Gorbadov Eltsin sta impazzendo di Enrico Singer

^W^S «Alimenta la tensione per i suoi fini, proporre un esercito russo è una provocazione» N^» \ Gorbado Elti t id ^W^S «Alimenta la tensione per i suoi fini, proporre un esercito russo è una provocazione» N^» \ Gorbado Elti t id ^W^SN^» \ Gorbadov: Eltsin sta impazzendo «Scoperto piano anti-pc a Vilnius» I radicali verso lo sciopero generale MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Speriamo che il compagno Eltsin non abbia perso del tutto la ragione. L'idea di creare un esercito russo è una provocazione. E' come aggiungere dinamite in una situazione già esplosiva». Michail Gorbaciov era furioso, ieri, sul podio del Soviet supremo e quando il dibattito, per l'ennesima volta, si è concentrato sulla crisi baltica, ha rovebeiato tutto il suo rancore. «Boris Eltsin non sfida soltanto i massimi organi del potere dell'Urss, ma aggiunge ulteriori elementi di contrasto, specula sulla tensione che esiste nel Paese. Io condanno questo modo di agire come un atto deliberato che incita allo scontro. Questo deve essere respinto e condannato». Ogni tregua tra i duellanti è infranta, la guerra tra il capo del Cremlino e il leader radicale c presidente della Repubblica russa, ormai, ò scoppiata. Lo posizioni dei due grandi protagonisti della scena politica sovietica non sono mai state tanto lontane. Dopo le dichiarazioni fatte da Boris Eltsin, lunedì, di ritorno da Tallinn, sulla «necessità di un esercito russo per difendere la Russia» e dopo quanto ha detto Michail Gorbaciov ieri in Parlamento, il presidente della più grande e potente Repubblica dell'Urss e L'INCENDIO DEL BALTICO VILNIUS DAL NOSTRO INVIATO La capitale lituana vive ore decisive, mentre nelle »itre due Repubbliche baltiche la tensione cresce di ora in ora, secondo uno scenario ormai già noto. La delegazione inviata a Vilnius dal Consiglio federale dell'Urss ha fatto ritorno a Mosca ieri sera, apparentemente senza ottenere risultati concreti, e malgrado 1'inlroduzione del coprifuoco sia stata sospesa ormai per la terza volta, le difese della cittadella degli indipendentisti lituani, il Parlamento repubblicano, sono state rafforzate in previsione di un attacco dei paracadutisti sovietici che molti credono imminente. Le posizioni sembrano inconciliabili. A fronte delle durissime posizioni assunte da Michail Gorbaciov, il presidente lituano Vytautas Landsbergis ha rilasciato ieri sera una dichiarazione infuocata. «Un piano diabolico, ben coordinato e tempestivamente messo a punto, viene ora realizzato», si legge nell'appello di Landsbergis ai capi di Stato e di governo stranieri. «Mosca è il centro, il luogo dove vengono prese le decisioni. Gli Stati Uniti, le Nazioni Unite e, soprattutto, Saddam Hussein, capiranno presto di essere solo degli esecutori, ma sarà troppo tardi. Il fascismo militarista rosso, con le armi nucleari tra le mani sporche di sangue, saia il vincitore padrone della situazione». «Faremo di tutto per mettere fine al crescere della violenza», ha detto al Parlamento lituano un membro della delegazione inviata da Gorbaciov, presentando ai deputati le proprie condoglianze per le vittime della «domenica di sangue» di Vilnius. «La situazione è più pesante di quanto noi si pensasse», ha detto il parlamentare sovietico in un'intervista alla tv. I dirigenti militari hanno assicurato che non vi saranno altri attacchi, ma simili garanzie erano state date già un giorno prima dell'attacco con cui i paracadutisti hanno occupato ieri un altro edificio, anche se di scarsa importanza: una sezione di quartiere dell'associazione sportivo-militare «Dosaaf», nei pressi della città universitaria. Ad annunciare la nuova occupazione ò stata radio Vilnius, che ha ieri ripreso le trasmissioni, interrotte dopo il sanguinoso attacco"dei para alla torre il presidente dell'Unione sono su barricate opposte. I deputati del Soviet supremo che ascoltavano Gorbaciov erano quasi pietrificati: l'impressione che un conflitto generalizzato sia dietro l'angolo e diffusa. «Non vedo quale margine resti per un compromesso. Qualcuno dovrà cedere», diceva ieri uno dei parlamentari del gruppo radicale «interregionale». Da quanto ha dichiarato dalla tribuna del Parlamento, Gorbaciov non ha alcuna intenzione di cedere. Anzi, la volontà del capo del Cremlino di riprendere in mano il controllo del Paese e di battere le tante sfide nazionaliste è diventata ancor più evidente. Nel suo discorso, Michail Gorbaciov non ha soltanto attaccato Boris Eltsin. Ha lanciato un avvertimento esplicito e minaccioso alle autorità della Repubblica lettone che appare sempre più come la prossima «tappa» della marcia repressiva anti-indipendentista. «Ricevo migliaia di lettere dai cittadini della Lettonia che mi invitano a imporre l'amministrazione diretta presidenziale nella Repubblica dove sono stati violati i diritti dei cittadini, dove sono state votate leggi anti-costituzionali», ha detto Gorbaciov. E' lo stesso copione della Lituania che si ripete. «Io chiedo ai compagni lettoni di cambiare politica, di fare qualche concessione. Altrimenti c'è il rischio che l'esercito compia qualche altra azione maldestra». L'azione «maldestra» è un attacco come quello lanciato sotto la torre della televisione di Vilnius. Se anche a Riga la situazione dovesse precipitare - avverte Michail Gorbaciov le conseguenze sul terreno potrebbero essere le stesse. E un avvertimento il capo del Cremlino lo ha rivolto anche ai giornali sovietici, a quella stampa progressista che ha criticato apertamente l'intervento armato. Per Gorbaciov «una sola ideologia e una sola via politica» dominerebbero ormai molti giornali che «parlano di dittatura in Urss e non vedono la situazione di dittatura che esiste già in certe Repubbliche». La «dittatura», secondo il capo del Cremlino, è quella che avrebbero esercitato i governi indipendentisti baltici varando misure anti-russe e anti-sovietiche, rifiutando il dialogo con il centro, definendo l'Urss «un Paese straniero». E Gorbaciov, per il secondo giorno consecutivo, ha bollato il presidente lituano, Vytaxutas Landsbergis, come un «intollerante con il quale non si può discutere». «Ogni volta sbandiera la sovranità violata di uno Stato indipendente. Ma quale Stato indipendente?», si è chiesto Gorbaciov. «In queste condizioni, le trattative non sono possibili». Per dimostrare quanto sovversivi siano i piani del governo indipendentista lituano, ieri sono stati anche mostrati alcuni «documenti» sequestrati nella sede occupata del Dipartimento della Difesa lituano. In un ordine classificato come «9-a» - secondo queste rivelazioni fatte dalla tv sovietica - era prevista la liquidazione materiale delle sedi dei «partiti stranieri»: in altre pa¬ role del pc fedele a Mosca che, secondo una legge lituana, è un «movimento che dipende da uno Stato straniero». Anche questo dimostra a quale livello sia arrivato lo scontro. E provoca allarme nel campo radicale. Ieri «Russia democratica» ha annunciato manifestazioni e, forse, uno sciopero generale se il Cremlino non ritornerà sulla via del negoziato per fermare l'incendio nel Baltico. Enrico Singer Il capo del Kgb Vladimir Kryuchkov (in alto) si congratula con il neoministro degli Interni Boris Pugo