La vera pazzia di Saddam di Igor Man

La vera pazzia di Saddam La vera pazzia di Saddam MUAMMAR Gheddafi, Al Qaid, cioè il leader della Libia, anzi della Jamahirja (governo delle masse) libica, è stato intervistato iersera dalla Gnn. Di solito il Colonnello esige di parlare in arabo e ci pensi, poi, l'interprete a tradurre. Ma gli americani, si sa, non possono perder troppo tempo, i ritmi delle dirette sono più che serrati, il satellite costa etc, sicché Gheddafi s'è espresso nel suo inglese piuttosto buono. Il leader è apparso cupo, gonfio di preoccupazione. Ha fatto dichiarazioni diremo rituali ma niente affatto bombastiche che avranno certamente deluso chi è abituato (e pretende) di vederlo sempre masticar petardi. Gheddafi ha preso le distanze da Saddam Hussein pur affermando (e non ha torto) che il popolo iracheno «non deve pagare per azioni di cui non è responsabile». Dopo l'intervista-flash, ma questo alla tv non s'è visto, Gheddafi s'è rivolto vetao un suo assistente dicendogli sconsolato: «Pazzi, sono tutti pazzi. Saddam, il Re, l'Emiro, Bush, Hussein di Giordania, Abu Ammar (Arafat), le "dodici scimmie" (cioè i capi dei Paesi della Cee), Gorbaciov: pazzi, sono tutti pazzi». Normalmente tacciato di «mercuriale follia», il Colonnello scopre e denuncia la follia degli altri, di quanti sono impegnati, chi più chi meno, in una guerra che angoscia un po' tutti non soltanto a causa della presente tragedia ma anche, se non soprattutto, per le incognite del dopo. Sadat chiamava Gheddafi «il pazzo di Tripoli» e in fatto qualcuno, nel mondo arabo, riferendosi a lui lo chiamava mabul, pazzo, ma non in senzo clinico bensì nell'accezione «sacrale» della parola. An¬ che i profeti, in Palestina, in Arabia, furono spesso oggetto di lancio di pietre e del grido: mabul! Ma il dittatore mesopotamico, lui, Saddam Hussein, è pazzo? La benemerita agenzia Ansa è andata a scovare a Pederoppa (Treviso) il prof. Al Khourashi Madhi Salai, 65 anni, già in esilio da 11 in Algeria e da qualche mese in Italia. Il professore che ebbe come allievo il despota di Baghdad, dice ch'è «pazzo, narcisista, egocentrico, egoista». «E' pazzo e solo contro il mondo, nessuno potrà farlo recedere dalla sua decisione». Per quel poco che conosco Saddam Hussein non credo che sia pazzo. «Non di una sua patologica, autistica ossessione si tratta - scrive Fiamma Nirestein - bensì dell'ambizione di diventare la "spada dell'Islam"». Pericolosa ambizione, come la storia ci insegna. Per quel che mi riguarda, così come ho giudicato sbrigativa l'etichetta di «fanatico» appioppata a Khomeini da coloro che ieri gli contrapponevano il «laico, razionale, baasista Saddam Hussein» oggi hitlerizzato con patetico impegno, ritengo che definire «pazzo» il neo-Califfo sia futilmente banale. A me sembra più pertinente la definizione di Karl Popper: Saddam è un «essenzialista», vale a dire una persona convinta, sinceramente convinta, di essere nel giusto. Sempre. Nell'Islam l'uomo è vicario di Dio ma Dio soltanto è il Giusto, il Misericordioso. Sicché chi non è umile pecca. Recita il Corano: «Ogni bene che ti giunge viene da Dio; ogni male che ti colpisce viene da te stesso» (4, 70). Igor Man

Luoghi citati: Algeria, Arabia, Baghdad, Giordania, Italia, Libia, Palestina, Pederoppa, Treviso