Quei virus genitali che attaccano le donne di Giancarlo Masini

Quei virus genitali che attaccano le donne Gli «Hpv» sono stati rivelati da un nuovo sistema di analisi messo a punto all'Università di Berkeley Quei virus genitali che attaccano le donne Sono corresponsabili di tumori maligni alla cervice uterina SAN FRANCISCO. Un nuovo sistema di analisi messo a punto in California e una vasta indagine condotta da un gruppo di ginecologi dell'Università di Berkeley hanno rivelato che un altissimo numero di donne - finora ritenute perfettamente sane - sono affette da virus genitali: in particolare quelli ritenuti corresponsabili anche del tumore maligno alla cervice uterina. Si tratta degli HPV (Human Papilloma-virus) i virus che provocano i papillomi genitali, ovvero quelle specie di tumori benigni, come verruche e condilomi, certo non letali, ma estremamente fastidiosi. Questi virus che - si badi bene non sono di un solo tipo ma ne comprendono svariate categorie, tantoché debbono essere indicati per numero hanno anche un'altra caratteristica: spesso non provocano gli stati morbosi appena accennati. Attraverso meccanismi ancora tutti da scoprire gli HPV rimangono nell'organismo ap¬ parentemente inattivi. Non pruvocano papillomi negli organi genitali o evidenti situazioni patologiche in altri tessuri del corpo. In condizioni del genere qualsiasi persona crede di essere sana, mentre invece è infettata dai virus «in apparente stato di inattività», che ovviamente possono essere trasmessi ad altri. Ma c'è un altro fatto. E' stato scoperto che un tipo di HPV, indicato con il numero 16, è presente nel novanta per cento dei tumori della cervice uterina e si manifesta nel settanta per cento delle situazioni cosiddette pre-cancerose; quando cioè le cellule stanno per iniziare la loro tragica degenerazione tumorale. Ecco la connessione fra virus e cancro cervicale. Infine va detto che i metodi di analisi attuali, ritenuti validi e comunemente impiegati anche in Italia, sono risultati estremamente imprecisi. Il motivo è semplice. I metodi in uso che si sono aggiunti ai famosi «Pap test» e chiamati «Vira Pap» o «Vira Type» indicano la presenza di pochi tipi di virus HPV. Gli altri rimangono ignorati fino a quando non provocano i guai che si è detto. L'errore è tale che soltanto una donna su dieci - di quelle dichiarate immuni da virus HVP con il sistema comune d'indagine - è ora risultata sana. Il nuovo metodo di analisi consiste nell'impiego di uno speciale enzima indicato con la sigla PCR (Polimerase Chain Reaction) creato da un'azienda di biotecnologie della Bay Area di San Francisco. La sostanza reagisce a catena con le molecole dei virus e ne rivela la presenza, in modo specifico per le varie categorie, che così possono essere catalogate. L'esame eseguito dagli specialisti di Berkeley - come rivela Jama, l'organo ufficiale dell'Associazione medica americana che pubblica oggi i risultati dello studio - riguarda 467 giovani donne, sessualmente attive. Esse appartengono alle varie categorie sociali e professionali e quindi i dati raccolti sono estremamente significativi. Quasi la metà di queste donne, in età compresa fra i 17 e i 35 anni, è risultata infettata dall'HPV. Come ha fatto osservare la dottoressa Janet Chambers, la ginecologa che ha diretto il gruppo di studio dell'Università di Berkeley, non si è ancora capito il significato clinico dell'alta prevalenza dell'infezione genitale dell'HPV dal momento che queste donne non manifestano alcuno stato patologico. Ma le ricerche continuano. Ora si spera di estendere il nuovo metodo anche per giungere a diagnosi precoci circa la presenza dei virus in modo da poter attuare ogni possibile presidio preventivo per limitare la diffusione dell'infezione. Purtroppo, come ha fatto notare uno degli ideatori del nuovo mezzo d'indagine, il dottor Michele Manos, l'enzima che serve all'analisi non si trova in commercio e non è quindi a disposizione di tutti i medici e del pubblico; per ora è solo uno strumento sperimentale, ma si lavora sodo perché esso possa essere diffuso al più presto. La trasmissione dei virus HVP alle donne avviene ad opera dei maschi a loro volta infettati da altre donne, nel corso di rapporti sessuali privi di precauzioni. Nel maschio gli HPV, quando non restano latenti, provocano solo i fastidiosi guai dei papillomi sopra accennati. Nella donna, come si è visto, è diverso con conseguenze decisamente peggiori. Per questo i medici di Berkeley raccomandano a tutti, e in particolare ai ragazzi e alle ragazze, di utilizzare le ben note «tecniche del sesso sicuro», dal momento che per gli HPV non esistono vaccini immunizzanti e tali virus non possono essere eradicati dall'organismo con nessun farmaco. Giancarlo Masini

Persone citate: Jama, Janet Chambers, Michele Manos

Luoghi citati: Berkeley, California, Italia, San Francisco