Lo stipendio dei prof essori e dei laureati in tuta blu

Lo stipendio dei prof essori e dei laureati in tuta blu Lo stipendio dei prof essori e dei laureati in tuta blu damente o troppo pagate e quelle che sono sottopagate. prof. Dino Jajani, Camerino docente al liceo classico Varano Basta provocazioni non siamo privilegiati I lettori de La Stampa sanno bene quale sia la tenacia con la quale Giovanni Trovati (...) interviene per stigmatizzare sistematicamente il trattamento economico degli insegnanti come un ingiusto privilegio. Ma il 23 dicembre ha raggiunto un livello di provocazione pressoché sublime. Titolo e testo esprimono un messaggio univoco: i professori guadagnano il doppio dei laureati dell'industria. Ma sta parlando di quelli della scuola secondaria, di quelli rappresentati da Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda? Di quelli di cui Luciano Lama, per citare solo il più strenuo paladino dei metalmeccanici, disse durante l'ultimo rinnovo contrattuale della scuola che percepivano stipendi tanto bassi da essere «assurdi, assolutamente inadeguati»? (...) La smetta di prenderci per dei privilegiati; e può anche darsi che il suo giornale decida di avvalersi di qualche altro esperto meno avventato di lui, dandogli la giusta buonuscita. prof. Giovanni Durand Genova Itcs Vittorio Emanuele II Quanto impegno per insegnare bene E' veramente frustrante ascoi tare ancora una volta voci così piene di scarsa considerazione nei nostri confronti. (...) Sa lei che cosa vuol dire insegnare con serietà e impegno? Vuole dire le ore di lezione al mattino, che sono 18 in classe, ma che con i vari buchi diventano tranquillamente 5 ogni mattina per 5 giorni. A tutt'oggi (...) i miei RISPONDE O.d.B. Egregio signor Del Buono. «Gli uomini Iddio li ha creati e Colt li ha resi uguali». In Italia gli onesti sono trattati male dai pubblici poteri. Si privilegia il recupero illusorio dei delinquenti e si trascurano le vittime. Le forze dell'ordine non ce la fanno a mettere le manette a tutti quelli che se lo meritano e la giustizia non riesce a tenere in galera gli incriminati. Perché non liberalizzare il possesso di armi individuali, limitandone l'uso alla legittima difesa?... Giovanni Riccio, Torino GENTILE signor Riccio, capisco che lei scherza, ma lo sa che non riesce a divertirmi, anzi m'inquieta mica male? Ci son già troppe armi in funzione in Italia. Anche se volessimo, non potremmo ignorarlo perché la televisione assicura per i pasti l'elenco e le immagini dei morti ammazzati di giornata in Sicilia, Campania, Calabria e non solo di quelle parti. Sparano i malviventi, sparano le forze dell'ordine. A crepare è spesso gente che non c'entra per nulla. E lei vorrebbe dar le armi anche alla gente qualunque? Un'arma, in mano anche al tizio più inoffensivo e più onesto, rischia inevitabilmente di corromperlo, di farne un potenziale pluriassassino. L'arma diventa il mezzo per contare. La legittima difesa non è più un limite, ma il concetto più Il trucalla pdi c estensibile contro qualsiasi opposizione o qualsiasi superiorità altrui. Sarebbe una sparatoria generale come e peggio che negli western truci di Sam Peckinpah o negli western spaghetti di Sergio Leone e ritorno. Dico: ritorno, perché i film di Leone con il loro fantasmagorico orrore e il loro successo internazionale ebbero il potere di togliere Peckinpah da un periodo di relativo oblio e il regista di Fresno discendente da una famiglia di pionieri con un favoleggiato pizzico di sangue pellirosse nelle vene dovette qualcosa al regista di Roma. E, in compenso, Leone s'immaginò Peckinpah tra i morti di uno sperduto cimitero della prateria. Oreste del Buono mente con lo stipendio che percepisco è difficile, aggiungere l'acquisto dei testi è impossibile. (...) Perciò mediti prima di giudicare assurde richieste rilevanti d: aumento e soprattutto sulla qualità del nostro lavoro e se vuole fare della polemica la faccia su chi nella scuola si siede alle cattedre solo per uno stipendio e rispetti chi il proprio lavoro lo svolge con impegno. prof. Anna Alfisi Zoppola (Pordenone) Il problema della scuola è la qualità Mi spiace di dover dissentire radicalmente da alcune opinioni espresse da Giovanni Trovati nel pezzo dedicato al contratto della scuola del 23 dicembre. In particolare Trovati, sostenendo la trita tesi dei sindacati confederali, reputa la funzione docente solo in base alla quantità di lavoro (più lavoro più soldi), tralasciando la qualità dell'insegnamento che è il vero problema della scuola, da quando leggi demagogiche e forsennate hanno immesso nei ruoli docenti e presidi senza verifiche preliminari adeguate. Credo sia persino superfluo ricordare che comunque il lavoro dei docenti è atipico e non può essere confrontato con quello del «laureato con la tuta blu» anche perché, comunque, lo stipendio di un professore italiano resta basso sia in assoluto sia in relazione ai livelli retributivi europei. Pier Franco Quaglieni presidente nazionale della Federazione italiana docenti Risponde Giovanni Trovati: «Un professore vale due volte il laureato in tuta blu?». Era il titolo di un articolo che - tra l'altro - confrontava gli aumenti concessi ai metalmeccanici con quelli ottenuti dai dipendenti statali, docenti compresi. Si portava il caso dei ferrovieri: «Un metalmeccanico di impresa privata addetto ai carri merci riceverà a regime 217.400 lire nette il mese: il dipendente delle Ferrovie dello Stato che svolge lo stesso lavoro con l'ultimo contratto ha avuto 900 mila lire il mese». Poi, «comparando qualifiche più o meno si-

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