Bpd alla conquista dello spazio

Piergiorgio Romiti: «Siamo fra i pochi al mondo in possesso della tecnologia» Piergiorgio Romiti: «Siamo fra i pochi al mondo in possesso della tecnologia» Bpd alla conquista dello spazio // satellite Italsat in orbita con i suoi motori TORINO. L'esordio è avvenuto con il satellite Olympus, ma allora era insieme con la British Aerospace; con Italsat, il satellite italiano per le comunicazioni telefoniche che sarà lanciato nella notte tra martedì e mercoledì dal poligono di Kourou, la Bpd Difesa e Spazio invece fa un salto di qualità: «Questa volta - sottolinea Piergiorgio Romiti, da un anno responsabile della divisione spazio della Bpd Difesa e Spazio - il sistema dei motori del satellite sarà interamente nostro». Questo «sistema propulsivo unificato» (Ups) è composto di un motore di apogeo che trasformerà l'iniziale orbita ellittica nell'orbita definitiva circolare, e di due motori di assetto (uno è di riserva) che serviranno a imprimere al satellite i piccoli movimenti necessari per orientarlo durante i cinque anni (minimi) di vita operativa. L'attività svolta per Italsat, dice Piergiorgio Romiti, fa acquisire alla società un'esperienza decisiva in uno dei campi chiave dell'industria spaziale e la colloca tra le poche al mondo in possesso della necessaria tecnologia. La Bpd Spazio è impegnata da anni in tutti i programmi Ariane guidati dall'Esa, l'agenzia spaziale europea; ha costruito motori di separazione tra i vari stadi, i motori di apogeo, i razzi ausiliari (booster); per Ariane 4, la versione attualmente in esercizio (lo sarà fino al 2000) costruisce in particolare i booster da 9 tonnellate; un contratto firmato nell'89 prevede la fornitura di 70 booster e di 1470 motori di separazione sufficienti per i lanci di otto anni. Maximotori per Ariane 5 Poi c'è Ariane 5, il super-lanciatore che sarà pronto del '9697 e che è destinato a mettere in orbita anche la navetta Hermes con i primi astronauti europei; la società del gruppo Fiat vi svolge un ruolo chiave: nell'ambito di Europropulsion (in cui è partner al 50% con la francese Sep) è stata incaricata di sviluppare i motori ausiliari contenti 230 tonnellate di propellente che daranno al razzo la spinta iniziale nella fase critica del distacco da terra (per lo stesso razzo Fiat Avio ha co- Uno dei razzi ausiliari a propellente so struito la turbompompa per il combustibile del motore principale). Ora con Italsat allarga il campo. Il lavoro è durato otto anni. Il sistema propulsivo «unificato» usa sia per il motore di apogeo sia per quelli di assetto gli stessi propellenti, monometilidrazina e tetrossido di azoto, primo progetto italiano del genere. Per le apparecchiature di rifornimento dei propellenti è entrata in campo un'altra azienda del gruppo, la Fiat Ciei, società che ha raccolto l'eredità dell'ex Fiat TTG e che ha trasferito nel campo spaziale la sofisticata tecnologia acquista in quello delle centrali nucleari. Mentre Italsat si appresta a spiccare il volo, nel poligono di Kourou si vedono già i risultati dell'ulteriore impegno di Bpd Difesa e Spazio. Per i booster di Ariane 5, infatti, oltre al potenziamento degli impianti di Colleferro, vicino a Roma, è stata costituita Regulus, di cui la società italiana controlla il 66% mentre il 34% appartiene alla francese Snpe, ed è stato costruito uno stabilimento in Gujana ormai quasi finito. A Colleferro sarà completata la prima sezione dei booster, quella superiore (25 tonnellate) che comprende anche il meccanismo di accensione; gli altri lido che la Bpd Difesa e Spazio costruisce n due tronconi, dopo l'applicazione dello protezioni termiche, saranno inviati in Guiana dove saranno riempiti di combustibile, assemblati e collaudati; completare in Italia questi mostri da oltre 100 tonnellate e trasportali via mare sarebbe stato antieconomico oltre che rischioso. Booster per lo Scout Intanto, è stato finito lo studio di fattibilità per il potenziamento dello Scout, il collaudatissimo razzo dell'americana Ltv. Questo programma prende lo spunto da una intuizione del prof. Luigi Broglio, dell'università di Roma, e si prefigge io scopo di progettare e realizzare dei prototipi del vettore potenziato. Alla Bpd Spazio spetterà il compito di italianizare e industrializzare i risultati dello studio dell'università di Roma. Con la riconfigurazione e l'aggiunta di due o quattro booster lo Scout potrà lanciare satelliti per telecomunicazione, per telerilevamento e per ricerca scientifica da 200 a 900 chilogrammi: la fascia d'impiego per la quale, dice Piergiorgio Romiti, vi è una domanda crescente. L'obiettivo è arrivare al primo ello stabilimento di Colleferro lancio nel '94. Dato l'interesse tecnologico e commerciale del programma l'Asi, l'agenzia spaziale italiana, lo ha inserito tra i punti qualificanti del proprio piano quinquennale attualmente all'esame del competente ministero. «Lo Scout comporterà un salto di qualità; passare a un vettore completo - spiega Piergiorgio Romiti - vuol dire affrontare problemi molto complessi; ma siamo favoriti dalla presenza nel gruppo di molte competenze come quelle di Fiat Avio, Fiat Ciei, Sepa, Comau senza dimenticare quelle delle altre industrie italiane del settore». Un gruppo tutto spaziale Insomma, la Fiat sembra puntare decisamente a crescere nello spazio. E' stato infatti attuato un processo di integrazione delle attività spaziali e di difesa della Snia Bpd (Bpd Difesa e Spazio) con quelle similari della Gilardini in un'unica entità denominata Raggruppamento Sistemi Difesa e Spazio (Sds) in cui è confluita anche la «società di servizi» Fiat Spazio. Vittorio Ravizza

Persone citate: Gilardini, Luigi Broglio, Piergiorgio Romiti, Vittorio Ravizza

Luoghi citati: Colleferro, Italia, Roma, Torino