Croce Rossa pronta all'emergenza

Croce Rossa pronta all'emergenza Croce Rossa pronta all'emergenza Ammassate a Cipro scorte di viveri e medicinali Un grande campo capace di ospitare 30 mila profughi più un'altra decina di campi «di transito», ognuno in grado di accoglierne almeno cinquemila; un gruppo di lavoro permanente composto di un centinaio di persone; una serie di unità mobili pronte a partire per il Golfo; rinforzi sia sul piano del personale sia su quello della sicurezza a cutte le delegazioni residenti nell'area: anche il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) si prepara all'eventualità di una guerra. Il materiale viene in questi giorni ammassato a Cipro, località da cui è facile raggiungere qualsiasi punto della regione venisse per primo e più duramente colpito. Ci sono viveri, medicinali, coperte, veicoli, mezzi di trasporto, tutto quanto può servire in situazioni disperate. Per essere immediatamente disponibili nei casi di emergenza, scorte di questo tipo vengono regolarmente custodite nei depositi che il Cicr ha in varie città, tra cui Ginevra. Qui, per esempio, è pronto pure uno speciale impianto per le telecomunicazioni, in grado di essere attivato subito. Dove allestire il campo profughi più grande, e gli altri, lo si deciderà solamente dopo l'eventuale scoppio della guerra; lo stesso per la destinazione delle unità mobili, alcune decine di persone che agiranno in stretto contatto con la sede centrale e si aggiungeranno ai 50 delegati del Cicr stabilmente dislocati in Medio oriente. Ciascuno di essi ha già ricevuto istruzioni su quanto l'ente ha approntato e sul come, nei vari settori, intende agire. Contemporaneamente, da Ginevra sono state sensibilizzate tutte le società nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa Di fianco all'imponente apparato medico-sanitario (non presente però sui campi di batta¬ glia, perché il Cicr si occupa di protezione civile e condizioni nelle carceri), una decina di altri settori sono stati previsti. Fra essi, quelli relativi alla detenzione (visitare i prigionieri di guerra è compito classico dell'ente), e al servizio ricerche: sono questi funzionari a dare notizie alle famiglie, rimettendole in contatto con i loro cari sovente creduti morti o dispersi e provvedendo a recapitare di persona la corrispondenza con i prigionieri. Negli otto anni dulia guerra Iran-Iraq, per esempio, furono ben 10 milioni le lettere scambiate in questo modo fra detenuti iraniani e iracheni con le rispettive famiglie. Sono stati messi a punto anche gruppi preposti ai lati specificamente organizzativi delle varie operazioni, ed altri che avranno cura di servizi come quello giuridico, o delle informazioni per la stampa, o del reperimento di fondi. Per ora, nessun appello ò stato deci¬ so per chiedere contributi ai vari Stati- lo si farà se scoppierà la guei rà. Ma già dallo scorso mese di dicembre il Cicr aveva contattato i vari governi, nell'ipotesi di un conflitto. Dapprima aveva inviato un memorandum ai 164 firmatari della Convenzione di Ginevra per ricordare l'obbligo di applicare e far applicare le norme del diritto intemazionale umanitario: cioè i doveri di soccorrere i feriti compresi i nemici, di rispettare la vita e la persona dei prigionieri, di proteggere i civili e le installazioni indispensabili alla loro sopravvivenza (ad esempio, in Kuwait, dove c'è penuria di acqua, gli impianti per distillare quella marina). Subito dopo queste raccomandazioni, l'ente si era rivolto a ognuno dei Paesi coinvolti nel Golfo per ribadire l'esigenza di ottemperare a tali leggi. Ornella Rota

Persone citate: Mezzaluna, Ornella Rota

Luoghi citati: Cipro, Ginevra, Kuwait