel mondo TORINO. Il jazz si sta muovendo e rinasce dopo la lunga pausa delle feste e dopo l'angoscia provocata dall'«effetto guerra», una guerra che, seppure lontana, appare ogni giorno più vicina (e atroce); ma dopo l'orrore iniziale, Torino tende a diluire il rammarico e la paura con quella grande soluzione che i francesi chiamano, con la consueta classe, «loisir»: allons enfants! E divertiamoci. Bonaccioni americanisti, come il dottor Bonetto dei Frutterò & Lucentini, per ijazzofili non mancano (anzi crescono) in questi giorni i momenti per fare un po' di festa a suon di musica. La grande occasione si presenta domani con il Cedar Walton Trio che si esibirà in un nuovo club dedicato al jazz: un'invenzione di Sergio Ramella dell'Aics che ha convinto i gestori di un fortunato bar che fa le ore piccole (il «David's», in via Spalato 7 bis) ad aprire le porte (e sturare bottiglie) in onore e in omaggio al grande jazz internazionale, quello dei grossi nomi americani, i maestri. Ed è proprio questo il caso di Cedar Walton e dei suoi accompagnatori. I tre, insieme, costituiscono infatti la più apprezzata sezione ritmica oggi in azione in tutto il mondo: piano (Walton), basso (Reggie Johnson, al posto di David Williams) e batteria (il geniale Billy Higgins). Il trio lavora sovente come supporter di alcuni tra i big d'Oltreoceano, sovente per proprio conto: infiniti i dischi incisi in entrambe le situazioni; dischi negli Usa, in Giappone (il massimo produttore di musica registrata), in Italia. Proprio in Italia (in particolare a Bologna e a Torino, le roccaforti del bebop) Walton ha un grande seguito. Lo ascoltammo (molto da vicino) due anni fa (quando se ne arrivò tutto solo e venne accompagnato da due solisti italiani, una bella serata) e ora lo ri¬ troviamo con i solisti del suo personale staff. Una novità nel minigruppo fa subito scalpore: ma Reggie Johnson al posto di David Williams non deve scoraggiare i fedelissimi e gli abitudinari. Al contrario, Reggie non è un ripiego né una sostituzione, semplicemente, anche Walton, come tanti musicisti, sente la necessità di alternare l'apporto di certi accompagnatori per rinfrescare un poco il repertorio, risciacquare le idee, ammodernarsi. Reggie è un formidabile bassista, arrivò dalla California dove ha esordito circa venti anni fa accanto a Bobby Hutcherson ed imponendosi tra i maggiori bassisti d'America. Ora vive, come tanti connazionali, in Europa (Scandinavia o Germania o Fraeia) e ha così maggiori opportunità di suonare, vivere in armonia, guadagnare. E' un poderoso tempista con un gusto raffinato per l'intona¬ zione e il sistema di armonizzare i brani: doti che un orecchio come quello di Walton sa come apprezzare ed esaltare. Più moderno di David Williams, Reggie Johnson potrebbe diventare l'uomo giusto per questo trio, in sintonia con Billy Higgins, batterista senza età, dallo stile «pass-partout», buono a tutti gli usi: dal bebop di Parker a quello di Coltrane e di Omette Coleman, alla transavanguardia di Pat Metheney. Il concerto al «David's» sarà un concerto all'americana: trattandosi di un club dallo spazio relativamente concentrato, la serata si dividerà in due parti con due concerti (il primo 21,30; il secondo alle 23). Venticinquemila lire il biglietto d'ingresso. Il jazz è ancora economico, forse è proprio lo spettacolo più a bon marche, dopo il cinema. Ma il cinema è sempre lì a portata di tram o di auto: Cedar Walton è sempre una sorpresa che biso¬ gna acciuffare al volo. Un concerto, avvenimento irripetibile per eccellenza, è qualcosa da non perdere. Fervono intanto, sempre all'Aics, i preparativi per il prossimo festival di Ivrea. C'è tempo, i'Eurofestival sarà in programma dall'8 al 10 marzo, ma possiamo già dare qualche anticipazione: molti i solisti in arrivo da tutta Europa e da tutto il mondo. Numerose le formazioni miste come quella italoamericana di Massimo Faraò, poi un trio sovietico, poi quello di Antonio Faraò (con Billy Cobham) e quello di Les McCann, un grande degli Annni 60, inventore (insieme con Cannonball Adderley e con Joe Zawinul) dello stile funky. E' un genio ormai dimenticato che l'Aics riporta agli antichi fasti, proprio a Ivrea. Ma il programma definitivo riserverà altre e grosse sorprese. Franco Mondini ■-1.J ili Billy Higgins. In concerto domani al «David's»