Gelosi dì me e della Juve

Maifredi a cuore aperto prima di Pisa: chiede a Zoff di regalargli il primato e giura sul valore dei suoi Maifredi a cuore aperto prima di Pisa: chiede a Zoff di regalargli il primato e giura sul valore dei suoi Gelosi dì me e della Juve «Chi mi critica lo fa per invidia» SI GUARDA AL LETTINO DELLA SAMP Interessate le altre big GLI occhi sulla Sampdoria, soprattutto. Per vedere come reagirà alla botta ricevuta dal Torino ed alle sferzate (stando agli umori blucerchiati) subite dagli arbitri. Lecce non è un campo facile, non inganni la classifica. I ragazzi di Boniek hanno qualità. La coppia Aleinikov-Mazinho farebbe gola a tanti, Garzya è fra i migliori marcatori del campionato, Benedetti ha ancora cervello e dinamismo. E poi hanno orgoglio: la Juve l^a corso rischi allo stadio Del Mare domenica 7 ottobre, prima di capovolgere la situazione con un'invenzione di Di Canio. Il de profundis recitato da molti al capezzale della squadra £i Boskov al momento sa di previsione avventata. I blucerchiati possono recuperare due punti nel recupero con la Roma: se superano in qualche modo l'attuale delicatissima emorragia (infortunati Cerezo e Mannini, squalificati Mikhailichenko, Pagliuca, Mancini ed Ivano Bonetti) potranno rialzare la testa anche perché, se miglioreranno le condizioni dei terreni sotto cura, ne approfitteranno non solo Juventus e Milan. La Samp forse ha la media voto più alta in fatto di piedi buoni (ripetiamo «media» per evitare i prevedibili lai dei fans rossoneri e bianconeri). Oggi, comunque, la prima risposta. Solo stasera (in caso di una nuova sconfitta) i corvi avranno ragione di gracchiare. Solo la sua particolare situazione chiama attenzioni sulla Samp. Altrimenti le grandi sarebbero accomunate in una domenica da 5 milioni ai «tredici». Trasferte normalmente difficili per Inter, Juventus e appunto Sampdoria, giornata apparentemente prò Milan, nel resto del panorama più gare da «x». Qualche doppia e non si dovrebbero correre rischi, con tutto il rispetto per la storia del «campionato degli equilibrii». E' una convinzione di comodo degli allenatori che hanno i giocatori migliori e perdono la partita: esaurite le tesi sulla palla rotonda, la ruota che gira e la sfortuna, resta appunto il «siamo tutti uguali». Sappiamo tutti che non è vero, e resteremo dell'idea anche se oggi si verificassero grosse sorprese. Nella sfida con la Toscana, il sale del Pisa sulla Juventus e la grinta dei «torinesi» Buso e Fuser sul campo del Toro. Qualche pizzico di pepe dovrebbe vivacizzare Napoli-Roma, partita che mette di fronte due decadute sotto la metà di una classifica per altro ancora corta. Torna Bianchi al San Paolo e non trova Maradona che ha approfittato della squalifica per volare a Buenos Aires. Semmai il vero «toto» è sulla data del ritorno di Diego. Pari a quota 14, azzurri e giallorossi vogliono risalire con un colpo di reni. Piccante anche Cagliari-Bologna per la zona retrocessione, Cesena-Parma per la posizione di Lippi sulla panca romagnola. Dei sei allenatori di queste tre partite solo due non sottoscriverebbero per un pareggio: Bigon e Ranieri. Bruno Perucca Platini ritorna in archivio e lascia il posto ad Anconetani che del Pisa è il leader anche se in campo scende solo per spargere sale a chili. E' la terza volta che la Juve affronta nella stagione la squadra toscana, in precedenza l'ha regolarmente battuta in Coppa Italia: ci riuscisse ancora potrebbe augurarsi per domani un titolo di questo tipo: Zoff regala il primato a Maifredi. Quasi una soluzione di continuità fra passato prossimo e presente. Allora sì che lo scudetto non sarebbe utopia. Ma il tecnico della Signora fa spallucce. Lui dice che a quel triangolino tricolore sarà possibile pensare solo a primavera. La riflessione finisce con un «però...». Cerchiamo di capirci di più. E Maifredi, con un pizzico di riluttanza, spiega: «Delle quattro squadre di testa la Juve è quella che ha i maggiori margini di miglioramento. Almeno in teoria: non si dimentichi di scriverlo, altrimenti mi danno del presuntuoso e altro ancora. Dico così perché Inter, Milan e Samp hanno cambiato poco e il loro gioco poggia su schemi e uomini collaudati. Ma questo non vuol dire che siamo da scudetto. Le differenze sono lievi. Però...». Il discorso ricomincia da Juve-Inter: «Mi piace ricordare questa partita, la nostra migliore, l'unica