l'lntifada apre il fronte

La Corte Suprema d'Israele ordina di distribuire le maschere antigas anche agli arabi La Corte Suprema d'Israele ordina di distribuire le maschere antigas anche agli arabi l/lntifada apre il fronte Ovest Il proclama di guerra degli ultra palestinesi PECHINO «Sì alla Conferenza sul Medio Oriente» PECHINO. La crisi del Golfo può essere risolta solo con un immediato e incondizionato ritiro delle truppe irachene dal Kuwait, tuttavia una soluzione a lungo termine è impossibile se non si affronta nel suo complesso la questione mediorientale. Per questo motivo, la posizione della Cee - favorevole a una conferenza di pace internazionale - rappresenta una misura «ideale e realistica». Lo ha affermato ieri l'agenzia «Nuova Cina». La crisi attuale - continua l'agenzia - è derivata dagli aspri conflitti scoppiati periodicamente nella regione dalla Seconda guerra mondiale a oggi e riflette le nuove contraddizioni sorte dai recenti mutamenti nell'assetto politico mondiale. I cinesi sono allarmati dalle prospettive di guerra e, secondo un'inchiesta condotta dal «Quotidiano delle donne», il 95 per cento degli intervistati seguono regolarmente gli sviluppi della crisi, «anche ascoltando radio straniere per essere meglio informati». Il 100 per cento si dichiara a favore di una soluzione pacifica. quillità. Dalla collina più alta di Gerusalemme, la collina dell'Hilton, Abba Eban cerca nel paesaggio della Giudea il ricordo dello schieramento arabo nel conflitto del 1967. «Sì, era proprio qua sotto. Centinaia di tanks. Ma quanti di noi oggi azzardano paralleli con quel momento, sbagliano completamente. L'esistenza di Israele non è in pericolo e Saddam non è in grado di muoverci guerra». Flemmatico come l'ex ministro di Golda Meir, il portavoce del ministero degli Esteri spiega che per il governo il 16 gennaio in teoria è un giorno qualunque; scuole, banche, uffici saranno aperti. «Ma per scrupolo ci prepariamo al peggio». Così ieri mattina intorno all'ospedale Ichilov di Tel Aviv, prove generali in caso di attacco con i gas. Centinaia di soldati di leva, nella parte dei feriti, soccorsi, sciacquati sotto docce speciali e quindi smistati nei reparti. In tv, accampagnate da una musica allegra, le istruzioni in caso di gas: come usare le maschere, come sigillare le finestre (il prezzo dello skotch è triplicato). Nelle basi aeree, piloti già negli abitacoli degli F-16: sarebbero in volo in 90 secondi. Ma questa mobilitazione non è sufficiente a tranquilizzare gli israeliani; tantomeno a rassicurare i palestinesi, cui il governo di Shamir fino a ieri rifiutava le maschere anti-gas. Solo per effetto di una tardiva quanto dura denuncia della Corte suprema israeliana («Una vicenda vergognosa»), ieri l'Esercito ha deciso di distribuire l'ultimo stock di 170mila maschere tra gli arabi che vivono a ridosso di Gerusalemme e della linea verde. Ma si calcola che domani notte nove palestinesi su dieci saranno indifesi davanti ad un attacco chimico (al contrario dei 70mila coloni israeliani). E poiché gli Scud iracheni hanno una deriva di 1-3 km, in teoria è possibile che un missile a testata chimica indirizzato su un bersaglio israeliano finisca su un villaggio palestinese. La popolazione araba si sente usata come deterrente umano da Israele. Così è nei villaggi arabi che s'incontra la paura. Paura dei gas; di vendette di coloni; dei guai che potrebbe provocare la scatenata shebab, l'incontrollabile gioventù palestinese: ieri la prova generale. Incitata alla «guerra santa» da volantini dei fondamentalisti di Hamas e di [Ansai due gruppi oltranzisti dell'Olp, la shebab ha inscenato euforiche manifestazioni nei territori occupati. La dotazione esibita dai cortei, alcune pistole e qualche mitra, sembra sufficiente a creare le condizioni per scontri armati con i coloni, nello stile di una lotta tribale ormai raccontata da storie di ordinaria atrocità (domenica, un arabo fucilato dai coloni, una palestinese sospettata di collaborazionismo impiccata; ieri, un bimbo di 12 anni ucciso da soldati). Questa sotto-guerra potrebbe risultare la variabile impazzita in una situazione che altrimenti Shamir ritiene di poter padroneggiare. Una seconda incognita è l'atteggiamento della Giordania nel caso che Israele ne invadesse lo spazio aereo per contrattacare l'Iraq. «Credo che i giordani conoscano la nostra posizione», ha detto ieri sibillino un portavoce del governo. Tutto comunque si giocherà nello spazio di pochi giorni, Israele ne è convinta. Poi si aprirà una fase assolutamente incerta, cui già si comincia a pensare. Anatoli Sharanski ci dice che l'abbraccio dell'Olp a Saddam «ha indebolito l'idea di un compromesso per i territori occupati: nel dopo-guerra una mediazione sarà più difficile». Eban è di parere opposto. «A guerra conclusa la pressione internazionale su Israele si farà molto più forte». Guido Rampoldi Un soldato israeliano insegna a un bambino a usare la maschera antigas [fotoap] gelosiscono gli yankees. Esempio la sistemazione dei 300 uomini in divisa azzurra felici padroni di casa di 84 prefabbricati ad aria condizionata, confortevolissimi, allestiti nel giro di un mese da Roberto Alvigini, un imprenditore ligure da molti anni nella zona. Nel villaggio Italia le sorprese abbondano: sala giochi, la cucina con il forno-pizza, persino l'impastatrice per il gelato. Però i cocchi rimangono loro, le micidiali «cavallette» rombanti, dal costo unitario di svariati miliardi di lire costruite dalla Panavia, il consorzio italo-tedesco-inglese, preparate nella base Nato di Cottesmore, in Inghilterra, arrivate dall'Europa grazie al rifornimento in volo messo a disposizione dalle aerocisterne della Raf. «I dieci Tornado in versione IDS (interdizione ed attacco) spiega il comandante del Gruppo colonello Mario Redditi, toscano, "top gun" nei corsi Nato in Nevada - sono in grado di decollare da 600 metri di pista nel giro di pochi minuti per accorrere in aiuto alle navi se la loro vulnerabilità venisse minacciata. Ma non siamo sempre con la sciabola sguainata, sarebbe inutile tendere i muscoli giorno e notte, l'importante è muoversi bene al momento dell'allarme». Da alcuni giorni, in previsione del peggio, la soglia di protezione è stata innalzata, sono stati aboliti i permessi, 14 carabinieri vigilano gli accessi al recinto. Gli apparecchi hanno subito alcune modifiche essenziali per l'impiego desertico, in particolare l'applicazione di speciali palette monocristalline per il compressore a getto in modo da non comprometterne la funzionalità causa l'erosione dal pulviscolo di silicio che si spinge ad altezze incredibili quando i jet multiruolo superano di due volte le velocità del suono. Allora la parola passerà ai missili Maverick, Kormoran e Sidewinder montati sotto le ali? Sentiamo il capitano pilota Cordiale Riccio: «Siamo pronti, non ci faremo picchiare sui denti» mentre un aviere affigge alle sue spalle l'ultimo ordine di servizio ed è subito un brivido di paura. Sono le norme di difesa contro eventuali attacchi di gas nervino. Piero de Garzarceli

Persone citate: Abba Eban, Anatoli Sharanski, Cordiale Riccio, Eban, Golda Meir, Guido Rampoldi, Raf, Roberto Alvigini, Shamir