Intascò 300 milioni del Comune
L'ex segretario generale versava sul suo conto i diritti sui contratti: era peculato L'ex segretario generale versava sul suo conto i diritti sui contratti: era peculato Intascò 300 milioni del Comune Di Stilo in aula «patteggia»: un anno e 11 mesi F R A T E L L O S S E T T I OCCASIONI DI FINE STAGIONE L'ex segretario Rocco Di Stilo SAPER SP Rocco Orlando Di Stilo, ex segretario generale del Comune, accusato di essersi impadronito di oltre 300 milioni di lire destinati alle casse municipali, ieri ha preferito chiedere il patteggiamento in aula per evitare guai peggiori. Con il pubblico ministero Francesco Saluzzo ha concordato una pena di un anno, 11 mesi e 15 giorni di reclusione con la sospensione condizionale e ha chiuso così la sua storia. Era finito sotto processo per peculato e calunnia. Ha già restituito su ordine del giudice oltre 250 milioni. Il Comune resta ancora creditore, tra ammontare della somma e interessi maturati, di un altro centinaio di milioni. Originario di Galatro, in Calabria, 67 anni, abitante a Chivasso in viale Vittorio Veneto 53, Di Stilo è in pensione dal novembre 1987. La vicenda del peculato si riferisce proprio agli ultimi anni di servizio, dall'83 all'87. In quel periodo Di Stilo non ha versato nelle casse dell'amministrazione i PENDERE diritti di segreteria e di rogito incassati per i contratti con le aziende municipalizzate (Aem, Aam, Amrr, Atm). L'inchiesta nei suoi confronti prese l'avvio nell'estate '88 dopo un esposto presentato in Procura dall'assessore al Legale, avvocato Andrea Galasso. Il Comune, su proposta dello stesso Galasso, si è poi costituito parte civile con l'avvocato Mauro Ronco. Rocco Orlando Di Stilo, assistito dall'avvocato Gian Paolo Zancan, ha sempre respinto l'accusa: «I soldi che ricevevo come segretario dell'amministrazione li depositavo su un conto che poteva essere girato al Comune in qualsiasi momento. Io non sapevo nemmeno a quanto ammontasse il conto. Avevo scritto al ministero per avere lumi sulla quota di quei diritti che spettavano a me». E' la tesi che l'ex segretario ha ripetuto più volte. In pratica, secondo Di Stilo, su quei diritti la normativa non era molto chiara e lui aveva pensato bene di trattenere il di produzione industriale c'è una data di scadenza. In un recente passato, quando negli Anni 70 scattavano a spron battuto gli aumenti dei prezzi, non poche famiglie italiane hanno pagato cara l'avventura del risparmio con alcune provviste «troppo abbondanti» lasciate in cantine malsane o in garages non proprio a prova di igiene. Per l'olio, forse, ò un discorso diverso. Ma non ò raro che lettori si rivolgano a Saper spendere chiedendo che cosa si può fare per recuperare olio irrancidito conservato in lattine o vetro nelle cantine di casa. E l'acqua minerale? Per ora ò senza data di scadenza, ma deve essere mantenuta in ambiente idoneo, senza essere attaccata da umidità o sole diretto. Chi crede che il balcone sia una dispensa soltanto perché è inverno fa un errore grave. Resta lo scatolame, dal tonno alla carne alle verdure: occhio alla data di scadenza e soprattutto alla conservazione in ambiente non umido. Le scatole non devono né gonfiarsi né avere qualche punto di ruggine. Se ciò accadesse, l'unico rimedio sarebbe, buttare via tutto, cibo e soldi. Simonetta denaro in attesa di tempi migliori. Ha spiegato ancora l'imputato: «Io ricevevo il denaro su un conto aperto presso la Tesoreria in qualità di segretario comunale. Gli assegni che ho avuto erano tutti intestati al segretario del Comune, più il mio nome, visto che un riferimento doveva pur esserci. Solo nell'ultimo mese ho invitato alcune ditte a mandare direttamente gli assegni a me perché dovevo recuperare i bolli e le spese di registrazione». Una «procedura» ritenuta irregolare dall'ufficio legale del Comune che aveva presentato l'esposto. In particolare si è accertato che 47 assegni per un importo di 102 milioni di lire erano finiti su conti personali o cosiddetti d'uso familiare. Il pm aveva poi congelato il conto e imposto la restituzione dei soldi. Di Stilo l'aveva presa molto male, in particolare aveva scritto al sindaco una lettera in cui sosteneva di essere perseguitato dall'assessorato al Legale. Da qui, la denuncia per calunnia, [n. pie.] Anti-inquinamento Torino, via Roma 333 - Tel. 011/5611653
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