I Rombo della guerriglia

I Rombo della guerriglia I Rombo della guerriglia Pronti reparti speciali per sabotaggio e sovversione Un ruolo molto importante nell'Operazione «Desert Shield» lo giocheranno gli uomini delle Sof, le Special operation forces, addestrate alla guerra non convenzionale: Sas e Sbs inglesi, Berretti verdi, Seals, Rangers e Delta Force, tutti americani, Commandos «Hubert» francesi. Già un'azione preliminare è stata attribuita a una squadra del Sas, lo Special air service capostipite di questi reparti, appoggiata da elementi americani della Delta Force: un commando, a bordo di un elicottero, con un'azione fulminea, ha catturato nel deserto del Kuvait un missile antiaereo Sa-8 Genko, insieme con il gruppo degli addetti al lancio. La missione, confermata a Londra, sarebbe servita a studiare le opportune contromisure per neutralizzare l'arma che gli iracheni hanno ora migliorato con l'adozione di un radar francese molto avanzato. Secondo uno dei massimi esperti europei di forze speciali, Andrea Mergelletti, della Rivista italiana di difesa, proprio gli inglesi, che hanno una tradizione nelle operazioni di commandos nel Golfo, avrebbero mandato fin da agosto il primo reparto per la guerra non convenzionale, una sezione, 25 elementi, di Royal Marines dello Special Boat Squadron (Sbs), imbarcata a bordo di una nave ausiliaria. A parte la protezione delle piattaforme petrolifere, il gruppo sarebbe stato destinato all'eventuale evacuazione dell'ambasciata di Kuwait City se questa fosse stata presa d'assalto dagli iracheni. I primi Sof americani ad arrivare nel Golfo, prima ancora dei «para» della 82a Airborne, sono stati i «Berretti verdi» delle Special Forces provenienti da Bad Tolz, in Germania, i più vicini alla zona calda. Ma subito dopo sono giunti da Fort Campbell, nel Kentucky, elementi del 5° Special force group, il cui addestramento è particolarmente dedicato al teatro mediorientale e alle missioni di penetrazione profonda, ma soprattutto è finalizzato alla guerriglia, al sabotaggio e alla sovversione, quando ne esistano i presupposti. Come nel Kuwait occupato. Sempre secondo l'analisi di Andrea Mergelletti, in Arabia c'è anche un reparto della Delta Force, specializzato nel recupero di ostaggi, un reggimento di Rangers aviotrasportati, con il compito di aprire la strada con raids e operazioni di interdizione, alle forze convenzionali. E' tornato nel Golfo anche un reparto che già aveva operato con successo ai tempi della guerra Iran-Iraq, la Task Force 160 ora chiamata 160° Soar (Special operations aviation regiment), impiegato a Panama e dotato di una grande mobilità per avere elicotteri MH53 e UH60 in grado di muoversi di notte a bassissima quota. La marina Usa ha inviato i Seal del Team 4 e 6, i primi specializzati nel sabotaggio, gli altri nel recupero di ostaggi. La Gran Bretagna, come si è detto all'inizio, ha sul posto reparti del Sas (almeno uno squadrone) e dell'Sbs ed il comandante dell'intero corpo di spedi¬ zione inglese è quel generale Peter de la Court de la Billière, direttore dall'82 del Sas dopo averne fatto parte per vent'anni, ottimo conoscitore dell'ambiente operativo arabo per essere stato varie volte in missione nell'Oman. Si potrà avvalere anche di due team (14 uomini) della 148a batteria osservatori avanzati, specializzati nell'infiltrazione in territorio nemico. Per la guerra non convenzionale i francesi hanno inviato elementi del Commando «Hubert», gli incursori navali d'Oltralpe, e istruttori del 13° reggimento Dragoni paracadutisti. Le sole nazioni arabe ad avere capacità Sof sono l'Oman (che ha da sempre istruttori inglesi), l'Egitto, che schiera una brigata di para ed una di commandos con una certa tradizione, e la Giordania, che ha una brigata di forze speciali, tipo Ranger, e una compagnia dedicata all'antiterrorismo. Se hanno oggi tre brigate di forse speciali, gli iracheni devono ringraziare gli inglesi (istruttori dei para nel '42) e gli americani (che nel '63 crearono la 3a Airborne), poi sostituiti dai sovietici negli Anni 80. Si tratta di uomini addestrati ad operazioni di sfondamento iniziale e di copertura nei ripiegamenti. Più propriamente per missioni da commandos sarebbe la 5a brigata che ha compiti di sabotaggio e di infiltrazione, l'unica che secondo gli analisti sarebbe oggi in grado di disturbare lo schieramento alleato in avanzata, sia per le capacità individuali che per l'equipaggiamento. L'invasione del Kuwait ha mostrato che questi uomini conoscono la tecnica degli attacchi eliportati e del combattimento in area urbana, [g. b.

Persone citate: Andrea Mergelletti, Court, Seal, Shield, Special Boat Squadron