E l'Italia si rassicura
E l'Italia si rassicura E l'Italia si rassicura Le risorse energetiche sono garantite ROMA. Le conseguenze della guerra del Golfo sull'«azienda Italia» appaiono meno gravi di come erano state prospettate nei mesi successivi all'invasione del Kuwait da parte delle truppe irachene. Dopo i primi giorni di conflitto, sul fronte energetico non si intravedono problemi di approvvigionamento (anche se non bisogna dimenticare che in questo settore, indipendentemente dalla crisi del Golfo, abbiamo il problema strutturale della forte dipendenza dall'estero). Quanto all'andamento complessivo dell'economia, poi, il crollo del prezzo del petrolio sembra allontanare lo spettro della recessione. Lo scenario, tutto sommato tranquillizzante, è stato delineato in un dibattito trasmesso da «Speciale Tgl» cui hanno preso parte i ministri dell'Industria e del Bilancio, Adolfo Battaglia e Paolo Cirino Pomicino, i presidenti di Eni ed Enel, Gabriele Cagliari e Franco Viezzoli, e gli economisti Alberto Ciò e Paolo Savona. Il primo messaggio rassicurante lo ha lanciato il ministro Battaglia secondo il quale «non c'è alcun dubbio che il petrolio sia abbondante. Il governo ha inoltre apprestato serie difese e quindi non c'è motivo di avere paura». E il presidente dell'Eni, Cagliari, ha sottolineato che «l'Italia può stare tranquilla anche nel caso in cui la guerra dovesse durare dei mesi e si verificassero danneggiamenti a impianti petroliferi». Questo perché, ha aggiunto, «il nostro sistema di approvvigionamento ha una diversificazione sufficiente a garantire un'efficienza adeguata alle nostre necessità». Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente dell'Enel, Viezzoli: «Applicando le decisioni di contenimento dei consumi e utilizzo delle scorte prese dal governo in accordo con l'Aie (Agenzia internazionale dell'energia) - ha precisato - possiamo andare avanti per oltre tre anni». Un monito a non lasciarsi trasportare eccessivamente dall'andamento positivo delle quotazioni del greggio è stato però lanciato dall'economista Alberto Ciò, esperto in problemi di energia. A suo parere, i prezzi di questi giorni «inseguono più stati d'animo che non dati reali». 1 segnali complessivi «non sono rassicuranti perché i punti critici del nostro sistema sono enormi a causa della forte dipendenza dall'estero e, anche dopo la guerra, la situazione sarà più difficile di quella che era pri¬ ma dell'invasione del Kuwait». Sulla dipendenza energetica del nostro Paese ha insistito anche Battaglia: «E' vero che non ci sono preoccupazioni per la situazione contingente ma, al di là della guerra, noi siamo vulnerabili». Per mettersi al sicuro, ha aggiunto, «bisogna attuare il piano energetico e una politica di risparmio che farebbe bene alle tasche dei cittadini, all'ambiente e ai conti dello Stato». Proprio sui conti dell'«azienda Italia» si è soffermato il ministro del Bilancio, Cirino Pomicino. La prima parte dell'anno, ha ammesso, «sarà ricca di preoccupazioni finché gli Stati Uniti non saranno usciti dal tunnel della recessione, ma il nostro sistema produttivo potrà cogliere l'occasione offerta dal forte sviluppo della Germania, aumentando la propria competitività e rivolgendo l'attenzione proprio verso i Paesi dell'area del marco che possono fungere da traino». Pomicino ha quindi rivolto un appello alle parti sociali, chiedendo che venga «anticipato quanto prima il confronto governo-sindacati-imprenditori sul costo del lavoro, confronto che riguarderà non solo la scala mobile ma anche gli oneri sociali che gravano sulle imprese». [Agi]
Persone citate: Adolfo Battaglia, Cirino Pomicino, Franco Viezzoli, Gabriele Cagliari, Paolo Cirino Pomicino, Paolo Savona, Viezzoli
Luoghi citati: Cagliari, Germania, Italia, Kuwait, Roma, Stati Uniti
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