Meglio figli di CNN che di NN

Meglio figli di CNN che di NN SEGRETISSIMO Meglio figli di CNN che di NN L} UNICO effetto di segno vagamente positivo, provocato dalle follie del Califfo del Male, è stato quello di togliere la parola ai nostri piccoli grandi uomini della zuppa politica fatta in casa. La guerra, per loro, è stata infatti più brutale che per altri. Perché li ha resi completamente muti. Attoniti. Spettatori come noi. Usualmente accaparratori di immagini e di titoli, si sono trovati anche loro a fare infime incette di zucchero e di sale quotidiano in coda ai telegiornali o nelle pagine più interne dei giornali. A diventare cioè partecipi attivi delle piccole miserie del cittadino comune, senza privilegi, da sempre condannato a dipendere da chi decide per lui. La guerra in diretta, in altre parole, ha finito per renderci tutti più uguali. Meno bisognosi di tramiti che ci spieghino o che interpretino per noi. Forse ci ha fatti addirittura diventare più grandi di colpo. E qualcuno già trema pensando a quello che avverrà dopo. Quando la televisione a cui i potenti erano abituati non sarà più la stessa. Perché, improvvisamente, potrà fare a meno delle chiacchiere. Delle tribune. E dei comizi di velluto nel salotto buono. Fin da ora, d'altra parte, qualcosa sta già cambiando. Nel linguaggio e nei comportamenti. Più figlie di NN che di CNN, le nostre reti, per il momento, sono infatti in cerca di omologazione, visto che si sono fatte cogliere di sorpresa, intente com'erano più alle spartizioni interne che a quelle del mondo. Per cui, pur possedendo le immagini che i giornali non possedevano, hanno tuttavia sentito la necessità di interrogare continuamente i direttori e gli opinionisti della carta stampata, colte dal dubbio che il loro semplicissimo credo cartesiano (trasmetto ergo sum) in qualche modo fosse posto in discussione proprio da quell'orgia di dirette bisognose solo da traduttori simultanei. E non più di commentatori dal busto ridotto a metà. Il che è come dire che il più grande bombardamento chirurgico del conflitto è, di fatto, avvenuto sulla velina. Su quel cen- I del ( I nutt tro trasmissione dati cioè, completo di radar e di sistemi di puntamento, che rappresentava da sempre il tramite tra la politica ed il suo esercito di votanti da sedurre. La cui ricetta era, in verità, abbastanza semplice. Si prendeva, ad esempio, un nervosissimo La Malfa. Lo si invitava in qualità di scudo umano a Samarcanda. Lo si metteva a confronto con un Occhetto in prossimità di battaglia congressuale da vincere a tutti i costi. Lo si agitava per bene, frullandolo a lungo con salsa alla Pansa. E lo si lanciava, tutto solo, nella mischia. Chiaro che la Croce Rossa Internazionale avrebbe subito chiesto di effettuare un'ispezione umanitaria nella redazione. Ma, nel frattempo, l'obbiettivo sarebbe stato raggiunto. E nemmeno un S. Napolitano dalla mano tesa avrebbe potuto porci rimedio. Detto questo, però, rimane un fatto incontrovertibile. E cioè che, per arrivare finalmente all'attuazione del Nuovo Video, ci sia voluto un conflitto mondiale. O quasi. Come a dire che la lungimiranza della nostra classe politica ha un raggio ottico di tipo convenzionale. Compreso tra Nusco, Capalbio e Caprera. Incapace cioè di spaziare oltre. Almeno fino a Montecarlo. Che altri non è che un piccolo principato in cui la tv è ancora una cosa semplice. Fatta in casa, tra 4 parietti domestiche. Ma capace di smettere di raccontare, ad ogni ora del giorno e della notte, se stessa. Ed i suoi santi in paradiso. Soprattutto, poi, quando non è il caso. Ed in grado di usare la testa. Massimamente quando altri, invece, continuano a sbattere testate (tre, per l'esat tozza) contro il muro...

Persone citate: La Malfa, Napolitano, Occhetto, Pansa

Luoghi citati: Capalbio, Caprera, Montecarlo, Nusco