La leggenda del... santo della volpe

La leggenda del... santo della volpe r SEGRETISSIMO La leggenda del... santo della volpe Il secondo giorno incominciò ad avere le visioni mistiche in diretta: vide infatti, in esclusiva per Tele Samarcanda (la tv privata del buon senso) i carabinieri sciamare per Amman. Frate Paquarelli, l'unico beato vivente fornito di stimmate su almeno 24 pollici, se ne accorse. E cercò immediatamente di spegnere la tv di Stato, con la scusa che lui non era nemmeno il marito di Jane Fonda e che quindi la Cnn poteva andare a farsi benedire. E fu così che il povero santo della volpe, un titolo che si era guadagnato sul campo per la sua inarrivabile arguzia e per la sua incessante militanza tra miracoli ed apparizioni estatiche, andò finalmente a dormire. Altrimenti per le strade giordane sarebbero apparsi anche, in rapida successione, i tenibili guastatori della Polfer, le imbattibili squadre meccanizzate della Raccolta Rifiuti ed i Gatti del Vicolo Miracoli, comandati personalmente da Occhetto. Perché, come dice sempre Berlusconi, il telegionale è una questione di Fede. A proposito del quale, bisogna ammettere che è stato un vero atto di lungimiranza politica non concedere la diretta ai vari Canali 5 di questa terra. Altrimenti avremmo corso il rischio, visto che da Segrate sono sempre stati i primi ad annunciare scoppi vari di guerre ed incursioni su Israele, di fare dell'allarmismo ingiustificato. Figurarsi infatti se avessero potuto agire in tempo reale. Saremmo passati, come minimo, alla predizione. Con grave danno al Totocalcio, al Lotto ed alla Lotteria di Capodanno. In altre parole: alla complessa e sofisticata macchina economica che regge i destini finanziari della Repubblica e del nostro amatissimo Bot people. Ma torniamo a Video Fronte. Nel preciso istante in cui il santo della volpe riusciva finalmente a schiacciarsi la sua prima pennica, il cielo di Amman, già così provato dalle incursioni dei CC e di Maria Giovanna Maglie, si oscurava. Perché era amvata Lilli Uragano. La quale aveva subdolaI mente approfittato di un attiI mo di incertezza della Fallaci, sopresa nel suo fantasmagorico armadio da mille ed una guerra. Incapace di scegliere tra dodicimila tutine mimetiche il capino da indossare nell'occasione. Ed incapace di sciogliere il nodo principale della suo avventurosissimo futuro: innamorarsi cioè di Saddam, di Arafat, del principe Feisal, di re Hussein e del generale Schwarzkopf. 0 se fuggire con Alain Delon. Naturalmente riscaldata da una pelliccia Annabella. Si diceva però di Lilli la Vagabonda, ora soprannominata anche vitino di Vespa. Che, le rosse chiome al vento, decise di spezzare la fragile neutralità di un re tap gun, che sposava soltanto top model. Per dimostrargli che anche le top journalist non erano poi da buttar via. Fu ferita. E va bene. Ma le sue gesta percorsero come un brivido tutte quelle contrade inquiete. Gettando nell'imbarazzo persino il Pentagono che chiamò immediatamente, Lugato e Galliano (tgl e tg2) per annunciare loro che, come La Malfa, non avrebbe sopportato ulteriormente il gioco Manisco (tg3). Tutto questo, naturalmente, mentre l'eroico e silenziosissimo Del Noce si attaccava, come si suol dire in tv, al cavo. Ma l'idea di rimanere là a continuare ciò che il famosissimo anchorman di colore della'Gnn ora in fuga (e per questo o/mai universalmente noto come Bernard Sciò) aveva incominciato, era un'impresa che riempiva d'orgoglio lui e Michele Cucuzza, detto Pegaso. Un poveretto dalla voce d'acciaio e dall'occhio fiammeggiante, che nel suo futuro aveva invece soltanto una lunga ed estenuante serie di giorni sempre più Foschini. Come tutti noi, d'altra parte orni omej

Luoghi citati: Amman, Israele, Segrate, Video Fronte