Penelope alla guerra dell'etere

Penelope alla guerra dell'etere Penelope alla guerra dell'etere erano le 15 e qualcosa e che stava per far buio, insomma presto sarebbe stata notte, e l'attacco probabilmente sarebbe avvenuto di notte, perché gli iracheni sono in difficoltà la notte. Che confusione con i fusi orari. Più tardi qualcun altro, non ricordo chi, ha precisato che la notte ideale sarebbe stata quella del 17 gennaio, senza luna. Intanto passavano le ore e la gente si rasserenava altrettanto irragionevolmente come si era allarmata d'improvviso. E' una guerra o una non guerra diversa da tutte le altre. Almeno per la tv italiana. Sono aumentate moltissimo le donne sul piccolo schermo. Strapenelope alla guerra. Lilli Gruber ora si esibisce per il Tgl. Maria Giovanna Maglie si è fatta tutta la crisi dall'Iraq per il Tg2, e sempre per il Tg2, Bimba De Maria è andata in Tunisia, Neliana Tersigni per il Tg3 riferisce da Israele, e Paola Spinelli è, ancora per il Tg3, in Urss. E tante sono in studio: Carmen Lasorella ha dismesso il rossetto e gli orecchini per la gravità dell'ora. Se la guerra ci sarà, sarà ingentilita dalla loro presenza? Se ci sarà, sarà orribile. Lo dicono i commenti militari di Radio e Televisioni inglesi e americane che parlano di una tale concentrazione di mezzi di distruzione, di fuoco nel Golfo, da fare esitare l'Armata delI'Onu dal cominciare. Altro che Hiroshima. E di questo approfitta Saddam Hussein. Si diffondono voci su voci di possibili trattative. Le lettere del Papa hanno avuto effetto? La Rai-tv trasmette più immagini del Papa di quelle stesse di Saddam che, lui il più laico dei capi arabi, ma ormai preso da furore mistico, s'inginocchia a baciare la terra come Giovanni Paolo II quando va in giro per il mondo. A paura da Anno Mille è scattata solo negli ultimi, ultimissimi giorni prima della scadenza dell'ultimatum. Segno almeno d'imprevidenza. Ma anche nella più totale incertezza sui fusi orari. La Rai-tv, comunque, ha retto il confronto. La sera del 15 gennaio, Raiuno ha presentato un programma speciale diretto da Arrigo Levi con la presenza di quattro ministri in studio, De Michelis per gli Esteri, Rognoni per la Difesa, Battaglia per l'Industria e Scotti per gli Interni, ed esperti o inesperti di varie testate giornalistiche e non, nonché in diretta tutti gli inviati televisivi da Baghdad, Washington, Dahran, Amman, Gerusalemme, Mosca, Parigi. Molte chiacchiere. La guerra ci sarà o non ci sarà? Alla fine si sono accorti di non aver fatto parlare il gen. Luigi Calligaris. E' stato pregato di restare a portata di mano, mentre gli altri andavano a dormire. Quando la mattina del 16 si sono riaperti i canali, secondo un ordine capriccioso che ha visto, anzi ha sentito, Raitre parlare sul monoscopio fermo, Raidue restar chiusa, e riattaccare, dunque, Raiuno, il gen. Calligaris era ancora lì con la faccia gonfia di sonno e come al solito non molto da dire perché a lui va quasi sempre bene tutto. La Radio aveva già superato in slogan la Televisione. Giuseppe Chisari aveva detto al giornale radio delle 6,30: «Il vento del deserto comincia a portarsi via il nome pace scritto sulla sabbia». Un poeta. La frase, evidentemente, è piaciuta, quindi è stata ripetuta alle 7,30 dal Gr2. Nel frattempo l'ultimatum era scaduto e non era successo il finimondo. Da allora è stato tutto un conto alla rovescia senza riferimento. Verso le 13 e qualcosa, Paolo di Giannantonio parlando per il Tg2 dall'Arabia Saudita ha detto che lì Oreste Del Buono ! L'ultimo appello di De Cuéllar: ha cercato di convincere Saddam a ritirare