«Dakar» tutta italiana Orioli ritorna a vincere
«Dakar» tutta italiana Orioli ritorna a vincere «Dakar» tutta italiana Orioli ritorna a vincere TICHIT. Dopo i tragici eventi dei giorni scorsai, la Parigi-Dakar, diretta da un inflessibile Gilbert Sabine («la corsa andò avanti anche quando morì mio figlio, è mia intenzione continuare»), continua in clima apparente di tranquillità. Va comunque segnalato il ritiro del team spagnolo Nissan Repsol. Il manager Paco Crous, infatti, ha voluto dare un esempio: «La vita umana è più importante della corsa ed io ho deciso di ritirare le tre auto e i camion di assistenza. Bisogna che qualcuno faccia il primo passo: l'abbiamo fatto noi». La prima parte (Nema-Tichit, 482 km), della quarta e ultima «marathon» Nema-Kiffa (di 1.015 km) è stata forse una delle più impegnative di tutta la corsa. In generale per tutti i mezzi questa frazione si è rivelata una trappola nella quale i piloti hanno avuto grossi problemi di navigazione con con¬ seguenti tempi lunghi e velocità molto ridotta. Tra le auto, buona prova della Mitsubishi con Ericksson, primo a Tichit davanti al compagno di squadra Lartigue. Al terzo posto la Lada di Tambay che ha preceduto Klaus Seppi (Nissan) e il leader della corsa Vatanen (Citroen), attardato da problemi con i pneumatici che 10 hanno costretto a una sosta. Da segnalare che l'equipaggio Vismara-Fogar penalizzato di 12 ore sabato e precipitato al 50° Dosto, ieri ha recuperato dieci posizioni. Tra le moto Edi Orioli, nonostante le delusioni di questa «Padak», ha trovato il modo di affermare la superiorità della sua Cagiva tagliando per primo 11 traguardo seguito da Mandelli (Yamaha) e Medardo (Gilera). Sempre primo in classifica Peterhansei davanti a Lalay e Magnaldi. Orioli è 9° a oltre 4 ore da Peterhansel.
Persone citate: Edi Orioli, Fogar, Gilbert Sabine, Klaus Seppi, Lartigue, Magnaldi, Mandelli, Peterhansel, Tambay, Vatanen
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