Il duro Alksnis minaccia una guerra civile di Enrico Singer

Il duro Alksnis minaccia una guerra civile Mosca: i falchi dell'Armata Rossa tornano ad attaccare Gorbaciov accusato di «tentennamenti» Il duro Alksnis minaccia una guerra civile / militari si sentono «traditi» MOSCA dal nostro corrispondente I falchi dell'Armata Rossa tornano all'attacco. Si sentono «traditi» da Michail Gorbaciov e lasciano planare nuove minacce di colpo di Stato. Quella che per i radicali è già un'allarmante svolta a destra del Presidente, per l'ala dura dei militari non è altro che «una mezza misura». Nel Baltico il capo del Cremlino avrebbe dovuto «appoggiare con più decisione i comitati di salvezza nazionale», avrebbe dovuto dare un colpo definitivo ai nazionalisti ;<che vogliono distruggere l'Unione». E adesso, per colpa dei suoi «tentennamenti», la guerra civile sarebbe diventata «un pericolo concreto» in tutta l'Urss. A lanciare queste accuse è stato, ieri, il colonnello Viktor Alksnis, deputato del Soviet supremo e leader del gruppo conservatore «Soyuz» («Unione») che già si è conquistato il soprannome di «colonnello nero» per la sua accanita opposizione alla perestrojka. Viktor Alksnis, nel novembre scorso, fece raggelare l'aula del Parlamento sovietico quando pronunciò il suo primo ultimatum a Gorbaciov. Allora Viktor Alksnis disse a Gorby che i militari pretendevano azioni energiche per «frenare il caos» e che erano disposti ad attendere trenta giorni: scaduto il termine, Gorbaciov avrebbe dovuto «agire o dimettersi». Questa volta il colonnello Alksnis ha affidato il suo proclama alle colonne di «Argumenty i Fakty», il settimanale più diffuso in Unione sovietica. In una lunga intervista, il capo di «Soyuz» ha condannato senza appello la condotta politica di Michail Gorbaciov. «Immaginate un chirurgo che comincia un'operazione, che taglia la pancia del malato e che poi se no va. Come lo giudichereste?». Il Presidente «ha paura di assumere le sue responsabilità», è la sentenza di Alksnis che aggiunge altre accuse. Nella crisi baltica, Gorbaciov avrebbe prima «dato la sua benedizione» ai vari Comitati di salvezza nazionale nati per iniziativa dei partiti comunisti fedeli a Mosca, ma poi li avrebbe «traditi». «Gorbaciov non ha mantenuto le sue promesse» e le previsioni di Alksnis suonano come l'annuncio di una catastrofe: «Il conflitto nel Baltico potrebbe trasformarsi in una guerra civile in tutta l'Unione». Di fronte a un simile rischio, l'Armata Rossa potrebbe tentare un colpo di Stato? «Non si può escludere che l'esercito si rivolga verso metodi autonomi di lavoro» è la risposta, soltanto in apparenza sibillina, che il «colonnello nero» ha dato al settimanale sovietico. E' facile capire che quella di Viktor Alksnis, ancora una volta, è una minaccia diretta a Gorbaciov per ottenere altri passi in direzione delle forze conservatrici. Più difficile è valutare la consistenza della minaccia. Alksnis guida un gruppo di un centinaio di deputati (dei quali 26 sono militari), ma questo non significa che l'Armata Rossa sia pronta a seguire i suoi appelli. Enrico Singer Una moscovita cambia tagli da 50 e da 100 rubli in una banca della capitale

Luoghi citati: Mosca, Unione, Urss