A Bologna ancora sangue e paura

Commando di banditi assalta 3 distributori e tenta d'uccidere il militare che voleva fermarli Commando di banditi assalta 3 distributori e tenta d'uccidere il militare che voleva fermarli A Bologna ancora sangue e paura Ferito un carabiniere DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La tregua è durata pochi giorni. Tre banditi incappucciati e armati di pistola l'hanno rotta ieri sera, mettendo a segno, una dopo l'altra, tre rapine ad altrettanti distributori di benzina. Una di queste a Pianoro, un Comune della collina bolognese, si è conclusa con nuovo sangue. Un sottufficiale dei carabinieri, Emanuele Tamiazzo, di 27 anni, in servizio alla stazione di Pianoro, che ha tentato di reagire all'intimazione dei rapinatori, è rimasto ferito. Non gravemente per fortuna. Un proiettile l'ha colpito di striscio ad un piede, un altro ai glutei. Trasportato all'ospedale Sant'Orsola di Bologna è stato sottoposto ad un intervento chirurgico. Se la caverà in dieci giorni. Le rapine compiute ieri sera, tra le 18 e le 18,30, richiamano quella messa a segno il 27 dicembre scorso in una stazione di servizio a Castel Maggiore, alle porte di Bologna, durante la quale fu ucciso un cliente e il gestore rimase gravemente ferito. Durante la fuga, i banditi uccisero una seconda volta, sparando a freddo contro un testimone che li aveva visti cambiare auto. Non ci sono ancora gli elementi per affermare che si BOLOGNA BRINDISI. Un rapinatore è stato ucciso dal proprietario di una gioielleria di Carovigno in provincia di Brindisi nella quale era entrato insieme con un complice per tentare di portare via preziosi con la minaccia delle armi. E' accaduto poco dopo le 18 nel negozio «Radici», in via Treves, a ridosso della circonvallazione che collega il paese alla provinciale. Dalle prime ricostruzioni dell'accaduto, pare che il marito della proprietaria della gioielleria alla vista dei malfattori abbia reagito e, dopo aver impugnato un fucile che teneva nascosto nel retrobottega, abbia sparato una serie di colpi, uccidendo uno dei due rapinatori e ferendo in modo lieve un cliente che si trovava nel negozio. L'altro bandito è invece riuscito a fuggire facendo perdere le sue tracce agli investigatori. Sul luogo della sparatoria sono intervenuti i carabinieri. [Ansa] Il pg a Firenze BRINDISI Bologna. Qui, si sono fermati al distributore dell'Agip. Secondo una prima ricostruzione, due banditi sono rimasti sull'auto, il terzo complice è sceso: cappuccio in testa e pistola alla mano ha intimato a tutti di sdraiarsi per terra. Il brigadiere, che era in borghese, si trovava nell'ufficio del distributore e stava parlando con il gestore della pompa. Anche lui si è gettato a terra. Ha visto il bandito venire avanti, puntare la pistola alla tempia del benzinaio e mettergli le mani in tasca per sfilargli il portafoglio. A quel punto ha impugnato l'arma di ordinan¬ Una tragica immagine dell'agguato del 4 gennaio che costò la vita a tre carabinieri, i tracce di sangue a bordo. La circostanza smentirebbe la possibilità che uno dei tre banditi sia stato ferito. L'auto è risultata rubata lunedì a San Lazzaro. Come nelle altre rapine sanguinose che si sono succedute negli ultimi tempi a ritmi insoliti per Bologna, anche quelle di ieri sera hanno registrato un bottino esiguo: tre milioni e mezzo di lire sommando quanto hanno portato via in tutti e tre gli assalti. Ancora una volta si è sparato e si è rischiato di uccidere per poche lire. za che aveva con sè e ha fatto fuoco contro il rapinatore. «Credo di averlo colpito almeno due volte», ha detto prima di essere trasportato in ospedale. Ne è nato un confitto a fuoco nel cors j del quale sono stati esplosi numerosi colpi. Un'ora dopo gli investigatori hanno trovato l'auto usata dai banditi. Era stata abbandonata, con un foro di proiettile sul cofano, in via Fratelli Canova a San Lazzaro, poco lontano dal luogo dove il 4 gennaio scorso fu abbandonata la Fiat Uno bianca degli assassini dei tre carabinieri. Ad un primo esame, non sono risultate eri si è sfiorata la replica [foto apj Marisa Ostolani

Persone citate: Emanuele Tamiazzo, Marisa Ostolani