in cui ho avuto a disposizione tutti i giocatori. Il gioco fu di prim'ordine, il risultato non è di quelli che si dimenticano presto. E ditemi che l'Inter subisce troppi gol. Ciò che conta è la differenza fra le reti segnate e quelle subite». Ma cosa manca alla Juve per porsi decisamente sopra il mucchio? Un mediano? Un difensore? Il terzo straniero? La risposta non si fa attendere: «Potrei dire che siamo a posto così e che saremo ugualmente grandi. I risultati non ci danno torto, siamo in lizza in tutti i tornei con buone prospettive di ripeterci in Europa. C'è stato un rallentamento dell'apprendimento del nuovo gioco con gli infortuni e le squalifiche che ci hanno privato di Julio Cesar e Casiraghi. Di tutti gli altri giocatori possiamo fare a meno, di questi due no perché non hanno ricambi. Adesso sia¬ mo ripartiti. Possiamo fare cose buonissime sempre che la fortuna ci assista: intendo la possibilità di avere l'organico al completo. Al resto pensiamo noi, ne abbiamo gli uomini, i mezzi, le idee, la struttura». Il tempo di prendere fiato: «E' vero che non abbiamo incontristi e che non abbiamo acquistato il terzo straniero. Mi dica lei chi avremmo potuto prendere per rafforzare davvero una squadra come la Juve? Chi c'era sul mercato da Juve? La squadra è forte così, a certe lacune possiamo ovviare con l'applicazione di tutti. Mi pare che nessuno si tiri indietro, tanto meno sul piano mentale. E io, da parte mia, cerco di sfruttare al meglio gli uomini che mi sono stati affidati. Come Corini. L'abbiamo preso pensando al futuro, si è rivelato subito utile». Maifredi non lo dice ma questo Corini, che sul campo si muove e ragiona come un trentenne, rischia di diventare il regista della Juve e magari della Nazionale. Per vincere, nel calcio, bisogna anche rischiare, e Maifredi non rientra certo tra i pavidi. Corini, allora. E poi? E' in arrivo Reuter, vero? «Il tedesco è forte, difende bene e dà una grossa mano al centrocampo, fra l'altro costa a parametro. Risentiamoci più avanti, parliamo invece di questo gruppo che non difetta di abnegazione e umiltà. La storia del raid la cui fortuna sportiva e com Haessler sta cercando di convertirsi a centrocampista: ne ha la visione di gioco, il passaggio, il dribbling, il tiro. Il tedesco può essere molto più utile alla squadra e a se stesso in mezzo al campo che sulle fasce. C'è Schillaci che si sacrifica per gli altri. E poi c'è Baggio che sta irrobustendo il fisico per divenire sempre più pronto, più continuo, più presente. I risultati non tarderanno ad arrivare, ma è logico che talvolta ci si imballi». Quale Baggio applaudiremo, allora? Maifredi non ha dubbi: «Baggio dà il meglio di sé quando si assesta dietro le punte e parte dalle stesse zone di Platini pur non avendo le caratteristiche del francese come s'è visto a Pistoia». L'indicazione vale anche per Vicini, soprattutto se Casiraghi diventerà un punto fermo della squadra azzurra. Insistiamo. Ma che Juve è, questa? E Maifredi: «Una squadra diversa, dettata dalla fantasia e dalla possibilità di acquistare, quindi di soffiare alla concorrenza, uomini di talento. Di solito invece la fantasia rappresenta il tetto d'una casa. Una difficoltà in più, ma molto affascinante. La Juve è proiettata decisamente verso il futuro, anche se per me è già competitiva». Il colloquio scivola sul personale. Domanda: perché alcuni continuano a criticarla anche se guida una squadra che può vincere Coppe e campionato? Risposta: «Per invidia, questa è la mia idea. Non vorrei parlare di malafede anche se certi discorsi fatti durante la mia presentazione a Torino sono stati alterati. Mi è stato messo in bocca che la Juve avrebbe vinto tutto, mentre avevo sottolineato che esistevano le possibilità di far bene in tutte le competizioni. Molti non hanno capito o non hanno voluto capire che abbiamo cambiato tutto, dal gioco alla filosofia. E portare avanti delle novità in una formazione che ha vinto due Coppe giocando in maniera diversa, non è per niente facile. Per questo abbiamo chiesto del tempo, l'abbiamo avuto solo a parole. Non importa». Fi merciale è s lippo Grassia tata costr uita soprattutto su un rischio: quello di morire Gigi Maifredi (a lato), che ha raccolto alla Juve la pesante eredità di Zoff (a sinistra), chiede proprio al predecessore di dargli una mano, battendo l'Inter, per giungere in vetta alla classifica