L'Olp assolve Israele per l'agguato di Tito Sansa

L'ombra del gruppo irriducibile di Abu Nidal sull'assassinio dei vice di Arafat L'ombra del gruppo irriducibile di Abu Nidal sull'assassinio dei vice di Arafat L'Olp assolve Israele per l'agguato «Hanno colpito la linea del dialogo» Il killer era la guardia del corpo Arafat per frenare gli estremi tentativi di mediazione che il leader palestinese sta compiendo a Baghdad per indurre Saddam alla ragione. «Si è voluta colpire la linea del dialogo, della quale il vice di Arafat Abu Iyhad era il più convinto assertore», dice il direttore di un giornale. I sospetti maggiori sono indirizzati sul gruppo che fa capo ad Abu Nidal del quale Abu Iyhad era un avversario. Ancora di recente parlando con un gruppo di giornalisti il numero due dell'Olp aveva detto che egli era un agente al servizio del nemico. E' impossibile per il momento saperne di più. Nella bianca villa di Cartagine dove è avvenuta la strage, immersa tra le palme e alta sul mare vicina all'ambasciata dell'Iraq, non si entra e nessuno di coloro che sostano fuori apre bocca. Al quartier generale dell'Olp nel centro di Tunisi non c'è nessuno di quelli che contano. «Sono tutti in viaggio», dicono. Non si sa neppure quando le tre vittime verranno sepolte, anche se Arafat è già tornato a Tunisi per i funerali. Certo è che non si svolgeranno oggi, perché il governo tunisino ha chiesto che la cerimonia non coincida con la scadenza dell'ultimatum a Saddam Hussein perché teme incidenti. La polizia tunisina ha intanto ricostruito il triplice assassinio. «Lunedì sera alle 23 - è detto in un rapporto - al pian terreno della villa di Abu Al Haul, vigi¬ lata all'interno da guardie palestinesi e all'esterno da agenti della sicurezza tunisina, un palestinese addetto alla guardia personale ravvicinata di Abu Al Haul ha aperto il fuoco sui tre responsabili palestinesi usando due armi automatiche del tipo kalashnikov, uccidendoli all'istante. L'assassino si è quindi rifugiato al piano superiore dove ha preso in ostaggio i membri della famiglia di Abu Al Haul, formata dalla moglie e dalla figlia». «Le forze di sicurezza tunisine - continua il rapporto - hanno dato l'assalto all'edificio, riuscendo a catturare l'assassino e a liberare gli ostaggi». La polizia tunisina riporta quindi l'informazione di fonte ufficiale palestinese che «la responsabilità è di un solo assassino, il quale fu reclutato circa un anno fa per garantire la guardia personale ravvicinata di Abu Al Haul». Come nel caso di Indirà Gandhi, il capo della sicurezza dell'Olp è stato ucciso proprio dalla persona che avrebbe dovuto proteggere la sua vita. La domanda che iersera ci si poneva a Tunisi è se l'assassino, del quale qualcuno fa il nome (si tratterebbe di un certo Abu Zaid) abbia agito per conto di qualcuno e se abbia avuto dei compiti. La polizia non fa alcun cenno a ciò, ma da fonti ben informate risulta che «diverse diecine» di palestinesi sarebbero stati arrestati nella mattinata di ieri. Nei giorni precedenti, in connessione con una dichiarazione allarmata del ministro degli Interni Abdelhamid Escheikh («la Tunisia ospita l'Olp e dobbiamo perciò prevedere eventuali operazioni con gravi conseguenze») la polizia tunisina aveva arrestato alcune centinaia di fondamentalisti islamici ostili a qualsiasi cedimento di fronte agli occidentali. Di «cedimento» era stato accusato proprio il vice di Arafat, che ancora la settimana scorsa aveva accompagnato il suo capo a Baghdad nei colloqui con Saddam Hussein. Fautore da anni della collaborazione con l'Occidente, assertore di una politica realistica basata sul compromesso, Abu Iyhad aveva espresso le sue opinioni e i suoi timori all'ambasciatore d'Italia a Tunisi, Moreno, ancora il giorno pri¬ ma di venire assassinato. In quello che forse è stato il suo ultimo incontro politico prima di morire, Abu Iyhad aveva riferito al nostro ambasciatore di non avere più speranze in un ravvedimento dell'ultima ora di Saddam Hussein. «Ho già indossato il mio «keffen» (l'abito bianco in cui vengono avvolti i morti musulmani)», aveva detto Saddam Hussein ai suoi ospiti palestinesi. Per Abu Iyhad questo era il segno inequivocabile che ogii speranza era perduta. Non immaginava certo che nel bianco «keffen» ricoperto dalla bandiera palestinese sarebbe stato avvolto lui stesso. «Era tornato da Baghdad sgomento nei confroii.. 'ella guerra», ricorda l'ambe:' itore Moreno. Tito Sansa Una manifestazione di cordoglio organizprofughi della Giordania: il corteo porta fotografie dei due leader dell'Olp assassi zata da palestinesi, ieri in un campo bandiere abbrunate e grandi nati lunedì notte a Tunisi