E dopo le tecnologie, ecco gli uomini di Gianni Bisio
E dopo le tecnologie, ecco gli uomini E dopo le tecnologie, ecco gli uomini In Kuwait già all'opera i reparti speciali dietro le linee E' il momento delle infiltrazioni, delle operazioni di guerra «non convenzionale» nel Golfo Persico. Dopo l'orgia di tecnologia sofisticata dei «bombardamenti chirurgici» e prima di far avanzare il grosso della forza multinazionale - dal deserto le truppe corazzate, dal cielo i pracadutisti e dalla costa i marines - tocca all'elemento umano la penetrazione preliminare. Tre i compiti. Primo: spionaggio, perché anche i satelliti, pur con i loro sensori elettronici, vendono e sentono meno del'occhio e dell'orecchio umano. Secondo: sabotaggio, por scombinare dall'interno lo schieramento iracheno con improvvisi colpi di mano. Terzo: supporto alla resistenza, per rendere ancora più ostile l'ambiente. E' una guerra, questa, di cui difficilmente parlano i «bollettini ufficiali», fatta di uominiombra, addestrati a lavorare per sorprendere il nemico e spietati nell'eliminare gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento degli obbiettivi programmati. Tocca insomma alle «SOF», le Special Operateen--Forr.es delle tre principali nazioni impegnate nel Golfo. Ma ci saranno an- che elementi arabi - come gli esuli kuwaitiani, i commando omaniti ed egiziani - affiancheranno gli uomini del Sas (Special Air Service) britannico, dei Berretti verdi Usa e del Gommando Hubert francese. Arabi in mezzo agli arabi, sono meno individuabili e consentono infiltrazioni più profonde. Ciascuno di questi reparti d'elite è la punta di diamante delle forze che successivamente, avanzando, dovranno fare in modo che il Kuwait ritorni ad essere uno Stato sovrano e non «la diciannovesima provincia dell'Iraq», come continua a ripetere Saddam Hussein. Così i Sas apriranno la strada ai «Desert Rats» (Topi del deserto), alle Guardie reali scozzesi, ai Dragoni della regina. Allo stesso modo Ranger e Delta faranno da battistrada ai 1200 mezzi corazzati americani, di cui 200 modernissimi MIAI Abrams, mentre la Forza d'intervento rapido francese avrà le sue avanguardie negli t pecialioti del Commando Hubert. Anche se non esistono notizie ufficiali, almeno due fatti provano che le operazioni «SOF» sono già incominciate da tempo. Prima ancora della scadenza dell'ultimatum, un missile antiaereo sovietico guidato da un radar di acquisizione francese, una combinazione tipica del sistema militare di Saddam Hussein, messo in postazione nel Kuwait, è stato «rubato» dai Sas inglesi con l'aiuto della Delta Force Usa per essere esaminato ed elaborare le contromisure oportune. Inoltre nella notte di venerdì nove piattaforme petrolifere sono state riconquistate dai marines, questa la generica versione ufficiale, e da elementi kuwaitiani. E' il primo passo per impedire agli iracheni di attuare quella minaccia, più volte ripetuta, di bruciare i pozzi prima di ritirarsi. E' indicativo che gli inglesi abbiano mandato nel Golfo proprio un reparto dei Royal Marines (l'SBS) specializzato con un lungo addestramento nelle operazioni «Oilsafe» per la protezione delle piattaforme petrolifero. Allo stesso modo gli americani hanno dispiegato nuovamente la «Task Force 160», un reparto inserito nella Delta force (figlia dei vecchi «Berretti verdi» dell'Us Army) già impiegato con successo nell'88 contro i «pasdaran» di Khomeini e più recentemente a Panama. Si tratta di mille uomini con circa cento elicotteri di vario tipo, in gran parte MH-60 e UH-60L, particolarmente adatti alle operazioni notturne di antiterrorismo e antisabotaggio perché dotati di visori ad infrarossi e di speciali silenziatori. I membri della «160», chiamati «Night stalkers» (braccatori della notte) hanno un motto per nulla rassicurante: «La morte attende nel buio». L'addestramento al volo notturno a bassa quota è portata al massimo livello. Un elemento questo che potrebbe avere una grande importanza sia nelle operazioni dei commandos nel deserto, prima dell'ondata di corazzati, per scompaginare le linee difensive irachene, sia nel possibile sbarco per liberare Kuwait City e aggirare la prima linea difensiva di Saddam Hussein. Gianni Bisio
Persone citate: Abrams, Khomeini, Saddam Hussein, Special Air Service
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Liquidato Gomulka, domata la sommossa Imminente rimpasto nel governo polacco
- SCOPERTO UN DECIMO PIANETA NEL SISTEMA SOLARE
- Tris di giudici per Berlusconi
- I ministro Biondi: mi ha detto di non aver mai trovato obiezioni sull'ispezione
- Il torneo del centenario
- L'Europa ai piedi dell'Italia Sacchi: però non esageriamo
- Gierek, malato, destituito nella notte Stanislaw Kania successore a sorpresa
- L'ITALIA NON CAMBIA
- Insorge il popolo dei fax
- Bertela verso il titolo del pallone elastico
- Giovani missini sparano 3 colpi in testa a un padre di otto figli
- Grace Kelly ha pagalo
- Stroncato a 44 anni da overdose a Bra
- Il suo spettacolo sospeso nel più noto locale della Versilia
- L'assistenza sanitaria Ú ora uguale per tutti
- Scomparso il capobanda che era stato scarcerato
- Mani pulite non va al governo
- Si scioglie un simpatico duo
- Il Torino a Lisbona
- La sindrome di Giuda
- Giovani missini sparano 3 colpi in testa a un padre di otto figli
- Grace Kelly ha pagalo
- Stroncato a 44 anni da overdose a Bra
- Il suo spettacolo sospeso nel più noto locale della Versilia
- L'assistenza sanitaria Ú ora uguale per tutti
- Scomparso il capobanda che era stato scarcerato
- Mani pulite non va al governo
- Si scioglie un simpatico duo
- Il Torino a Lisbona
- La sindrome di Giuda
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy