Marchetto recita i suoi capolavori di carta di S. T.

Marchetto recita i suoi capolavori di carta Marchetto recita i suoi capolavori di carta Repertorio di 100 personaggi: performance di grande successo TORINO. Marilyn, Rita Pavone, Caterina Caselli, Gianni Morandi, Monna Lisa, Biancaneve, Grace Jones, Elvis, Elisabetta d'Inghilterra e Freddy Mercury. Tutti di carta. E ancora: Diana Ross, la Zanicchi, Patty Pravo, Raffaella Caria che squassa la bionda capigliatura, Tina Turner che a poco a poco diventa leone, un nobiluomo seicentesco per la musica di Michael Nynian, Boy George che perde le treccine, Shirlcy Bassey rutilante d'oro per Goldfinger, La Regina della Notte di Mozart che fa gli acuti strizzandosi i capezzoli, la Venere di Milo senza braccia e disperata perché non può ballare in gruppo il sirtaki. Tulli ideati e interpretati dalla fantasia trasformista di Ennio Marchetto, realizzati con metri (? metri e metri di carta; di tutti i tipi e di tutti i colori; ma solamente ed esclusivamente aita; cambiati rapidamente die¬ tro una quinta nera posta al centro del palcoscenico. E si capisce che dopo un'ora di bombardamento trasformista la gente impazzisca di applausi e non se ne voglia più andare. Come è puntualmente successo l'altra sera all'Araldo dove Ennio Marchetto, per la rassegna «Il comico, il Poetico, il fantastico» del Teatro dell'Angolo, ha presentato il nuovo spettacolo «Abrakartabra», (si replica sino a stasera) tornando ad un anno di distanza dopo il dsuccesso di «Carta Diva» nella stagione passata. Ha trent'anni ed ò veneziano, Marchetto; e fa questo mestiere dall'88, quando a Bologna vinse il premio per comici Zanzara d'Oro e incominciò a fare serate per l'Italia con qualche passaggio al Maurizio Costanzo Show. Ma, secondo la migliore tradizione, la fama, il successo, il passa-parola del pubblico sono scattati soltanto quando, l'estate scorsa, Marchetto è stato la rivelazione del Festival di Edimburgo. Esattamente come è capitato ad Arturo Brachetti che abbiamo imparato ad apprezzare soltanto dopo le glorie parigine. Marchetto ricorda: «A Edimburgo ho mandato una cassetta e mi hanno chiamato. Per l'Inghilterra ho messo insieme molti personaggi inglesi che sono rimasti in questo show. Poi sono andato a Londra e adesso, dopo queste puntate italiane, sto per partire per l'Australia e il Giappone. A luglio sarò in Canada. Ma prima tornerò per qualche serata a Londra». In repertorio ha un centinaio di personaggi. Spiega: «Tutto è nato con Marilyn, un giorno di tanti anni fa a Venezia, quando mi venne in mente di fare un costume di carta dell'attrice, parrucca bionda compresa». Da allora la galleria si è note¬ volmente arricchita. Nasce prima il personaggio o il costume? «Il personaggio, certamente. Penso a un nome famoso che sia possibile rendere in modo comico e poi cerco di inventarmi un costume». Ricorda: «Soltanto uno, la Carrà, non ero mai riuscito a farla. Poi mi ha invitato al suo show e Japino mi ha praticamente imposto di fare la sua imitazione. Mi hanno chiuso in una stanza d'albergo e mi hanno lasciato uscire soltanto quando ho presentato la parrucca a striscioline bionde e il costume per fare il Tuca-Tuca». Tanti Paesi anglosassoni nel futuro di Marchetto: ma, e l'Italia? «Poche cose per ora. Dopo Torino in programma c'è uno spettacolo a Bologna e uno alla Tosse di Genova». Progetti? «Uno spettacolo in cui recito e canto io e non faccio soltanto trasformismi in play back». [s. t.]