Ora l'esercito assedia Riga

Ora l'esercito assedia Riga Ora l'esercito assedia Riga E a Vilnius scomparsi 22 dimostranti Dimostranti per le vie di Vilnius: sui ca della televisione. Il bilancio ufficiale delle vittime di quell'azione parla di 14 morti, ma secondo le autorità lituane le vittime sarebbero di più visto che, malgrado le promesse di Gorbaciov, i militari non hanno consentito a nessuno di entrare nella torre («non vi è più alcun dubbio che vi sono persone morte o vive nella torre della televisione», ha detto Landsbergis, esprimendo «grande preoccupazione per il loro destino»). Almeno 22 lituani risultano infatti scomparsi da quella notte e, secondo il ministro della rtelli dei nazionalisti Gorbaciov è un paracadutista Difesa repubblicano Audrias Butkevicius, i paracadutisti sono stati visti mentre portavano via dall'edificio dei sacchi che, per dimensioni e peso apparente, potevano contenere cadaveri. Il comitato di salvezza nazionale, costituito dal partito comunista filo-sovietico in appoggio all'esercito, ha intanto chiesto l'introduzione in Lituania del regime presidenziale diretto, affermando che solo questa misura può evitare nuove violenze, ed ha accusato Landsbergis come principale responsabile dello spargimento di sangue. In questa situazione, i dirigenti lituani dicevano ieri sera di temere per la notte un attacco al Parlamento, e non a caso per tutta la giornata volontari e membri delle formazioni paramilitari hanno rafforzato le difese dell'edificio, situato nel centro di Vilnius, sul lungofiume del Neris. Enormi gru erigevano alte barriere posando sulle vie di accesso al Parlamento grandi blocchi di cemento, comunque insufficienti a trattenere i carri pesanti, mentre le barricate, costituite da tronchi e grate di ferro, venivano rafforzate lun¬ go tutto il perimetro dell'edificio. Centinaia di persone hanno infilzato su queste grate tessere del partito comunista, carte d'identità militari e passaporti sovietici, in un simbolico rifiuto della cittadinanza dell'Urss. Le guardie armate si sono fatte più numerose, ed hanno fatto la loro apparizione parecchi fucili da caccia ed un buon numero di pistole. Ad accrescere la tensione, del resto, sono state le allarmanti notizie giunte dalle altre due città baltiche, Riga (Lettonia) e Tallin (Estonia), che sembrano ricalcare fedelmente gli eventi già vissuti da Vilnius. A Tallin, infatti, cinquemila russofoni si sono radunati davanti al Parlamento locale per protestare contro gli aumenti dei prezzi, minacciando di proclamare uno sciopero se il governo non si dimetterà entro domani. A Riga le truppe del ministero degli Interni dell'Urss hanno dato l'assalto nelle prime ore del mattino all'Accademia della polizia lettone, malmenando una cinquantina di allievi. Anche qui i comunisti fedeli a Mosca hanno istituito un comitato di salvezza nazionale, chiedendo lo scioglimento del Parlamento. Da parte loro, gli indipendentisti lettoni avevano già eretto barricate e piazzato camion pesanti su tutte le strade che accedono al palazzo in cui si trovano Parlamento e governo. «Le forze reazionarie del partito comunista e dell'Urss stanno per organizzare un colpo di Stato per eliminare i governi eletti nelle tre Repubbliche baltiche - dice un comunicato diffuso dalle autorità lettoni -. In queste ore facciamo appello a tutti i popoli e governi affinché venga impedito un nuovo Kuwait». Due manifestazioni, una filosovietica ed una indipendentista, si sono svelte ieri sera, la prima presso lo stadio, la seconda davanti al Parlamento. Il presidente lettone Anatolij Gorbunov ha lanciato un appello alla calma, riferendo che il comandante del distretto militare del Baltico, generale Fiodior Kuzmin, ha assicurato che le truppe non intraprenderanno azioni aggressive. Eppure i portavoce indipendentisti esprimevano apertamente il timore che i militari potrebbero dare l'assalto al Parlamento già nelle prossime ore. Fabio Squillante

Persone citate: Anatolij Gorbunov, Butkevicius, Fabio Squillante, Fiodior Kuzmin, Gorbaciov, Landsbergis