Gli iraniani
Gli iraniani Gli iraniani Iraq, nemico terribile TEHERAN. «Più sono disperati e più vendono a caro prezzo la pelle», dicono dei soldati iracheni i loro ex nemici, gli iraniani reduci della terribile guerra 1980-88. Il vice ministro degli Esteri Ali Mohammad Besharati, che dirigeva i servizi di spionaggio dei pasdaran, non ha dubbi che l'aviazione americana sarà padrona dei cieli, ma per cacciare fisicamente gli iracheni fuori dal Kuwait, dice, potranno essere determinanti i combattimenti sul terreno, nei quali gli uomini di Saddam hanno dato ottima prova contro l'Iran. Il dittatore schiera 540 mila uomini con 4000 carri armati; la forza multinazionale supererà i 600 mila uomini, con 3000 tank. Secondo Amir (i reduci di guerra iraniani vogliono essere identificati solo con il nome) sbagliano gli strateghi occidentali che prevedono una rapida risoluzione del conflitto. «Gli iracheni sono capaci di sopportare un gran numero di perdite e di continuare a battersi sui cadaveri dei loro commilitoni», dice Amir che come fante ha partecipato a molte delle principali battaglie dell'80-88. «Gli americani devono prepararsi a subire molti morti». Il bilancio ufficiale delle perdite umane della guerra tra Iran e Iraq non è mai stato fatto, ma si calcola che i morti abbiano superato il milione, pressappoco metà per parte. «Gli americani sapranno accettare il numero di morti che gli iracheni hanno accettato nel corso della guerra contro di noi?», si chiede Amir. «La maggior parte dei soldati iracheni ha otto anni di vera guerra alle spalle, mentre i giovani americani inviati nel Golfo non hanno mai visto cos'è la guerra, non hanno mai ucciso, non si sono mai trovati vicini alla morte. Quando noi scendemmo in guerra contro gli iracheni, sia noi che loro mancavamo di esperienza e ce la siamo fatta insieme». Secondo Ali Reza, ufficiale dei servizi segreti ai tempi della guerra, i soldati iracheni ubbidiscono ciecamente a Saddam. «E' incredibile il suo ascendente sulle truppe. Tanto più che hanno terrore della fuga: se osano voltare le spalle gli sparano contro i loro stessi compagni. Quindi sono disposti a rischiare il tutto per il tutto senza arrendersi». E le armi chimiche? «Provocano molte vittime, ma è ancora peggio l'orrore che nrovocano in chi sopravvive». i (Agii
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