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ESTERO LA STAMPA Gioved MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'ira di Michail Gorbaciov si è rovesciata sui giornali. Su quelli progressisti che lo attaccano per il massacro di Vilnius, che lo accusano apertamente di avere imboccato la strada che riporta alla dittatura. Di fronte a questa ondata di critiche, il capo del Cremlino ha reagito con un nuovo gesto allarmante: ha proposto al Parlamento di sospendere la legge sulla stampa che, l'estate scorsa, ha fissato le garanzie per una libera informazione. Sospendere la legge significa reintrodurre la censura: affidare al potere il diritto di stabilire che cosa può essere detto e scritto. La richiesta di Gorbaciov non è passata, ma dimostra a quale grado di acutezza sia arrivato lo scontro politico in Urss. E la tensione sembra condannata ad aumentare nell'immediato futuro. Il Soviet supremo, ieri, ha fissato la data del referendum sull'avvenire dell'Unione: il 17 marzo 1 cittadini di tutte le 15 Repubbliche sovietiche dovranno pronunciarsi a favore o contro la nuova federazione. Sarà il primo referendum della storia dell'Urss e si annuncia come un appuntamento lacerante, condizionato da mille dubbi organizzativi e già contestato dalle Repubbliche ribelli. Ma il 17 marzo, oggi, appare davvero lontano. La crisi, esplosa con la notte di sangue a Vilnius, corre ogni giorno più in fretta. Già domenica, a Mosca, ci sarà una manifestazione di protesta dei radicali contro la «svolta a destra» e il clima si è fatto subito pesante con le inevitabili voci di truppe in stato d'allerta. Ma lo scontro, ieri, si è giocato ancora una volta nell'emiciclo del Soviet supremo, all'interno delle mura del Cremlino. E' qui che Gorbaciov ha lanciato la sua offensiva contro i giornali che «distorcono la verità», che «seminano la confusione nella mente della gente». Il Presidente si è scagliato contro l'editoriale pubblicato da «Moskowskie Novosti» e intitolato «Il crimine di un regime che non vuole uscire di scena». Un articolo molto duro, certo. «Dopo la domenica insanguinata di Vilnius, che cosa resta di quello che abbiamo ascoltato tanto spesso dalla bocca di Gorbaciov? Del socialismo umano, del nuovo pensiero, della casa comune europea? Praticamente nulla», e il verdetto del giornale. L'editoriale, scritto sotto forma di appello, è stato firmato da una trentina di politici e d'intellettuali tra i quali ci sono due consiglieri economici di Gorbaciov - Stanislav Shatalin e Nikolai Petrak. . - n una schiera di personagg noi come il chirurgo oculista, S i itoslav Fiodorov. Nelle nove pagine dedicate alla tragedia lituana, poi, proprio Shatalin ha pronunciato un'altra condanna contro Gorbaciov: «Quanto è successo nel Baltico non è un segnale di pericolo di dittatura, ma una manifestazione di dittatura». Nello stesso articolo, l'economista ha annuii- COLOMBIA Narcotrafficanti ESTERO

Persone citate: Fiodorov, Gorbaciov, Michail Gorbaciov, Nikolai Petrak, Shatalin, Stanislav Shatalin

Luoghi citati: Colombia, Mosca, Urss, Vilnius