Caso, per il mattone la corsa è tutta in salita di Francesco Manacorda

Caso, per il mattone la corsa è tutta in salita Caso, per il mattone la corsa è tutta in salita Più evidente la frenata della domanda, nel '91 i prezzi cresceranno del6-7% che altro «trainato» dal mercato, scontano adesso un periodo di deciso rallentamento. «L'anno che si è appena concluso commenta Alessandro Ghisolfi, dell'Ufficio studi della Gabetti Holding - ha visto i prezzi degli immobili aumentare del 1213% su scala nazionale, ma questa media è il risultato di rialzi maggiori per le case di prestigio e più moderati per altre tipologie di immobili». Adesso, su una situazione stazionaria si innestano le minacce di recessione in arrivo dagli Stati Uniti e le prospettive di una difficile fase economica anche nel nostro Paese. «Ma la frenata nella crescita dei prezzi era già iniziata a maggio, in tempi non sospetti - sostiene Ghisolfi -, e sembra più legata a un naturale ciclo economico del mercato immobiliare che ad altri avvenimenti». «Certo - continua Ghisolfi - il rallentamento di sei mesi fa si è accentuato e TORINO. Indietro tutta? Il 1991 potrebbe essere l'anno del grande ribasso per i prezzi delle abitazioni. Nessun calo in termini assoluti, intendiamoci, ma i valori delle case in termini reali - ossia depurati del tasso di inflazione - a parere di molti operatori sembrano destinati a fermarsi o, in alcuni casi, addirittura a scendere. Detto questo, un'avvertenza ò necessaria: in Italia non ha più senso parlare di un mercato immobiliare unico, ma di tante situazioni particolari. Le differenze non si riscontrano più da quartiere a quartiere, ma addirittura da strada a strada, all'interno della stessa zona. E anche le velocità a cui si muovono i prezzi sono differenziate: i valori delle abitazioni di buona qualità o situate in zone ambite continuano a crescere a un ritmo sostenuto, mentre in molte aree dove negli scorsi due anni il rialzo dei prezzi è stato più quest'anno la crepita dei prezzi potrebbe restare * '.torno al tasso di inflazione». «Se il tasso di inflazione si aggirerà anche nel 1991 intorno al 6-7% - conferma Luciano Buson, amministratore delegato della Beni Stabili - i prezzi delle case potrebbero restare allineati all'aumento del costo della vita. Ma più che altro i prezzi potrebbero subire un deciso calo per le seconde case, in località marine o di montagna non molto rinomate ora sopravvalutate». «C'è certamente una pausa di riflessione - afferma l'ingegner Guarnieri dell'Istituto piemontese immobiliare - ma non è che la gente non compri, semplicemente la domanda si è fatta più selettiva anche se continua ad essere forte». All'Ipi, però, sono più ottimisti per quanto riguarda la tenuta del mercato immobiliare. «Per quest'anno escluderei una caduta dei prezzi in mostra che nel 1990, per la prima volta dopo quattro anni, scende la percentuale di italiani che dichiarano di investire i loro averi in immobili. Nell'89 era il 29,51% degli intervistati a preferire questo investimento, l'anno scorso la percentuale si è ridotta al 26,15%. E questa tendenza potrebbe diventare più evidente se è vero che la domanda degli italiani è nella grande maggioranza dei casi destinata a migliorare la situazione abitativa. In un periodo di incortezza economica molti potrebbero decidere di rimandare un acquisto importante a tempi più sicuri. Anche i rialzi dei tassi di interesse effettuati negli ultimi giorni dai maggiori istituti di credito e il conseguente rincaro dei ratei dei mutui per l'acquisto dell'abitazione potrebbe avere un effetto deprimente sulla domanda. termini reali - continua Guarnieri - che casomai si potrebbe verificare nel 1992». Che la domanda sia più selettiva lo dimostrano anche i dati del ministero dell'Interno relativi alle compravendite. Nel primo semestre del 1990 i contratti firmati sono stati il 3% in più rispetto a quelli conclusi nello stesso periodo dell'anno precedente, ma con sfumature significati ve. «Ad esempio a Milano città le compravendite sono scese del 20% mentre nell'hinterland i contratti sono aumentati del 4,5%:> sostiene Ghisolfi. Una differenziazione che si può con ogni probabilità ricondurre alla presenza di un'offerta di qualità, ormai scarsissima nelle metropoli, nelle città della cintura. La domanda però inizia a mostrare qualche segnale di cedimento. Anche l'indagine annuale sul risparmio condotta dalla Bnl e dal Centro Einaudi Francesco Manacorda

Persone citate: Alessandro Ghisolfi, Caso, Gabetti, Ghisolfi, Guarnieri, Luciano Buson

Luoghi citati: Italia, Milano, Stati Uniti, Torino