La Malfa dà ragione a Bobbio

La Malfa dà ragione a Bobbio Nostra intervista al segretario pri sulla partecipazione italiana alla guerra del Golfo La Malfa dà ragione a Bobbio Ed è solidale con Israele TORINO. «L'Italia non poteva fare una scelta diversa. Ora mi auguro che la guerra sia brevissima». Giorgio La Malfa, segretario del pri attacca il pei e le «strane» posizioni di alcuni democristiani, promuove Andreotti e De Michelis, dice che il governo esce più unito che mai dalla prova del Golfo e lancia un appello perché il Paese si stringa attorno ai suoi uomini paracadutati nella terra che oggi scotta di più. Guerra lunga, avverte il Pentagono. C'è il rischio che la maggioranza si sfilacci? Non vedo perché una decisione assunta dopo un dibattito sofferto, ma profondo, debba essere modificata, qualsiasi sia la durata del conflitto che mi auguro brevissimo. Supponiamo che la grande coalizione alleata chieda all'Italia un impegno maggiore di uomini e di mezzi. Cosa direbbe allora il pri? Credo che non succederà. Ma se dovesse, per una ragione su mille, accadere, noi non potremmo sottrarci. Però sulle piazze continuano ogni giorno a sfilare migliaia di giovani e non più che chiedono una cosa soltanto: la pace... Il Paese va ascoltato con grandissima attenzione. Ma bisogna fare anche tanti distinguo. Siamo tutti per la pace. E' giusto che si chieda la fine della guerra. Ma non dimentichiamo che qui siamo di fronte alla violazione del diritto internazionale. C'è uno Stato che, senza nessuna apparente ragione, ha invaso il vicino e ha respinto ogni possibile tentativo di ristabilire gli equilibri preesistenti. Qui è in gioco l'autorità dell'Onu. Ecco perché, per la prima volta, c'è stata l'unanimità su una scelta che coinvolge tutto il mondo. Se in questa circostanza non prevalessero diritto e giustizia, sarebbe davvero la fine non solo per le Nazioni Unite. D'accordo, ma l'accusa più comune che sale dai cortei è un'altra: e cioè che questa sia la guerra del petrolio, dei signori dell'economia... Nulla di più falso e di sbagliato. Qui c'è stata un'invasione. C'è una risoluzione dell'Onu. Per farla rispettare sono impegnati tutti, non solo gli americani. Lo stesso Gheddafi chiede all'Irak di ritirarsi, come l'Urss, come l'Europa. Gli americani non fanno la guerra per se stessi, ma per sanare un conflitto che potrebbe diventare gigantesco. Questo non significa essere guerrafondai. Chi c'è sulle piazze? Tanta gente che vuole la pace ed è giustissimo che sia così. Ma il pacifismo, come dice Norberto Bobbio, deve avere delle regole. Alle sfilate c'è anche il pei che, in questi giorni, sul Golfo ha sbagliato tutto. Ha cavalcato il facile sentimento popolare senza riu- scire a trovare una posizione politica e Occhetto ha già mitigato molto i toni della polemica rispetto ai primi giorni. Dicono che si poteva continuare con l'embargo. Certo, ma quando l'Italia lo votò molti di loro non lo fecero. Oggi l'hanno improvvisamente scoperto. Lei ha polemizzato anche contro le scelte di alcuni de come Formigoni. Perché? Perché la sua posizione non si capisce e, certamente, crea grande confusione. C'è sicuramente malessere nelle file della de sulle scelte fatte per il Golfo e sarà be¬ ne chiarirlo. Questo, naturalmente, non intacca la linea sicura e da noi pienamente condivisa che la de ha tenuto sulla crisi. Il comportamento de è stato chiaro e corretto. E quello del governo? La maggioranza esce, da questa emergenza, più forte grazie al presidente Andreotti e al ministro De Michelis. Lei è venuto a Torino per portare solidarietà alla comunità ebraica. E quale messaggio ha portato? Ho detto loro che se Israele, pur in presenza di provocazioni, anche gravi, riuscirà a mantenere la calma e a rinviare ogni possibile risposta, crescerà di molto nella comunità internazionale e, forse, gli sarà più facile risolvere, nel caso di una conferenza sul Medio Oriente, i suoi problemi e far rispettare i suoi diritti. Ma La Malfa vuole lanciare mi appello. Abbiamo deciso di fare la nostra parte. Creiamo l'unità del Paese attorno alle decisioni del governo. Nessuno (né pei, né altri) sia oltranzista. Le polemiche le faremo poi, a guerra finita. Gian Mario Ricciardi A giudizio del segretrario repubblicano Giorgio La Malfa l'Italia non poteva fare una scelta diversa. «Se, con una possibilità su mille, la coalizione alleata dovesse chiederci un maggior impegno, non potremmo sottrarci»