Appello di Bush a Mosca di Fabio Galvano
Appello di Bush a Mosca Appello di Bush a Mosca «Il mondo trattiene il fiato rinunciate alluso della forza» Cooperazione sospesa WASHINGTON. Il dramma del Baltico col giro di vite del Cremlino contro i movimenti indipendentisti inquieta Bush. «Sono sempre più preoccupato - ha detto ai giornalisti - faccio di nuovo appello ai capi dell'Urss affinchè si oppongano all'uso della forza». Sottolineando che i fatti del Baltico non sono seguiti solo negli Usa, Bush ha affermato che «il mondo è molto preoccupato». Ha poicondannato senza mezzi termini il sanguinoso assalto dei «berretti neri» alla sede del ministero degli Interni a Riga. Il suo portavoce Fitzwater rispondendo ad una domanda sulle prospettive del vertice russo-americano (è in programma per l'I 1-13 febbraio) alla luce del giro di vite nel Baltico, ha detto che «la situazione è grosso modo la stessa di sempre, tutto è in sospeso». A Praga il presidente Havel ha deplorato gli avvenimenti in Lettonia, lanciando un appello a Gorbaciov perchè metta fine Manifestazione a Leningrado contro l'uso della forza in Lituania [FOTO AP] alla violenza e affronti la questione «in modo democratico». La Cecoslovacchia, in quanto membro del Patto di Varsavia, non potrà «condividere in avvenire la responsabilità dell'uso della forza contro la popolazione». La Polonia vede con favore la «internazionalizzazione» del problema lituano: lo ha detto il presidente della commissione Esteri. A Londra il ministro degli Esteri Hurd ha accusato Mosca di ricorrere a «tattiche staliniste» nei Paesi baltici. «Abbiamo fatto presente con chiarezza la nostra preoccupazione alle autorità sovietiche: l'Urss non potrà contare sul tipo di amicizia e di cooperazione che si sono sviluppati negli ultimi anni se nelle repubbliche baltiche tornerà a tattiche staliniste». Il Giappone ha deciso di non sospenderà gli aiuti umanitari all' Urss, nonostante la «ferma riprovazione» per la repressione armata: lo ha detto il portavoce del governo. [e. st.] DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'Europa comunitaria e la Nato rispondono ai morti di Riga, sospendendo l'una la messa in opera dell'accordo di cooperazione Cee-Unione Sovietica e l'altra approvando una «serie di azioni diplomatiche strettamente coordinate» da parte dei Paesi membri. Ma il momento politico internazionale, dominato dalla guerra nel Golfo, chiaramente non consente passi più energici: gli aiuti umanitari all'Urss, decisi il mese scorso al vertice di Roma dei Dodici, non subiranno tagli. Allo stesso modo la Nato, protagonista in questi ultimi mesi di un voltafaccia nei rapporti con il Cremlino di Gorbaciov, non sembra disposta a guastare il nuovo clima fra Est e Ovest. Un incontro a livello ministeriale fra la Comunità e i sovietici, in programma giovedì a Bruxelles, è stato rinviato sine die. Di meno non si poteva fare. Dopo i fatti della Lituania i ministri degli Esteri della Cee si erano infatti pronunciati in modo chiaro: «E' necessario che la situazione prevalente in Lituania non prosegua e non si estenda ad altri Paesi baltici: in caso contrario si dovrebbe concludere che è necessario reagire con misure appropriate e sospendere la messa in opera dell'accordo di cooperazione». Il dibattito fra i Dodici, nell'ambito della Cooperazione politica, ha visto nella Danimarca l'unico Paese deciso a colpire duramente l'Urss con la sospensione di tutti i programmni d'aiuto, anche quelli alimentari. Ma la linea di Copenaghen non è stata seguita dai partner. Il vero pericolo, ha sostenuto Londra riprendendo il ministro degli Esteri Hurd, è che «l'Urss rientri nella sua conchiglia staliniana». Per questo, secondo la Gran Bretagna, è necessario continuare a sostenere Gorbaciov e la sua riforma. E a quella linea, in diversa misura, si sono adeguati e allineati gli altri. La Nato, che alla questione baltica ha dedicato ieri un Consiglio atlantico a livello di rappresentanti permanenti, intende proseguire le sue consultazioni «in maniera urgente». I fatti di Riga, come quelli precedenti della Lituania, non possono avere che «conseguenze negative» sulle relazioni in Europa. L'azione dei berretti neri ha «accresciuto l'inquietudine». E per questo l'Alleanza intende, nelle indicazioni di un portavoce, «fare pressioni su Mosca utilizzando i meccanismi della Csce». BRUXELLES Fabio Galvano
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