Giornalisti al contrattacco
Giornalisti al contrattacco Giornalisti al contrattacco «Sempre più difficile informare al di fuori dei canali ufficiali» ROMA. «Centinaia di giornalisti lavorano da giorni per assicurare un filo diretto di informazioni, per dare conto delle diverse posizioni che emergono dall'opinione pùbblica italiana. Questo lavoro deve poter continuare senza essere travolto dalla montante euforia bellicista denunciata ieri dall'Osservatore Romano». Lo scrivono i giornalisti del Gruppo di Fiesole, in un documento che invita gli aderenti all'organizzazione a promuovere incontri pubblici con i cittadini, con le associazioni di lettori e di spettatori, per discutere e analizzare il modo in cui la guerra nel Golfo e le reazioni che suscita nel Paese vengono raccontate dai mezzi di informazione. «I rinnovati attacchi politici contro il servizio pubblico radiotelevisivo» sono stati denunciati anche dalla Lega dei giornalisti: «Mentre diventa sempre più diffìcile fornire notizie al di fuori dei rigidi canali ufficiali, un altro segretario di partito, Giorgio La Malfa, mette in discussione l'au¬ tonomia, e quindi la professionalità, della redazione del Tg3. In questo modo i dirigenti politici (anche chi, con la scelta professionale di Zanetti al Grl, ha dimostrato di voler reagire alla lottizzazione) continuano a scaricare sul servizio pubblico le loro contraddizioni». La Lega si è impegnata ad aprire nei prossimi giorni un confronto pubblico tra direttori e giornalisti suH'«emergenza informativa». Intanto a Palermo il presidente prò tempore della Cei, card. Salvatore Pappalardo, ha esortato i giornalisti e più in generale quanti sono impegnati nella comunicazione sociale a procedere con grande senso di responsabilità. «C'è modo e modo di descrivere e di interpretare le notizie» ha detto, aggiungendo che «tutte le notizie debbono essere iscritte in un progetto di salvezza che può anche partire dall'errore e dal crimine di un singolo uomo. La descrizione di un male deve e può diventare un richiamo per un bene che va perseguito».
Persone citate: Giorgio La Malfa, Salvatore Pappalardo, Zanetti
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