Tutto il greggio minuto per minuto di Roberto Ippolito

Tutto il greggio minuto per minuto Tutto il greggio minuto per minuto Task force dell'Eni segue in diretta i movimenti dei mercati ROMA. Grattacielo dell'Eni all'Eur, diciannovesimo piano, sala 3. Sul tavolo grande sei metri per due è quasi steso Marcello Colitti, consigliere per l'energia del presidente dell'ente Gabriele Cagliari. Consulta una grossa carta geografica del Golfo Persico, interamente aperta come quelle della penisola araba, di Kuwait City e del globo. «Ecco, qui all'isola di Kharg - indica Colitti - l'Iran carica due milioni di barili di petrolio al giorno. Gli aerei dell'Iraq, che è vicino, possono colpire». C'è un attimo di gelo, qualcuno chiede cosa può accadere. «No, nessuna paura» avverto il consigliere di Cagliari; ricorda che Kharg, ben difesa, lavorò sempre, anche durante i bombardamenti della guerra IranIraq. Poi c'è una buona notizia: Teheran ripristina gli Shuttle, navette che trasportano il greggio a Sud, vicino all'isola di Sirri dove le bombe di Baghdad non possono arrivare. Essendo piccole, le navette sono un bersaglio difficile. Inoltre chi compra a Sirri risparmia un dollaro a barile di assicurazione, meno cara se è lontano il campo di battaglia. Gli uomini dell'unità di crisi costituita all'Eni per la guerra del Golfo tirano un sospiro di sollievu: nonostante i violenti attacchi, gli approvvigionamenti di petrolio non risultano in pericolo. Sono da poco passate le 12 di ieri: come ogni giorno l'unità di crisi è convocata. Gli altri appuntamenti fissi sono allo 9 e alle 18. Ogni tre ore, il capo dell'ufficio stampa Giorgio Socchi prepara un bollettino per manager e dirigenti del gruppo e ogni giorno diffonde «Eni news», un «notiziario sulle implicazioni petrolifere ed energetiche della crisi del Golfo» con dati sul mercato e gli impianti. Il terminale di tutte le informazioni è l'unità di crisi. C'è attenzione per il petrolio, ma anche per il metano. Ieri, poco prima delle 14, ci sono stati momenti di apprensione quando la tv francese «Antenne 2» ha accennato alle possibili solidarietà arabe dell'Algeria, primo fornitore italiano di gas. Ma Andrea Bollino, responsabile porgli studi economici, ricorda: «L'Algeria è un Paese rispettosissimo dei contratti». Antonio Mercanti, vicedirettore estero, riferisce di non ricevere segnali preoccupanti per le spinte integraliste algerine. Mercanti interpella i rappresentanti Eni di Algeri, Teheran, Cairo e Riad. Ferdinando Camillis gli descrive un Iran tranquillo; le manifestazioni non preoccupano. Intorno al tavolo trapela fiducia sulle forniture, da Vittorio D'Ermo (responsabile studi energetici) a Giacomo Luciani (assistente di Colitti), da Angelo Conforti (direzione programmazione) a Daniela Viglino (assistente di Cagliari per le strategie). Ieri Cagliari ha seguito a distanza la crisi: si è tenuto in contatto telefonico da Milano dove è rimasto nello studio di via Borgonuovo fino a sera quando è tornato a Roma per una trasmissione tv. A Milano lo ha affiancato Pasquale Guadagnolo, direttore delle relazioni esterne, che tiene i collegamenti. Dall'Agip Petroli (raffinazione e distribuzione) tramite la rete locale non giungono notizie di accaparramenti di gasolio o code ai benzinai, come accaduto per pasta e zucchero. Dall'Agip spa (produzione) l'unità di crisi ha il polso di navi, porti, mercati. Anche ali Eni la rete tv americana Cnn è la più ascoltata. Da lunedì l'antenna parabolica è orientata per ricevere il segnale via satellite. Le notizie sui missili vengono valutate con attenzione: possono colpire impianti? Ra's Tannurah, zona di carico principale del greggio saudita, è a 500 chilometri dall'Iraq. E' un bersaglio, è stata sfiorata dal missile diretto a Dahran, intercettato però dagli americani. «Il controllo degli Usa rende difficile fare danni», rassicura Colitti che ripercorre sulla carta il tracciato del tubo che porta il petrolio dai pozzi orientali a Yanbù sul Mar Rosso, lontano dall'Iraq. L'impianto Eni di Al Jubayl per l'additivo ecologico lavora regolarmente. «Insomma possiamo dire che siamo sereni e il greggio non dovrebbe mancare» sintetizza Guadagnolo che ha telefonato per tirare le somme. Anche oggi il grattacielo resta aperto. L'ufficio stampa lavora ventiquattr'ore con i turni. Chiusi i mercati, ieri l'unità di crisi ha fatto il punto sui prezzi. «Crollano - osserva Bollino - perché sono rispettate le condizioni fondamentali del mercato come la disponibilità di greggio e il non danneggiamento degli impianti». Non è il caso di fare previsioni giorno per giorno, tranne per un aspetto: «Se continua così, la benzina deve calare». Roberto Ippolito