Sbagliano porta e vita i giovani della Ginzburg

Sbagliano porta e vita i giovani della Ginzburg Sbagliano porta e vita i giovani della Ginzburg ROMA. Con felice iniziativa un nuovo, piccolo gruppo di giovani attori (per quattro quinti provenienti dall'Accademia d'Arte Drammatica «Silvio d'Amico») ha allestito, diretto dal suo vecchio insegnante Mario Ferrerò, «La porta sbagliata» di Natalia Ginzburg, scritta più di vent'anni fa e non più eseguita dopo il 1972. E' una commedia amara e ironica, delicata, prelibatissima. Come in quasi tutte le altre della scrittrice, i personaggi sono più portati al monologo, anche lungo, che al dialogo; i più importanti, o perlomeno quelli di cui più ci si occupa, non sono mai in scena; e di fatti concreti ne accadono pochissimi. La porta sbagliata del titolo è quella imboccata, almeno secondo i suoi amici, dal protagonista Stefano quando sceglie di sposare la nevrotica Angelica, che vive nel ricordo dell'ex marito, oltretutto padrone della casa dove abitano. Durante un lungo ponte la coppia ospita due conoscenti, Giorgio e Tecla, più il taciturno Raniero, che si è loro aggregato; e tutti cercano di occuparsi di Angelica, che non vuole mangiare e non si sente in grado di allevare la bambina avuta dal primo marito. Stefano, buon samaritano per costituzione, è anche perseguitato telefonicamente dalla madre e dalla suocera, ansiose di essere rassicurate sull'armonia della coppia. Ma l'argomento principale dei discorsi è sempre Cencio, il fantomatico ex marito, un insopportabile egoista che Pierluigi Misasi però gli altri ammirano per l'agio con cui attraversa la vita, prendendosi quello che gli fa comodo. Infischiandosi della non dissimulata gelosia della ex moglie, costui in una visita lampo le pianta in casa una futura sposa, straniera e oltretutto incinta, e sparisce, diretto a un convegno repubblicano a Napoli, quindi a Gerusalemme, col regista Vadim che lo ha incontrato in un ristorante e gli ha offerto di punto in bianco una parte in un film... Con gradevoli elementi d'epoca - i dischi a 33 giri, il look zingaresco di Tecla, con stivali e cintura di pelle a frange - «La porta sbagliata» presenta convincentemente una situazione che non ha cessato di essere attuale, quella di un gruppo di giovani indecisi su come gestire i rapporti in una società ormai priva di certezze, dove il perbenismo e l'organzino delle madri sembra lontano anni luce. Chi se la cava meglio è in fondo Stefano col suo ostinato assisten- zialismo; gli altri appaiono tutti invischiati nei loro dilemmi personali. L'adesione al testo, la pulizia, la freschezza sono doti più rare dell'esperienza, ho pertanto molto apprezzato il garbo dell'esecuzione, e particolarmente i coniugi in crisi (Pierluigi Misasi e Alexandra La Capria); Alfonso Liguori, Francesco Apolloni ed Elena Croce sono gli amici. Molto calore al Flaiano di Roma, e buoni auspici per la tournée. Aflasolino d'Amico

Luoghi citati: Gerusalemme, Napoli, Roma