«Il Presidente è ostaggio dei militari

Dopo le dimissioni Nikolaj Petrakov accusa: «Il Cremlino ha rinnegato le riforme» Dopo le dimissioni Nikolaj Petrakov accusa: «Il Cremlino ha rinnegato le riforme» «Il Presidente è ostaggio dei militari Parla l'economista dellaperestrojka » Nella «squadra» della perestrojka era il cervello economico. Ha elaborato il piano per introdurre le leggi di mercato in Urss, ha lavorato con Gorbaciov giornate intere al Cremlino e nella dacia fuori Mosca, ha tentato fino all'ultimo di gettare un ponte con Boris Eltsin. Ora se ne è andato, come Shevardnadze, come Bakatin, come Shatalin. Nikolaj Yakovlevich Petrakov, 53 anni, deputato, membro del pcus, vice direttore dell'Istituto economico-matematico dell'Accademia delle Scienze, ha abbandonato il suo posto di consigliere speciale del Presidente e, da ieri, è tornato ai suoi studi. «Quando i consigli di un consigliere sono considerati inutili, non resta che dare le dimissioni», dice con tono sereno dopo avere finito di raccogliere le carte nell'ufficio che sta per lasciare. Su che cosa ha rotto con Michail Gorbaciov? Io sono un economista, non un politico. Michail Gorbaciov mi ha chiamato nel suo gruppo ristretto di consiglieri nel dicembre dell'89. Mi conosceva già dall'84, ma conosceva bene soprattutto le mie idee in campo economico. Il mio orientamento a favore del libero mercato mi aveva procurato parecchi guai negli anni della stagnazione brezneviana. E quando Gorbaciov mi ha chiamato, ho giudicato il suo invito come la possibilità di realizzare un progetto preciso. Per lunghi mesi tutto è andato avanti in fretta. Poi sono nate le prime difficoltà, sono arrivati i primi compromessi. Adesso tutto ò rinnegato. E io non ho più nulla da fare al Cremlino. Quando ha capito che i suoi consigli non erano più ascoltati da Gorbaciov? La svolta ò cominciata nell'au- MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN. Il voto regionale di oggi in Assia è la prima consultazione dopo le elezioni generali tedesche, vinte il 2 dicembre dalla coalizione di governo dei democristiani (cdu) e dei liberali (fdp). I 4,3 milioni di elettori della regione di Francoforte sono chiamati a decidere sul mantenimento del governo edu-fdp guidato dal democristiano Wallmann. [Ansa] Nikolai Petrakov ex consigliere economico del presidente Gorbaciov Si può mettere tra virgolette. Si può dire che c'è stato un tentativo di usare l'esercito per una pressione politica. Adesso l'importante è fare luce su tutto quanto è accaduto, senza trascurare nulla. E' un compito che toccherà al nuovo governo che Gorbaciov sta formando. Lei crede che la nuova «squadra» sarà in grado di affrontare le tante crisi dell'Urss? Da economista, vorrei rispondere soltanto per quel che riguarda la riforma economica. Non voglio essere profeta, ma ho dei grossi dubbi che il nuovo gabinetto dei ministri si avvìi sulla strada dell'integrazione del mercato. I prezzi, le tasse sono certo leve economiche e il nuovo premier Valentin Pavlov, che era ministro delle Finanze, sa manipolarli. Ma questo non è ancora mercato. E' un vestito messo addosso ad un manichino, non a un corpo vivente. I prezzi regolati dallo Stato sono pseudoprezzi. Non bilanciano la richiesta e l'offerta: le merci non si troveranno lo stesso. Si può promettere qualsiasi cosa: aumento del tenore di vita e delle pensioni, incremento delle garanzie sociali e dei salari dei minatori. Ci vorrano i miliardi di rubli. Dove li prenderanno? Continueranno a stamparli e non cambierà nulla. Se lei potesse dare un ultimo consiglio a Gorbaciov, che cosa gli direbbe? Gli direi che l'unica via per stabilizzare la società ed evitare lo scontro è quella delle trattative pazienti, del mutuo rispetto. Che non si deve rafforzare il potere, ma l'autorità del potere. E' come a scuola: un professore punisce gli scolari, ma non riesce a riportare la calma in classe. Un altro comincia b raccontare qualcosa e tutti lo ascoltano con la bocca aperta. Gorbaciov dovrebbe scegliere il dialogo. DEFEZIONI A CATENA

Luoghi citati: Assia, Bonn, Francoforte, Mosca, Urss